venerdì 1 febbraio 2013

PA stipendi aumento del 3% non è colpa di Monti

Non è una decisione del governo Monti dell'ultima ora quella di innalzare del 3% gli stipendi dei top manager ma una sentenza della cassazione che ha ravvisato delle illegittimità nel provvedimento governativo di solidarietà adottato da Monti.

Infatti, la sentenza della Corte di Cassazione ha dichiarato illegittimo il contributo di solidarietà imposto dal governo pari al 5% per la parte di stipendio eccedente i 95mila euro e al 10% sopra i 150mila, ai dirigenti dalla manovra finanziaria dell’agosto 201, perché, bontà loro, la riduzione dello stipendio non era operata nei confronti di tutti i dipendenti, ma solo per una categoria, nonostante fosse la più economicamente più avvantaggiata.
Aumenta infatti del 3,1%, che corrisponde grosso modo all'inflazione media del 2012, lo stipendio del primo presidente della Corte di Cassazione,parametro al quale è agganciato il tetto della retribuzione dei top-manager della pubblica amministrazione, introdotto dal decreto Salva-Italia a fine 2011.

L’adeguamento, deciso dal ministero della Giustizia, è stato trasmesso sia alla Funzione Pubblica che al ministero dell’Economia.
Cosicché, il nuovo livello retributivo assegnato al primo magistrato pari a 302.937,12 euro per il 2012 , l'adeguamento sarà esteso agli stipendi dei super-dirigenti per l’anno in corso, quindi, presidenti degli enti pubblici come l’Inps, direttori generali dei ministeri e tutti i membri delle Autorità indipendenti, dalla Consob all’Antitrust, dalle Comunicazioni all’Energia etc etc.

in estrema sintesi i dirigenti che hanno fatto ricorso alla cassazione se ne sono fottuti dell'emergenza che chiamava tutti i cittadini a concorrere con atti di solidarietà e i giudici da parte loro hanno applicato le leggi che, com'è risaputo, sono scritte a tutela dei ricchi e dei potenti.

il bacio

SA TIRA. ( fa il vago e tira diritto, consapevole del fascino che emana)

con la partecipazione straordinaria di Pierluigi nel ruolo dello sciupafemmine

dopo il fotogramma dedicato alle lacrime della Elsa eccone uno dedicato a Pierluigi, il condottiero dallo sguardo diritto, fiducioso del futuro

caso MPS, banda del 5% e la sfiducia dei clienti

Caso MPS. 
Banda del 5% e gestioni creative molto allegre sono riuscite ad affossare la banca che vanta tradizioni antichissime. Storia a parte, la vicenda del Monte dei Paschi di Siena affonda il coltello nella piaga. Al momento gli inquirenti stanno seguendo delle piste, difficili quanto inutili da seguire per chiunque non è addentro alle questioni bancarie e ai meccanismi complessi che interessano gl'investigatori.
Il dato che salta agli occhi dei cittadini comuni è il passaggio sconsiderato dell'enorme mole di euro, si parla di 9,3miliardi che MPS passò al Banco di Santander per l'acquisizione di Antonveneta, operazione, decisa e voluta dal vertice di Rocca Salimbeni e cioè dal presidente Giuseppe Mussari in quota Pd, avallata dagli azionisti, in primis dalla Fondazione Mps guidata da Gabriello Mancini, sempre Pd, e dalle istituzioni locali di riferimento (tutte a maggioranza Pd).

Insomma, ancora una volta i destini degli uomini sono assoggettati alle azioni dei giochetti economici e finanziari dei banchieri. Ribadito e sottolineato questo aspetto c'è da prendere in considerazione un'altra assurda conseguenza causata dalla banda del 5%, e cioè la paura che questo terremoto ha provocato nei clienti di Monte dei Paschi sparsi per l'Italia.

La paura ha spinto i clienti di MPS a prelevare i risparmi lasciati in deposito. Paura che serpeggia e mette in difficoltà anche i dipendenti, che, pur motivando l'assoluta tranquillità che godono i clienti per via di una garanzia e dall'ultimo prestito statale di Monti che garantisce pure i dipendenti, in quanto, se MPS non restituisse il prestito, Monte Paschi verrebbe assorbita dallo Stato.

Garanzie e tutele a parte, quando i risparmiatori vanno via, specie nelle piccole filiali i dipendenti non ridono. Non può ridere chi ha messo la faccia e lavorato sodo per vedersi smerdato da una banda di lestofanti.


giovedì 31 gennaio 2013

l'Italia giusta negli spot del pd

"il bacio", con la partecipazione straordinaria di
Elsa nel ruolo dell'innamorata abbandonata.
 libera rivisitazione dello spot della campagna politica PD 2013

chi di lavoro ferisce ...


Il PD ha fatto degli spot per attrarre voti. Ovviamente i temi trattati riguardano il futuro dei giovani, il lavoro, il matrimonio, la famiglia, i figli.

Gli spot hanno titoli significativi.
Uno è “il bacio” e narra degli interrogativi che si pongono due fidanzati mentre osservano il mare, sotto un ombrello, come a volersi riparare più che dalla pioggia dai cattivi pensieri.
Il regista suggella temerariamente la storia, nonostante le analisi che nascono spontanee vista la crisi.
I due ragazzi si baciano e vanno fiduciosi incontro al futuro.

Il secondo spot li vede già sposati. Lei in sala travaglio e lui fuori. Ognuno immerso in pensieri attinenti al momento: aspetto fisico del nascituro, speranze e costi di pannolini, latte, pappine, indumenti... condite da tanta demagogica retorica.

mercoledì 30 gennaio 2013

Monti e Riccardi i nuovi lupi vestiti da agnellini

monti, l'uomo che non chiede, esige!
Sai perché non voto Monti? Perché è peggio di tutti gli altri politici che finora hanno governato il paese messi assieme! E sai perché non voto neanche Bersani? Perché gli ha concesso di mettere le mani in tasca ai disoccupati affamare i pensionati e ammazzare il futuro di tutti noi.
È inammissibile per chiunque e non ci sono motivazioni validi da spendere a chi soffre la fame e l'emarginazione sociale per via dei tagli e delle modifiche fatte da Monti e dai suoi inaffidabili ministri ad iniziare dalla Fornero e finendo a Riccardi. Dietro alla loro facciata ekklesiale, nascosti tra una preghiera prima delle convention e una mano falsamente tesa agli ultimi hanno emanato provvedimenti a senso unico. Hanno rubato ai poveri e dato ai ricchi!

Tra i tanti obbrobri partoriti dalle loro menti la cosa che più mi fa incazzare è l'innalzamento dell'età pensionabile e il deserto creato attorno al lavoro. È assurdo! Come possono pensare di rilanciare l'economia se non ci sono soldi nelle nostre tasche! E se pur avendo raggiunta la soglia pensionistica, dopo avere versato i contributi all'Inps, non si può avere l'agognata pensione perché, secondo alle loro malefiche pugnette mentali, non si sono raggiunti i 67 anni ma 60 e si è rimasti senza lavoro?

Sfido Monti, Riccardi, Bersani e compagni, senza dimenticare Berlusconi e Tremonti o Bossi e Maroni a campare con i risparmi messi da parte durante una vita di lavoro senza poter accedere all'istituto sociale della meritata pensione.
Decisamente è gente che non merita la fiducia.

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