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martedì 8 novembre 2022

Strade

 Chi ha memoria storica dei “postali”, i bus che garantivano le percorrenze extraurbane e facevano la spola tra un paese e l'altro trasportando missive e altri prodotti postali insieme ai viaggiatori, ricorderà le fermate a richiesta lungo le strade di campagna e i viandanti in attesa assiepati lungo le cunette caricare la pancia e le cappelliere del pullman di pacchi e valigie legati con lo spago. E il fumo del gasolio mal combusto ammorbare l'area sotto i colpi dell'acceleratore a ogni cambio marcia.

Il neorealismo cinematografico e la commedia all'italiana che ha visto in Vittorio De sica un testimone d'eccezione documenta la società italiana degli anni in questione.

E, quindi, chi non ha l'età o non ha vissuto quei tempi può farsi un'idea di cosa si parla visionando la cineteca d'autore degli anni 50 in poi.

Povertà e stenti conditi di ottimismo e speranza spronavano chiunque a gareggiare per migliorare la propria situazione e quella sociale. Si sognava un'esistenza più tranquilla e i primi elettrodomestici furono accolti con entusiasmo da chi poteva permetterseli e chi no li desiderava. Desiderio esaudito con l'invenzione delle cambiali.

E poi arrivò il boom economico e i paesi iniziarono a subire la desertificazione.



Le città scoppiarono.

I centri cittadini non essendo in condizione di accogliere quanti tentavano l'avventura, contadini convertiti in operai e braccia da usare nei lavori umili, si espansero. Con le migliori intenzioni sorsero le periferie. Enormi palazzoni affiancati l'un l'altro, dalle finestre e i balconi contigui, suggerivano calde intimità. Atmosfere empatiche colme di ataviche relazioni paesane ancora unite dal cordone ombelicale d'origine continuavano a esistere nonostante la diversità e la promiscuità delle genti. Insomma si tentò di ricreare un mondo ormai desueto.

La civiltà pretende vittime!

I pullman cittadini odierni sono meno inquinanti, più agili e dalle misure contenute, alcuni sono equipaggiati con motori elettrici ma non a Catanzaro.

Catanzaro ha un parco macchine vecchiotto e i mezzi che fanno la spola sono per lo più ingombranti per le strade urbane larghe, bene che vada 7-8 passi.

Le ho contate stamane quando ho visto un pullman costretto a dare la precedenza all'altro proveniente dalla direzione opposta.

Eppure gli spazi non mancano!, quando a suo tempo furono destinati a edilizia pubblica gli enormi spazi della campagna che avrebbe dovuto accogliere i nuovi insediamenti urbani forse non si è stati lungimiranti.

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