sabato 14 dicembre 2019

Semantica e Etica politica nelle azioni di governo

“Terremoto al comune di Catanzaro”.


Interpretazione semantica a parte, il titolo giornalistico, promotore involontario dell’evacuazione scolastica di alcuni istituti cittadini, pone seri interrogativi sul modo di fare e intendere la cosa pubblica da parte di certa politica accattona e strumentale ai bisogni non dei cittadini ma dei “gestori” del più alto strumento democratico del vivere comune.

La fretta, la superficiale interpretazione, l’indolenza con cui ci si relaziona spesso coi pensieri e i sentimenti altrui, la predisposizione all’ascolto con addosso maschere di circostanza sono elementi strutturali del tempo. Oggi a battere e determinare la velocità delle azioni e dei pensieri generanti il più delle volte le incomprensioni interpersonali c’è lo strumento informatico del web.

Tablet, telefonini, personal computer e tv trash sono i nuovi strumenti di connessione col mondo esterno.
La dipendenza è totale. Connettersi è l’imperativo categorico. Non poterlo fare è origine del panico. E poi la velocità impone spostamenti rapidissimi da una chat all’altra. Fake news, ovvero notizie false volute o farlocche dettate dall’ignoranza o malafede. Notizie tendenti a screditare potenziali concorrenti.
Certamente fa pensare, tornando a quanto accade nel consiglio comunale catanzarese, anche se d’impulso, alla superficialità d’approccio dei giovani consiglieri che avrebbero voluto cambiare il mondo. Giovani, che secondo gli inquirenti, si sono adeguati al modello in atto che consente di “arrotondare” le entrate personali attraverso finte sedute e relativi tatticismi per favorire “grandi elettori”.

Tutto ciò lascia l’amaro in bocca. Anche laddove l’indagine risultasse per alcuni ininfluente perché il fatto non sussiste rimane la macchia, l’onta di non avere tenuto fede all’impegno preso con gli elettori nel vigilare sulla corretta azione della cosa pubblica.

domenica 8 dicembre 2019

Calabria, governatorato presente e futuro

Si sente e si legge di tutto sulla vicenda delle prossime elezioni regionali.

 In Calabria tiene banco la questione Zingaretti/Oliverio/Callipo per il centro sinistra mentre nel centro destra a tenere viva la discussione ci sono i veti della lega su Occhiuto e spunta il nome della Santelli e i calabresi chiamati a votare il prossimo 26 gennaio non ne possono più di balletti simili.
Non che tutti i cittadini chiamati al voto siano appassionati di questo modello di fare politica ma loro malgrado sono chiamati in causa. Le assurdità elencate da televisioni e giornali sconcertano anche i più creduloni a destra quanto a sinistra.

Zingaretti nelle vesti di segretario nazionale sembra essersi svegliato dopo un lungo sonno durato ben cinque anni e pone un veto perentorio al governatore uscente. Ad Oliverio, comunista di lungo corso, il pd preferisce un imprenditore che in passato non ha disdegnato approcci differenti e puntato la bussola a destra. A sua discolpa c’è da dire che “resta in Calabria”, ama la Calabria. È un uomo determinato e in imprenditore di successo.
 O forse no? Ha le idee chiare dopo essersi confrontato con la segreteria del pd nazionale che forse conosce storie e fatti a noi ignoti? Perché, sennò, appoggiare un imprenditore e ostacolare il “riformatore” Oliverio nella sua caparbia azione che lo spinge a riproporsi anche a costo di creare uno strappo nel partito?

100 sindaci! Cento, non uno di meno, appoggiano Oliverio!
Intanto inizia a perdere pezzi. L’assessore al lavoro lascia l’esecutivo guadato da Oliverio. Non si trova in linea con le sue decisioni. Lo ringrazia ma non se la sente di remare contro il pd. E i sindaci che lo appoggiano e condividono a spada tratta la sua tracotanza che hanno visto di buono in tutta ‘sta vicenda?
Cos’ha fatto, sempre Oliverio, di storicamente valido in questi cinque anni di assoluto potere decisionale che ha tenuto ben stretto, per la Calabria?
La storia politica lo ricorderà per cosa?
Lavoro; formazione; tutele; Cultura! Azioni concrete per i giovani e gli anziani. O per la sanità. Per quanti sono costretti a pagare le prestazioni sanitarie di primo intervento, per i ticket dovuti già al pronto soccorso ed in seguito nelle farmacie. Per gli esperti, donne e uomini, mortificati nei vari campi lavorativi dall’assenza di normative chiare e precise nelle tutele delle professionalità?
Eppure le occasioni non sono mancate. La Calabria e i calabresi sono opportunità da sapere cogliere. Basta uno sguardo. La prossima squadra sarà più attenta alla storia e i bisogni reali della nostra regione prescindendo dalle casacche politiche e dalle imposizioni delle lobby che ruotano attorno  al potere?

giovedì 5 dicembre 2019

Allerta meteo, Catanzaro scuole chiuse

“Atru ca emergenza aranciona o russa a li tempi mei n’accumpagnavanu a la scola a caci ‘nto culu e mò basta na pisciata e gaddhina ca chjiudanu menzu mundu”. “SSì Abbramu si purga ‘nzaluta. Iddhu si tira fhora. E ccu c’ha fa fhara ma rischia! Chjiuda tuttu e s’inda fhutta!”
Scuole chiuse in città. Catanzaro è in allarme meteo. Gli esperti hanno diramato l’allarme: previsti probabili acquazzoni e tempeste sulla fascia jonica catanzarese… Insomma ci sono o non ci sono? Sono previsti i temporali oppure è incerto l’infuriare del mal tempo?
Per adesso le scuole sono chiuse e le famiglie si arrangiano! Specie i genitori che lavorano. Per loro la gatta da pelare è diventata una grana quotidiana! non è un episodio sporadico. Non un fatto da restare chiusi in casa perché "cadunu petri e mulinu". No è solo un po' di pioggerella e chi non ha dove parcheggiare i figli durante l’inverno, visto che ormai è 'na consuetudine, deve restare a casa e perdere giornate di lavoro.

Cz, ponte morandi, visto da sotto
Ma perché i sindaci non mettono in atto un piano serio per fronteggiare il maltempo? È così difficile mettere le scuole in sicurezza? E le strade? Gli edifici di pubblica utilità sembrano essere diventati terra di nessuno. Nessuno che sappia cosa fare se non affidare alla Provvidenza la propria incolumità.
“’on ncì su sordi! Non ci sono i fondi per mettere in sicurezza le scuole, le strade e quanto ricade sotto la voce del bene comune…”. Anche per il ponte “Morandi” c’è voluto l’intervento mediatico delle jene che hanno resa pubblica su scala nazionale la pericolosa incuria cui versava la struttura. Solo dopo lo “sputtanamento nazionale” si mosse qualcosa e chi di competenza trovò i soldi per fare avviare i lavori pubblici per risanare le crepe, coprire i ferri arrugginiti delle travi e dell’arcata del viadotto, simbolo e vanto architettonico di Catanzaro.

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