domenica 4 novembre 2012

ora tutti contro Di Pietro

Indagato il cognato di Di Pietro?! Ma perché non scrivono: Cimadoro indagato per concorso in abuso d'ufficio ma all'epoca dei fatti non ricopriva incarichi comunali?
Insomma, quello di Di Pietro, un nome una garanzia! Ormai è un marchio consolidato. Non si pubblica il nome del diretto interessato nell'inchiesta ma quello di Di Pietro. E, con un po' di buona volontà, se scavano a fondo, riescono a trovare qualche marachella anche del nonno e persino di qualche vicino di casa di Di Pietro. Tanto, nell'agone mediatico, tutto fa brodo!

Analizziamo l'articolo, riportato anche sul più blasonato Corriere della Sera:

BERGAMO - C'è anche il parlamentare dell'Italia dei valori Gabriele Cimadoro, cognato di Antonio Di Pietro, fra le 54 persone indagate a Palazzago, in provincia di Bergamo. Lo scrive oggi «L'Eco di Bergamo». La Procura di Bergamo sta infatti indagando sui presunti favori di cui avrebbero goduto alcune licenze edilizie e su alcuni terreni che hanno cambiato destinazione d'uso all'interno del Pgt.

I reati ipotizzati vanno dall'abuso d'ufficio al falso ideologico e materiale, sino alla tentata concussione. A Cimadoro viene contestato il concorso nell'abuso d'ufficio. Per il pm Giancarlo Mancusi, avrebbe fatto pressioni in municipio per indirizzare alcune pratiche. Cimadoro, titolare di una società immobiliare, è di Palazzago e in passato è stato assessore e consigliere comunale. Ma il pressing, per l'accusa, sarebbe avvenuto quando non aveva cariche comunali.

Poste italiane, che supplizio!



A volte la realtà inganna! È quanto mi è successo ieri l’altro allorché, recatami negli uffici postali per versare dei pagamenti su cc, sbircio dalla porta a vetri e vedo poche persone in attesa.
Bene!, esclamo tra me, ci metterò poco, è senz’altro l’effetto ora pranzo: sono le 14,00.
Entro, pigio il pulsante e la macchinetta sputa un numero assurdo. Lo guardo. Guardo il display. Lo riguardo. Come è possibile! Il display segna 94, a me esce il 303 e qua ci sono si e no 10 persone!

È giorno di pagamenti pensione, signore… mi dice un impiegato. …molta gente viene si prende il numero e si va a sbrigare altre faccende, magari torna a casa a pranzare..

Intanto la numerazione va a rilento. L’impiegata offre un gratta e vinci in cambio di un euro alla pensionata che a stento riesce a compilare il modulo per accreditare parte della pensione sul libretto di deposito.
La vecchina risponde di non credere alla fortuna. Allora l’impiegata le chiede se ha il telefonino se lo usa molto e se vuole una sim di poste italiane convenientissima. E la vecchina: no signorì non u sacciu usara u telefoninu. Sacciu sul rispundira quando mi chiama ‘cuna figghjiu.

Dopo circa 15 minuti il display segna 98. In sala, oltre la linea che dovrebbe garantire la privacy, poche persone in attesa col numerino in mano. Un signore arriva trafelato chiedendo a che numero sono arrivati. Ho il 97! Dice categorico. E allora? Risponde piccata l’impiegata. Perché non siete rimasto qui ad aspettare il vostro turno? La discussione dura un po’. e nel frattempo le operazioni sono sospese a causa di un black out al sistema informatico.
Guardo il mio numero: A303... Circa duecento persone prima di me e qui ne vedo una decina … meglio cambiare ufficio postale!


sabato 3 novembre 2012

la ricetta di Vendola contro la crisi

Niki Vendola

Qualcuno sta barando. E qualcuno dice la verità con parole semplici.


L'altro ieri, Vittorio Grilli, nel corso della trasmissione Uno mattina su Rai Uno, ha detto che la fase di recessione in Italia dovrebbe concludersi nel secondo trimestre del prossimo anno in coincidenza con la ripresa dell'economia internazionale.

Oggi, Angela Merkel, dice che ci vorranno più di cinque anni per superare l'attuale crisi economica e insiste con la ricetta tedesca del rigore per convincere il mondo ad investire in Europa.
Se la Merkel e gli altri Statisti vivessero come persone comuni probabilmente non parlerebbero di sacrifici nei termini fin ora conosciuti. Forse darebbero maggior peso all'uomo quale entità pulsante. Alle donne quali rappresentanti sensibili della vita stessa, ai bambini che incarnano il presente e rappresentano il futuro, agli anziani che sono la memoria storica di un passato non tanto remoto.

Ancora una volta si parla di finanza piuttosto che di lavoro; di aziende che controllano i conti al millesimo piuttosto che impegnarsi nella ricerca finalizzata a superare gli ostacoli posti dalla vecchia mentalità affaristica di quanti si sentono padroni del mondo intero.
Eppure tutte le religioni, dalla filosofia alla politica alla scienza, mettono al centro delle loro azioni l'uomo e l'ambiente. Tutti si interrogano sulle possibilità future e nel frattempo il presente esplode nel dolore davanti al cinismo scellerato delle scelte ad indirizzo esclusivamente economico e aziendalistico.

Le uniche parole sagge le ho ascoltate dalla bocca di Niki Vendola in occasione del ricordo di un grande della sinistra italiana: Peppino di Vittorio.
Nelle parole di Vendola c'è il tentativo di riscattare una classe politica morente che pensa allo spread, alle aziende, agli imprenditori e non all'Uomo, ed è con speranza che le riscrivo.

Queste le parole di Niki Vendola:
Credo che oggi valga la pena tornare a riflettere su quell'intuizione straordinaria che ebbe Giuseppe Di Vittorio, quella cioè di lanciare il Piano per il Lavoro che aveva dentro di sè una centralità fondamentale che oggi e' scomparsa: la scuola, l'educazione, i bambini che riempivano le strade. Oggi noi dobbiamo ritornare a investire sulla formazione, sull'educazione, sulla scuola. Questa e' veramente la cosa più importante.
Ecco, oggi ci vorrebbe un pensiero strategico come quello di Peppino Di Vittorio, un pensiero che nasceva anche dall'autonomia culturale di una sinistra che non si metteva in ginocchio di fronte ai poteri forti ma che restava in piedi a testa alta, che affrontava anche il compito della contestazione con grande consapevolezza e responsabilità democratica nazionale.


Di Pietro Presidente, parola di Grillo


Dopo le polemiche, le accuse mosse a Di Pietro, dai suoi ex amici di partito ai quali si sono associati altri giacché in politica tutto è ammesso pur di mantenere il potere, ho voluto capirne di più. Ho girato e navigato nel web con l'intento di trovare voci fuori dal coro in modo da poter confrontarle con quelle apprese dai giornali dopo la bufera causata dall'inchiesta della nota trasmissione televisiva “Report”.

Ho letto in primis le giustificazioni dello stesso Di Pietro sul suo blog personale e quelle del figlio Toto che ha seguito le orme del padre e che si trova nell'occhio del ciclone.

Ho letto i giornali di destra e sinistra; nessuno mai ha scritto e reso noto con maggiore veemenza parole di stima e solidarietà verso “l'accusato Di Pietro”, anzi, tutt'altro! Ma, si sa, la rete ha radici anarchiche e tra la spazzatura mediatica si trova sempre qualche bel fiore cresciuto spontaneo sul letame:

Nel blog di Beppe Grillo c'è un post col titolo “Antonio di Pietro Presidente”

“... se abbiamo potuto votare contro il nucleare di Casini, Bossi, Fini e Berlusconi lo dobbiamo a lui che ha raccolto e validato le firme necessarie. Solo per questo dovremmo dirgli grazie.

Il Lodo Alfano, che anche un bambino avrebbe dichiarato incostituzionale, ma non il presidente della Repubblica, fu criticato e osteggiato in solitudine da Di Pietro nel silenzio dei Bersani, dei D'Alema e con il plauso dei Cicchitto e dei Gasparri.

L'uomo ha un caratteraccio, non ascolta nessuno, ma è onesto. Quando ha dovuto affrontare il giudizio di un tribunale lo ha fatto senza esitazioni e ne è sempre uscito prosciolto.

Quanti in Parlamento possono dire altrettanto? Chi può scagliare la prima pietra? Nessuno. Nel 2013 Napolitano decadrà, per ora è l'unica buona notizia certa. Il mio auspicio è che il prossimo presidente della Repubblica sia Antonio Di Pietro, l'unico che ha tenuto la schiena dritta in un Parlamento di pigmei. Chapeau!”

Chapeau!, a quanti non si fermano davanti alle apparenze iniziali.

venerdì 2 novembre 2012

Di Pietro è in buona fede?

Dopo la bufera “report”  Grillo corre in aiuto dell’ex pm di mani pulite e lo  propone come degno inquilino del Colle.

Come mai? Beppe Grillo se lo vuole pulire dalla scena politica italiana oppure spezza una lancia a favore della integrità dell’ex fustigatore dei corrotti della prima repubblica nonché presidente e fondatore dell’IdV?
A dire il vero, Di Pietro, d’avanti alle telecamere, ha dato l’impressione di chi cerca di arrampicarsi sui vetri. Non ha convinto specie quando ha parlato della donazione della contessa Borletti. E questo è un dato di fatto! Ma da qui a trattarlo come uno dei tanti che vedono nella politica un mezzo per arricchirsi, beh, mi è sembrato eccessivo.
Anche se dentro di me una vocina mi diceva: no, no è possibile che Tonino sia come e peggio degli altri!, non osavo pronunciarmi proprio perché non c’era materiale da contrapporre. Ed ecco che il tornado Grillo lancia una delle sue solite battute che non sai se prenderle a favore o contro. Ciononostante,  pur credendo che Grillo non sia il tipo da fare simili affermazioni con superficialità e che Di Pietro sia caduto ingenuamente nelle “trappole Mediatiche”, ho aspettato prima di esporre il mio personale pensiero in merito all’onestà politica di Di Pietro e all’esternazione del Grillo Parlante Beppe.

Finalmente, Di Pietro stesso, sul suo blog chiarisce alcuni aspetti fondamentali di tutta la vicenda:
Di Pietro e Famiglia

“…se si ha l’accortezza di “girare” le pagine successive delle singole visure catastali, ci  si può facilmente rendere conto che, in realtà, i miei figli non sono affatto proprietari di “15 case” ma solo di due appartamentini, con annesso unico garage, entrambi siti al quarto piano di un condominio popolare di recente costruzione in zona Bovisa a Milano. Tutte le altre particelle immobiliari, indicate nell'estratto catastale, invece, altro non sono che “aree urbane” dell’intero condominio cedute al Comune di Milano per “servizi pubblici” (marciapiedi, parcheggi pubblici, svincoli e strade di accesso, giardinetti pubblici al servizio di tutta la collettività locale, etc.).
Ebbene sì, ai miei figli, Anna e Toto, ho in effetti donato, con atto notarile del 30 giugno 2008, un appartamento con annesso garage a Milano, immobile che in fase di costruzione e al momento del rogito ho fatto frazionare in due porzioni (fisicamente con un muro di cartongesso e catastalmente come da atto  notarile) in modo che siano loro un domani a decidere se abitarci in due famiglie, oppure in una sola.
Ho pagato tale acquisto con miei proventi personali, frutto del mio lavoro, dei miei risparmi e dei miei investimenti…e, soprattutto, dei tanti risarcimento danni che, in tutti questi anni, ho ricevuto da parte di chi è stato condannato dall'Autorità giudiziaria competente per le continue e ripetute diffamazioni e calunnie commesse ai miei danni, al solo scopo di annientarmi professionalmente, dapprima come magistrato e poi come politico.

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