Sembra che la storia si ripeta. C'è
stato un altro trascinatore di popolo che portò l'Italia alla
seconda guerra mondiale. Invase l'Etiopia. Promulgò le leggi
razziali. Inneggiò all'italianità e mise in ginocchio le classi
deboli che lo seguirono ammaliati dalla sua oratoria e dal piglio
deciso.
Diceva di proteggere i deboli e le
famiglie. Convinceva a fare figli per la patria. Induceva la gente a
denunciare i “nemici della patria”. Insomma fece tesoro delle
paure dei deboli che non conoscevano pace ed erano soggiogati dalla
povertà, costretti al duro lavoro dei campi e delle miniere senza
speranza per un futuro migliore.
Seppe, non c'è dubbio alcuno, fare
leva sulle esigenze primarie dei singoli e, peggio, sui nuclei
familiari che si passavano, quando andava bene, i vestiti dal più
grande all'ultimo nato. La giacca del padre si trasformava in
cappottini per i piccoli. Il “vancale” delle donne anziane poteva
essere riciclato in mantelle per i piccoli.
L'educazione sull'economia domestica
era una materia che si insegnava nelle scuole alle femmine.
Oggi, nella repubblica democratica
italiana abbiamo un ministro degli interni che sparge bile nei comizi
delle piazze e risponde alle contestazioni con insulti verbali a chi
dissente.
Prima gli italiani! Dice. Disconoscendo
la parità suggerita dalla Carta Costituzionale redatta dai Padri
Costituenti nell'immediato dopoguerra.
Può un ministro della Repubblica
comportarsi in questo modo?
Può essere di parte?
Eppure fino a poco tempo addietro
apostrofava quanti nati al sud “terroni”. Voleva la secessione,
costruire un muro per dividere l'Italia in due. Gridava “Roma
ladrona” e nel frattempo scomparivano 49milioni di fondi pubblici
quale finanziamento alla lega nord dalle casse del suo partito
originario.
No! un Ministro della Repubblica deve
essere ineccepibile es la piazza lo contesta deve chiedersi perché,
non andare allo scontro per nessun motivo al mondo men che meno per
fini elettoralistici.
Un personaggio così, che comunque, ha
fatto giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica quale
servitore dell'Italia, nella sua nuova veste di Ministro deve essere
sopra le parti e osservare i dettami della Costituzione più bella
del mondo.
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