Trump show.
Il talk ha punzecchiato le morbose attenzioni dei cacciatori
di scandali e di quanti credono nella rinascita eroica di vecchie nostalgiche intenzioni nazionaliste. E come da copione, per il momento, è andato in onda.
Non so quanti americani si sono indignati quando Trump ha
appellato con un epiteto indegno il suo predecessore Biden. Stupido! Lo ha
definito proprio così: stupido.
Fine. Veramente molto fine, delicato e signorile. D’altronde
cos’altro ci si sarebbe potuto aspettare da un soggetto dominato da un egocentrismo
esasperato e che adesso, per la seconda volta, è stato designato dai suoi
seguaci a guidare l’America?
La massima rappresentanza di una nazione, americano di terza
generazione e imprenditore d’assalto, non si pone limiti. Non ha un minimo
rossore in faccia quando tenta di infilare le mani nelle tasche del suo ospite.
No non vuole rubare le caramelle. Vuole le ricchezze che lui
rappresenta. Pretende un accordo a lui favorevole e mettere le mani sulle terre
rare.
Adesso comanda lui. E non gliene frega niente se chi ha
governato prima di lui ha fatto degli accordi, giusti o sbagliati non importa,
non è il nostro compito quello di sindacare sull’invio di armi e appoggi
logistici dell’intelligence militare, è però nostro compito, lo impone l’etica,
ragionare sul compito storico che si è accollato l’America in termini di “arbitro”
mondiale.
Trump non è l’America! È un faccendiere che tutela i propri
interessi e quelli della sua stretta cerchia.
Gli americani che lo hanno votato perché attanagliati dai
bisogni maturati con la regressione economica e sociale senz’altro, anche se
con ritardo, sapranno prendere le dovute misure di contenimento per lui e la
sua claque. Spero. Speriamo tutti
indistintamente per il bene dell’umanità pacificata e attenta ai bisogni degli
oppressi.
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