martedì 15 luglio 2025

TUTTI VOGLIONO UN MONDO MIGLIORE

 

"dematerializzazione 2025.
autore: mario iannino"

Ho chiesto all’Intelligenza Artificiale di farmi capire la tattica di Trump, ecco la sua analisi intervallata dalla  visione di quanti guardano ad un mondo migliore possibile. Lo so, qualcuno storcerà il muso considerandole idee utopiste, ma come disse qualcuno: l’uomo è fatto di sogni. Perciò, tentiamo di ripercorrere insieme gli eventi accaduti negli ultimi tempi caratterizzati da caos mediatico e rumors vari:


“Confusione come strategia” è proprio così che molti analisti descrivono il metodo Trump. Il suo stile, fatto di annunci clamorosi seguiti da smentite o cambi di rotta, non è casuale: è una tattica studiata per mantenere il controllo della narrazione e destabilizzare gli interlocutori.

"immagine creata con AI.
tema: speranza"

Ecco alcuni elementi chiave della sua strategia:

- **Teoria del pazzo**: Trump adotta un comportamento imprevedibile per spaventare o confondere gli avversari, una tattica già usata da Nixon. L’idea è che se sembri capace di tutto, gli altri saranno più inclini a concedere qualcosa.

- **Minaccia come leva**: Dazi, ultimatum, tweet provocatori… spesso non sono seguiti da azioni concrete, ma servono a creare pressione e ottenere vantaggi negoziali.

- **Social media come arma**: I suoi messaggi brevi e diretti, spesso su Truth Social, sono progettati per polarizzare, infiammare e dominare il dibattito pubblico.

- **Ambiguità calcolata**: Alterna toni concilianti e aggressivi, creando un clima di incertezza che gli permette di muoversi con maggiore libertà diplomatica.

- **Spettacolarizzazione della politica**: Ogni mossa è anche uno show per la sua base elettorale. La confusione diventa consenso.

In sintesi, quel “lo faccio, non lo faccio, chissà” non è indecisione: è una forma di potere. Un modo per restare al centro della scena, dettare i tempi e costringere gli altri a inseguirlo.

Approfondiamo la strategia di Trump nelle relazioni internazionali e interne:

 il suo approccio è tutt’altro che casuale. È una combinazione di imprevedibilità, pressione economica e centralizzazione del potere, che mira a ridefinire l’ordine globale e rafforzare il ruolo dominante degli Stati Uniti. E nelle Relazioni Internazionali, il Caos è Calcolato.

Trump adotta una strategia che alcuni analisti definiscono “disordine ordinato”. Ecco come si manifesta:

Dazi come arma geopolitica: impone tariffe elevate (fino al 50%) non solo contro rivali come la Cina, ma anche contro alleati come l’UE. Questo crea instabilità, ma anche leva negoziale.

Abbandono del multilateralismo: preferisce accordi bilaterali, dove può esercitare maggiore pressione. (l’asse con la Meloni è quindi coerente e parte della sua strategia?)

Minacce ambigue: annuncia misure drastiche, poi le ritira o le modifica, generando confusione e costringendo gli altri paesi a reagire in fretta.

Espansionismo tecnologico: promuove l’IA come strumento di supremazia globale, cancellando le regole di sicurezza introdotte da Biden.

Ruolo dominante nella NATO: chiede agli alleati di aumentare le spese militari, ma minaccia di ridimensionare l’Alleanza se non ottiene concessioni. Spese che logisticamente devono essere esaudite negli states dive proliferano le industrie armamentarie belliche.

 

"polimaterico 2025. autore: mario iannino. titolo:
tutti vogliono un mondo migliore"

Dinamiche Interne: Centralizzazione e Narrativa:

Sul fronte interno, Trump costruisce una narrazione potente e polarizzante, utile per mantenere alto il morale dei seguaci:

- “America First 2.0”: rilancia il protezionismo per riportare la produzione negli USA e ridurre la dipendenza estera.

- “Controllo dell’informazione”: usa i social media per dominare il dibattito e creare tensione costante.

- “Leadership forte”: si presenta come l’unico in grado di “salvare” l’America, anche a costo di sacrificare parte della democrazia.

- “Riforma dell’IA”: trasforma l’educazione e la governance tecnologica per consolidare il dominio americano.

- “Clientelismo economico”: favorisce aziende vicine alla sua amministrazione, creando un capitalismo “selettivo”. E chi non sostiene il suo pensiero è fuori! Proprio come nel suo show televisivo.

 Ecco gli effetti globali e le reazioni dei suoi “nemici”:

- UE e Canada: colpiti dai dazi, cercano di negoziare ma preparano contromisure.

- Russia e Cina: osservano e reagiscono con cautela, mentre Trump cerca di ridisegnare le sfere d’influenza.

- Mercati finanziari: oscillano tra entusiasmo e paura, con effetti su criptovalute, energia e manifattura.

Le ultime giravolte hanno puntato i temi caldissimi del conflitto Russia/Ucraina e la Nato:

l’Ucraina, la NATO, e la strategia sull’IA.

Per quanto concerne Ucraina e NATO, la strategia di Trump nel 2025 ha adottato un approccio audace e multilivello per affrontare il conflitto ucraino, combinando pressioni economiche, diplomazia militare e una ridefinizione del ruolo della NATO.

Armi all’Ucraina: via NATO, ma a spese dell’Europa.

Trump ha annunciato un accordo con la NATO per inviare sistemi d’arma avanzati all’Ucraina, tra cui i missili Patriot, ma con una novità: gli Stati Uniti li produrranno, ma saranno gli alleati europei a pagarli.

- Germania e Norvegia hanno già accettato di finanziare batterie Patriot

- L’invio avviene tramite la NATO, evitando un coinvolgimento diretto USA

- Trump ha chiarito: “Non lo compreremo, ma lo produrremo, e loro pagheranno per questo”.

Questa mossa consente agli USA di mantenere il supporto militare senza gravare sul bilancio federale, mentre l’Europa assume un ruolo più attivo.

Pressione su Mosca: dazi e ultimatum 

Trump ha lanciato un ultimatum a Putin: se non si raggiunge un accordo entro 50 giorni, gli USA imporranno dazi fino al 100% sui partner commerciali della Russia. (RIDICOLO!).

- Le sanzioni colpirebbero anche paesi che acquistano petrolio e gas russo

- L’obiettivo è forzare Mosca a negoziare una tregua

- Trump ha detto: “Putin ha ingannato tutti, ma non me”.

E già. Come pensare di poter ingannare Joker? L’infido che impone al Coordinamento NATO un cambio di passo?

Il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha confermato che l’Alleanza coordinerà la distribuzione delle armi e che tutti i paesi vogliono essere parte dell’iniziativa.

- L’Europa si fa carico dei costi, gli USA della produzione

- Il piano accelera i tempi di consegna e rafforza la difesa ucraina

- Il progetto “Clear Sky” è stato lanciato per intercettare droni russi. Intanto lo sterminio in Palestina continua e l’affaire Netanyahu assume toni apocalittici.

Prospettive future:

- Trump ha promesso un annuncio importante sulla Russia nei prossimi giorni

- Zelensky ha avviato un rimpasto di governo per rafforzare la risposta militare

- La NATO potrebbe aumentare il contributo economico annuale per sostenere Kiev. Insomma è tutta una questione di SOLDI!

Se non riusciamo a fermare questa barbarie non ci sarà più la PACE.

Confido nel buon senso dei governi non genuflessi a Trump e alle sue dissennate azioni strategiche. Il re è nudo!

“Il re è nudo”; una frase che risuona forte nel contesto politico attuale, soprattutto quando si parla di Trump e del suo rapporto con l’Europa. Diversi commentatori italiani stanno usando questa metafora per descrivere la debolezza strutturale dell’Unione Europea di fronte alla pressione americana.

Secondo alcuni Trump sta “umiliando l’Europa” con dazi, ultimatum e una strategia commerciale aggressiva. La sua lettera alla presidente von der Leyen, con una tassa d’ingresso del 30%, è stata vista come una dimostrazione di forza: gli USA dettano le regole, e l’Europa — priva di una vera leva negoziale — si trova scoperta, appunto “nuda”.

La metafora richiama la favola di Andersen: tutti fingono che il re sia vestito, finché un bambino non dice la verità. In questo caso, il “bambino” potrebbe essere Trump stesso, che con brutalità e pragmatismo mostra le fragilità dell’Europa unita che china la testa agli armamenti imposti da Trump.

Intanto i dazi dimostrano di essere un’arma a doppio taglio per tutti. La tassa in ingresso per gli operatori commerciali americani che hanno fatto del made in italy il loro punto di forza continuano a importare i prodotti. E poiché sono per lo più beni voluttuosi, per ricchi e ceto medio-alto, fanno male solo a loro.

Anche se l’Italia esporta negli Stati Uniti una vasta gamma di prodotti, molti dei quali rappresentano l’eccellenza del Made in Italy secondo le stime, rischia di perdere fino a 12 miliardi di euro in esportazioni, potrebbe, la bufera dazi-trump essere il momento buono per riflettere. Riflettere e riconsiderare i concetti di socialità, welfare, collaborazione pacifica, unità d’intenti tra i popoli.

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