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sabato 17 giugno 2023

Catanzaro, realtà liquida e inconsistente

 


Alcuni lembi del territorio cittadino catanzarese sembrano essere terra di nessuno. Vaste aree recintate indicano proprietà private (abusivamente?) che dovrebbero essere pulite per una semplice questione di decoro e igiene pubblica e rispetto nei confronti dei residenti dai detentori del bene.

Curiosamente le reti di recinzione delimitano e inglobano anche spazi che avrebbero dovuto essere adibiti per camminamenti pedonali o carreggiate ciclabili a servizio e per il benessere comune di quanti soggiornano nel quartiere corvo. Invece sono ricettacolo sicuro per bisce, topi etc. ma cosa vuoi che siano questi innocui animali che come unica colpa hanno quella di essere nati in un gradino inferiore?

In questi giorni, si legge, l'amministrazione Fiorita sta mettendo ordine nel centro storico di Catanzaro: elimina a colpi di ruspa l'obbrobrio del “Pianicello”: un enorme e ingombrante monolito in cemento calato in mezzo alla piazzetta dove un tempo i ragazzi del quartiere giocavano a pallone.

L'hanno definita “barcaccia” ma niente in comune con quella barocca del Bernini costruita in travertino con dovizia di tecnica e particolari storici correlati.

Catanzaro langue!

Non è con un maldestro se pur dovuto tentativo d'abbellimento del centro storico che si recuperano anni di degrado culturale trasceso ormai nello stato comatoso conosciuto.

La città capoluogo ha bisogno di ossigeno! Aria nuova in spazi urbani curati per ospitare socialità. Cultura indipendente!

Ecco, se posso, caro sindaco Fiorita, se posso permettermi, il suggerimento che sento di dare è quello di riconsegnare spazi alla gente creativa, “contenitori” da adibire non a mere vetrine magniloquenti dell'Io, non egocentrismo e men che meno esaltazione della vanagloria dei singoli ma semplice proposta culturale che dal basso tenta il salto del fosso clientelare cui la città è storicamente succube.

La Cultura, o quantomeno ii tentativo gratuito e propositivo, non abita più da troppo tempo i confini della città. E gli scambi intellettivi migrano altrove verso piazze più ciniche per certi aspetti ma comunque propositive popolate da scaltri curatori professionali. Novelli re Mida che sanno trasformare in oro le potenzialità represse dai sistemi clientelari di certe parrocchie picchettate dagli abusi di potere ben conosciute che mortificano intelligenze e prospettive sociali .

Periferia: specchio senza la bella cornice "barocca" della città.

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