venerdì 12 febbraio 2010

come nella prima repubblica


La rassegna stampa di oggi è un bollettino di guerra.
Una guerra contro la democrazia. Un conflitto contro i cittadini oppressi dalla servitù del denaro. Un’oscenità per quanti campano alla giornata.

Faccendieri, amministratori e politici corrotti! Ecco cosa emerge dalle notizie della stampa nostrana.
Gli investigatori hanno intercettato telefonate, ascoltato persone a conoscenza dei fatti, seguito piste amministrative e visionato cantieri… e infine prende corpo uno scenario inquietante: i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più servi.

Ma possibile che gli italiani non riescano a debellare il virus del malaffare?
Possibile che la politica non riesca a scrollarsi di dosso gli affaristi subdoli; possibile che non sappia tagliare di netto lacci e laccioli che alimentano ambiguità e innalzano muri d’incomprensione tra i cittadini e lo Stato?

A seguirne i teoremi investigativi, riportati sui giornali, si ha la sensazione di essere nuovamente davanti ai misfatti che hanno decretato la fine della prima repubblica: mazzette, giri di soldi che da soli basterebbero a risanare il bilancio dello Stato, palazzinari, faccendieri e arrampicatori sociali privi di scrupoli coabitano allegramente nella rinata torre di Babele.

E i lavoratori, la gente in attesa di un lavoro, i cittadini! Beh, loro sono tenuti buoni con qualche briciola, qualche promessa, ammiccamenti e speranze per un futuro migliore.

giovedì 11 febbraio 2010

e se Bertolaso fosse come Tortora?



In queste ore, la notizia che infiamma la penna dei giornalisti è racchiusa in poche parole: gli sprechi della Maddalena per il cantiere G8, ennesima cattedrale nel deserto mai utilizzata.

Nell’isola, per rendere accoglienti alcune strutture militari esistenti e costruirne altre per accogliere degnamente i rappresentanti del G8 si è speso una caterva spropositata di denaro pubblico. Denaro, che stando alle notizie, pare sia finito nei conti correnti di amici degli amici. Familiari di supervisori a capo di imprese, controllati e controllori hanno lasciato molte incompiute e disatteso le aspettative occupazionali degli isolani.

Questi, in estrema sintesi i fatti immessi nel circuito della comunicazione. Ma, detto ciò, non s’intende criminalizzare nessuno! D’altronde, lo stato di diritto garantisce la presunzione d’innocenza fino alla costatazione di prove certe, inconfutabili!
Allora, perché gl’inquirenti non lavorano in silenzio, nel totale riserbo fino alla conclusione delle indagini?
Perché mettere alla gogna presunti innocenti?

Ricordo, con rammarico, la figura sofferente di Enzo Tortora, tirato in ballo, pare, da un caso di omonimia. All’epoca dei fatti, l’immagine dell’uomo di spettacolo fu data in pasto all’opinione pubblica in maniera impietosa e quando l’episodio fu chiarito, Enzo Tortora era l’ombra di sé stesso.
Quindi insisto: perché non si lavora in silenzio? Che bisogno c’è di sbattere il mostro in prima pagina anzitempo?

Da cittadino mi aspetto maggiore austerità dagli organi istituzionali preposti a garantire la sicurezza individuale e collettiva. Anche perché, al di là dei personaggi inquisiti, dei presunti illeciti e delle intercettazioni ambientali, se Bertolaso si riferisse davvero a una fisioterapista e fosse all’oscuro di tutto? …

momenti associativi: arte religione cultura




Squillace, arroccata sul colle, osserva dall’alto la recente estensione urbana.
©archivio M.Iannino
squillace, castello dei borgia

Lungo la strada provinciale, numerose abitazioni adagiate sulle colline protese verso il mare testimoniano la parsimonia e il legame della gente di Calabria al territorio d’origine.

Costruzioni realizzate in economia dai residenti, insediamenti turistici, villaggi residenziali, che d’estate accolgono una marea di turisti, rendono inadeguata la chiesetta della zona marinara di Squillace.

La chiesetta di S. Nicola ha spazi progettati per un esiguo numero di residenti e d’estate, la S. Messa è celebrata all’aperto.

Finalmente, Squillace Lido, propaggine del centro storico cassiodoreo, offre un riparo ai fedeli: sullo spiazzo affianco alla chiesa, da poco, si erge una pratica tettoia, inaugurata domenica 7 febbraio dal vescovo della diocesi di Catanzaro/Squillace, Mons. Antonio Ciliberti; nell’occasione, i parrocchiani hanno voluto testimoniare il loro affetto al prelato con un quadro realizzato nel laboratorio creativo e corredato da una pergamena che recitava:

Eccellenza reverendissima, Mons. Antonio Ciliberti,
Siamo “Quelli del lab/oratorio”
Un gruppo eterogeneo composto di adulti e ragazzi, ci incontriamo nel tardo pomeriggio tre volte alla settimana nei locali messi a disposizione dalla chiesa parrocchiale guidata dal nostro caro parroco padre Piero Puglisi.
I ragazzi, dopo le lezioni, hanno l’opportunità di giocare e frequentare un corso di pittura.
Il laboratorio creativo, tenuto dal maestro Mario Iannino, è un luogo dove ognuno estrinseca personalità e concetti creativi in armonia col proprio essere, in piena libertà. Il nostro spazio lo abbiamo personalizzato con le impronte cromatiche di piccole mani. In occasione della vostra benevole visita abbiamo voluto realizzare un’opera che tocca i temi della pace, della fede, della disoccupazione delle difficoltà della vita e le asperità che si incontrano non solo nella nostra regione. Così il maestro ha iniziato una lezione e ci ha fatto capire che quando osserviamo un quadro il messaggio del pittore si deve cercare nelle figure che compongono la tela perché ad ognuna di esse l’artista assegna un valore.
In virtù di questa lezione abbiamo voluto stigmatizzare nel quadro che le offriamo concetti verbali inerenti la ricerca interiore dell’uomo e la sua tribolazione per raggiungere uno stato di grazia in armonia con le parole del Vangelo.
Nello specifico, abbiamo trattato:
·         L’acqua come rappresentazione della vita;
·         la strada tortuosa, simboleggia le difficoltà che s’incontrano lungo il cammino di ognuno di noi per raggiungere la pace;
·         la vegetazione spartana, composta da piante di fichi d’india, rappresenta il carattere apparentemente rude del meridionale.
(Nel paesaggio calabrese, la pianta dei fichi d’india è una varietà vegetativa che cresce e fruttifica senza l’intervento amorevole dell’uomo persino sulle rocce. Ha foglie larghe e carnose punteggiate di aculei; anche il frutto, variegato nei colori e nel sapore, e protetto da una corazza carnosa ricoperta di spine, che, se lasciata macerare nell’alcol trasmette al liquore ottenuto qualità organolettiche digestive).
Un’ulteriore catarsi avviene nella trasformazione del fico d’india posto alla sinistra del quadro trasformato in grappolo di palloncini a rappresentare sogni e preghiere. Il fine ultimo della catarsi è raffigurato nei simboli cristiani della colomba e della croce abbozzati nel cielo.
Eccellenza, in questo quadro abbiamo voluto metterci tutti i problemi dell’uomo contemporaneo: sofferenze, lotte quotidiane, frustrazione per la mancanza di un posto di lavoro, quindi, soldi che non bastano mai specie se spesi per curare malattie. Ma, nonostante le ambage, abbiamo voluto evidenziare come questa comunità cerca di affrontare le difficoltà e non si ferma al primo ostacolo: confidando nella nostra maggiore forza riposta nella Luce, la Luce della fede che Cristo, per mezzo dei suoi operatori, ci trasmette.
Sicuramente eccellenza non sarà un quadro che starà appeso ad una parete per fare pendant con il salotto ma piuttosto con il cuore di ogni uomo che avrà l’opportunità di guardarlo…

Domenica 07 febbraio 2010/SV


a proposito di libertà, emancipazione e trasparenza

Democrazia e pluralità nei talk show televisivi rai. è possibile?

Nella libertà di pensiero è condensata l’emancipazione dei popoli.

La libera valutazione delle azioni politiche e sociali dei propri simili, chiamati a guidare le nazioni e garantirne lo sviluppo etico, determina il clima culturale della società. Esporre il proprio pensiero è alla base delle democrazie evolute e non si può prescindere dalla libertà d’espressione nel pieno rispetto della persona.

Nelle democrazie evolute vi sono ordinamenti dettati da uomini moralmente giusti e poi vi sono anche, a discapito degli uomini che tentano di aggirare le leggi scritte, quelle non scritte dai giuristi definite codici naturali e sono, in sintesi, il rispetto di tutti gli esseri viventi ad iniziare dalla madre terra.

I sentimenti connaturati nell’uomo, libertà ed emancipazione, tendono all’incontro intellettuale delle entità nel pieno rispetto reciproco. Già nei secoli addietro alcuni pensatori anticiparono i tempi avvalendosi di approcci non idonei perché incompresi dalle masse.
La dialettica contemporanea, evoluta rispetto al passato, pone quesiti e pretende risposte ragionevoli.

Perciò, se mossi da sani principi, che ben vengano i legittimi interrogativi corali; discussioni e dibattiti sono il perno centrale della conoscenza; condizione d’intesa civile perfetta, che traghetta le menti su terreni di pace.


mercoledì 10 febbraio 2010

egemonia della globalizzazione verso un mercato del lavoro solidale


Durante il programma “Ballarò”, in onda su rai3, condotto dal giornalista Giovanni Floris, il ministro Castelli ha mostrato alle telecamere due articoli di largo consumo fabbricati in china, ha evidenziato il costo esiguo dei prodotti esposti e imputato colpe all’alto costo del mercato del lavoro italiano e al fenomeno della globalizzazione dei mercati; quasi fosse una colpa l’emancipazione dei lavoratori e del mondo del lavoro italiano ed europeo e che dipendesse da ciò la recessione e la crisi in atto nelle nazioni.

Le esternazioni del ministro Castelli diventano quasi una legittimazione della strategia delocalizzante” delle aziende che chiudono le sedi produttive nei paesi che ne hanno fatto la storia e la fortuna economica per andare a sfruttare la fame degli altri.
Il ministro non ha ricordato i veri architetti della bolla economica che hanno provocato l’impoverimento di intere nazioni e neanche coloro che hanno tratto benefici enormi dal crollo delle borse.

È vero! Nei negozi cinesi si trovano prodotti a bassissimo costo: 2 euro la doccetta, 1 euro il filtro della fontana mentre il note book con il marchio italiano non si trova in vendita nelle bancarelle dei cinesi ma negli showroom italiani come pure le scarpe, i vestiti e molti prodotti hitech a prezzi esorbitanti.
È anche vero che i prodotti cinesi a basso costo sono di infima qualità e non possono reggere il confronto con analoghi merci costruite con tutti i criteri della legalità imposta ai mercati del lavoro italiano. Purtroppo, la gente è costretta dall’emergenza contingente a tamponare momentaneamente le piccole esigenze familiari con l’impiego di piccole somme.

Credo che in situazioni di disagio nazionale, anzi, globale, come quello attuale, le parole non servano, servono i fatti! l'egemonia della globalizzazione selvaggia si annulla attraverso le forme solidali del mercato etico: il lavoro al servizio dell'uomo e non l'opposto! In parole povere:
Ci vorrebbe un po’ di quella Cristiana bontà che induce chi è nelle condizioni economiche agiate a dare il superfluo a chi non possiede nulla.
Ma questa è pura utopia. Allora, che fare?
Forse, ci vorrebbe del coraggio civile per imporre, una tantum, un versamento sui grandi patrimoni, sui compensi stratosferici dei dirigenti politici e aziendali, e, nel frattempo, studiare strategie mirate alle vocazioni territoriali atte a rilanciare l’occupazione.
Questo sì che darebbe fiducia!

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