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sabato 29 ottobre 2016

Nell'attesa di un Parlamento credibile

4 dicembre 2016, DOMENICA
si vota per il referendum e modificare, se vince il Sì, la Costituzione.

Non so se andrò a votare. L'indecisione nasce dalle troppe inutili primogeniture politiche appioppate alle decisioni post voto: se vince il Sì diventiamo una nazione al passo coi tempi, decisionista, veloce, intraprendente, affidabile per i mercati e i mercanti di anime. Gl'imprenditori internazionali investiranno in Italia (dicono quelli del sì).
Non è sufficiente la macelleria sociale fatta fin qui dai governi attenti alle necessità delle aziende. Non è sufficiente l'abolizione dell'art.18. E delle tutele contemplate nello Statuto dei Lavoratori. Non sono bastate le decisioni del governo Renzi tese a favorire gl'imprenditori.


Va bene! Per un attimo mettiamoci nei panni degli imprenditori e cerchiamo di fare una sintesi, capire i loro timori, anche se chi conosce i meccanismi delle tutele, quindi diritti e doveri dei lavoratori sa bene che lo Statuto era un meccanismo democratico a tutele delle aziende e dei dipendenti:
comunque, diamo per scontate le preoccupazioni addotte da manager e proprietà delle aziende con più di 15 dipendenti che, probabilmente, si sentivano impastoiati dalle conquiste democratiche dei lavoratori. 
Gli imprenditori, per intraprendere alla grande, hanno imposto la flessibilità, la diversificazione, la mobilità orizzontale e verticale e infine hanno delocalizzato le aziende nei paesi dove si paga meno tasse e ancora meno le maestranze.

Le mosse di Renzi le conosciamo, purtroppo, in merito alla delocalizzazione e agli altri abusi perpretrati dalle grandi aziende nessuna azione politica e governativa è stata avviata da lui e dagli altri tecnici chiamati a governare la ripresa economica e lavorativa dell'Italia. 
Poletti, pur venendo da una realtà lavorativa operaia, con le sue tutele crescenti ha affossato idee e prospettive di una ipotetica nuova visione del lavoro che rilanciasse l'impiego e la dignità delle persone occupate e da occupare.
La FIAT e Marchionne sono storie e esempi lampanti da interpretare come azioni intimidatori antisociali nonostante gli aiuti di Stato ricevuti e le onorificenze conferite alla famiglia Agnelli.

Stai sereno è diventato un tormentone. C'è poco da stare sereni con dirigenti simili. Dopo tutto il vissuto degli ultimi vent'anni dare loro ampia e incondizionata libertà d'azione mi spaventa.
Per questo motivo andrò a votare. Voterò NO! NO a questa sorta di tirannia del mercato globale. NO alle decisioni che vedono soccombere i deboli. NO alla democrazia cammuffata dai venditori di pentole. Il
4 dicembre 2016, DOMENICA, VOTERO' NO!

Nell'attesa di un parlamento credibile

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