mercoledì 25 novembre 2020

L'attesa

E poi, a sera, ti metti comodo, nella poltrona preferita e lasci andare la mano. Al principio cerchi solo di spegnere la mente. E non pensare. Mettere fuori la porta le notizie peggiori. Quelle notizie deleterie che avvelenano le coscienze peggio della pandemia che ci costringe a tenere alta la guardia.

La mano va. Traccia in una sorta di scrittura automatica segni e forme ataviche. Qualcosa prende forma sul foglio. E ti accorgi che non tutti i problemi sono rimasti fuori la porta.

Le tematiche serie si sono radicate e condizionano il subconscio.

Prendono forma. E non possono sfuggire alla dittatura critica razionale. I volumi si evidenziano. Le linee si allungano fino a dare forme concrete e assolutamente attuali:

l'Africa; la Calabria come terre da colonizzare. E la figura umana che assurge a simbolo universale della creatività spesso confusa, umiliata, posseduta e poco amata davvero: la donna!

Il tutto amalgamato dai chiaroscuri mentali delle forme dis-umane che allignano nei concetti predatori. Atteggiamenti marcescibili ma che al momento rendono profitti a chi attua i progetti. Il qui e adesso è un concetto imperativo.

Il bene comune è una idea alta e sublime che si lascia volentieri ai romantici. Ai donchisciotte del momento si pongono rebus sempre più contorti e poco apprezzabili dalla pochezza di pensiero della massa incolta protesa a far quadrare i conti col superamento delle difficoltà oggettive strumentalizzate ad arte dai negazionisti pragmatici. Personaggi in malafede, viscidi portatori d'acqua senza scrupoli. Servi sciocchi privi di dignità che alimentano meschine dicerie non solo per il gusto blasfemo di affossare qualcuno ma per guadagnare quei trenta miserabili denari nefasti.



domenica 22 novembre 2020

il nuovo umanesimo dettato da Francesco

La chiave del futuro è nei sogni dei giovani, nel loro vedere senza orpelli e pregiudizi a un domani che sia speranza vera non calcolo matematico, interesse o speculazione. E’ al loro entusiasmo, alla loro fantasia e creatività che Papa Francesco ha guardato, sulla scia della “Laudato si” che al mondo ha consegnato “il grido della terra e dei poveri”, per rilanciare una sfida grande e impegnativa: “restituire un’anima all’economia”.

“Urge una diversa narrazione economica, urge prendere atto responsabilmente del fatto che l’attuale sistema mondiale è insostenibile da diversi punti di vista e colpisce nostra sorella terra, tanto gravemente maltrattata e spogliata, e insieme i più poveri e gli esclusi”.


Le parole di papa Francesco sono destabilizzanti per quanti credono nel profitto e per suo nome diffondono false notizie e seminano il dubbio nelle menti deboli.

L'egoismo è una malapianta difficile da estirpare.

Lo sappiamo bene noi calabresi che viviamo ancora “sottopadrone”. E le ultime vicende lo dimostrano:

da una parte la politica spregiudicata che pur di mantenere il dominio alza veti e polveroni. Sovverte i fatti. Depista e crea nuovi nemici. Nasconde la verità e ne crea una posticcia utile ad una ristretta cerchia di amici faccendieri.


La Calabria, come l'Africa, è terra degli ultimi. Entrambe terre ricche di risorse naturali e di intelletti. Intelletti tenuti sotto scacco giacché la cultura e quindi la conoscenza critica evolve ed emancipa le coscienze.

La voce di Francesco destabilizza i poteri temporali precostituiti. È una minaccia per gli affari.

Francesco è una guida rivoluzionaria. Un vero missionario con lo sguardo rivolto alle necessità reali degli ultimi e di quanti soffrono a causa di una economia malata di egoismo.

sabato 21 novembre 2020

Politica e libertà d'espressione

È inammissibile! È un episodio da biasimare quello perpetrato ai danni del libero pensiero ed espressione in politica.

Condivisibile e no è pur sempre un'opinione quella esternata dal senatore Morra nei confronti dei recenti fatti calabresi.

Non ha, a mio avviso, offeso la memoria della presidente Jole Santelli né tantomeno i calabresi che ragionano razionalmente sui fatti. Eppure si sta consumando ai danni della Calabria l'ennesimo misfatto mediatico e politico.

Se consideriamo che l'Italia è una Repubblica Democratica e che nel suo “statuto” è scritto ben chiaro, tra le libertà, quello sul diritto ed esercizio di pensiero e la libertà a esercitarlo in ogni modo, la censura della testata rai3, che tra l'altro è una azienda pubblica il cui canone è pagato dai cittadini, la decisione, infelice, di bloccare alla porta il senatore Morra è intollerabile. È una vera e propria esautorazione della democrazie e del libero pensiero benché sgradevole a quanti agitano la melma della discordia.


Il senatore Morra è stato incauto. E ci può stare. Ma non ha detto falsità perché:

  1. mettersi alla guida di una società civile comporta oltre al sano pensiero democratico anche un ottimo stato di salute fisica. Persino nei concorsi pubblici banditi dagli organi di stato è richiesto un certificato che ne attesti la sana e robusta costituzione fisica dei partecipanti. E chi documenta il falso se ne assume le conseguenze.

  2. È stata un'azione politica furba quella di proporre e caldeggiare fortemente la stimata vittima sacrificale Jole Santelli, forse unica figura degnamente rappresentabile di una confraternita ormai allo sbando.

  3. Tra Arresti, dimissioni, inciuci e impresentabili, nani e ballerine che infoltiscono la corte dei potenti i voltagabbana sono molti.

  4. Gli eletti non sono e non possono essere espressione delle 'ndrine al 100%. (e comunque anche i malavitosi votano nello Stato di diritto).

Insomma la Calabria e l'Italia in genere ha difronte una realtà da curare. Una realtà da emancipare attraverso la cultura sana. La società è una democrazia allorché accetta il confronto dialettico e ne fa tesoro.

venerdì 20 novembre 2020

Onestà intellettuale

L'imbarbarimento è totale!

Tocca ogni settore sociale. Non solo la politica.

Basta aprire una qualsiasi piazza virtuale per rendersene conto. Le frasi di contrapposizione eleganti non si contano e i francesismi abbondano. Si estrapolano parole dal contesto che esprime ben altro allo scopo di smerdare gli avversari.

In Calabria e a Catanzaro nello specifico ci si conosce bene o male tutti. Più male che bene perché le considerazioni sono sempre di parte e strumentalmente tendono a delegittimare chiunque pensi che sia nel campo avverso.

Capita spesso di esternare analisi in totale buona fede, con la sola intenzione di apportare una visione differente ma costruttiva del problema o de problemi. Ineluttabilmente le parole dette sono fraintese volutamente. E con una buona dose di cattiveria sono sovvertite.

In pochi analizzano e cercano la verità. L'essenza del concetto esternato con l'intenzione di proporre in positivo un evento sociale.

È questione di cultura non di retorica spicciola. Strumentalmente si decontestualizzano i concetti per svilire e annientare l'altro. È una sorta di tiro al piccione. Un passatempo vile!

Non ho mai stimato l'ideologia autoritaria e xenofoba e di conseguenza neanche chi la persegue. Come non ho mai pensato che la società debba essere “salvata” dagli eroi.

Non dico di odiare qualcuno perché è uno stato d'animo che non mi appartiene: quando reputo qualcuno indegno della mia attenzione lo ignoro! Inutile perdere tempo e parole. Eppure di parole se ne fanno tantissime. Sembra che sia diventato il passatempo preferito. Non diamo la colpa al governo, all'antigoverno, al vicino o al migrante. Non è un questione di pelle. Siamo Tutti camaleonti. Miseramente camaleontici anche quando le malefatte personali sono peggiori di chi sta di fronte o di chi è nell'occhio del ciclone.

Dovremmo fermarci un momento. Riflettere. Prima di pubblicare e inondare d'odio i social. 


È Natale. Tra qualche settimana è Natale. Non per retorica ma per convezioni facciamo che il Natale sia in noi. Sempre.

novembre, buon lockdown

Il cancello si apre. Me ne accorgo dal rumore che produce a fine corsa: sbatte contro un fermo in ferro piantato a terra.

Entro. L'incuria non invita certo a restare.

In questi giorni di novembre e col lockdown in corso non resta altro che stare lontani dai luoghi affollati ma qui, in questa area recintata destinata ai giochi per bimbi e al relax, sferzata dal vento e lasciata alla furia dei vandali, è meglio stare lontani per scelta. Eppure il parco giochi è di fattura recente. Necessiterebbe di una manutenzione. Una piccola ma costante manutenzione.




Come ripristinare le altalene; i tappeti gommosi che attutiscono le discese allo sbocco degli scivoli e gli scivoli stessi. Svuotare il cestino. E lasciare il tappeto di foglie colorate dall'autunno...

Buon lockdown a tutti

Post suggerito

Un salto in Calabria

  La scogliera di Cassiodoro è situata tra i comuni di Stalettì e Montauro, nel golfo di Squillace. L’affaccio sul mare è spettacolare! ...

divulghiamo bellezza!

a ore 12 ... ...at 12 o'clock ... post in progress, analisi e opinioni a confronto