venerdì 7 agosto 2015

Appunti di viaggio

AMORI SENILI.

Il concetto d'amore è per sua natura un sentimento privo di età e di tempo. È qualcosa di indefinito che fa stare bene con sé e col mondo chi vive l'attimo. E bla bla bla. Quante parole si dicono e si continueranno a dire e quante pagine sono state scritte e si scriveranno per ribadire la bellezza che racchiude l'anarchia amorosa evocante magie non più sostenibili oltre una certa età? E perché no! Potrebbe anche succedere ma se non è ammantato di purezza e privato della materialità ad essa connaturata si riduce a una semplice relazione, un accordo tra due persone che hanno paura della solitudine. Riducibile ad una equazione semplice ma non semplicistica. Sarcastica semmai condita con un po' di sano cinismo costruttivo: Non più il tempo delle mele ma quella dei fichi … secchi. :-)

Appunti di viaggio

In-attesa.

E poi arriva l'imprevisto. Inatteso. Fulmineo imperativo stop. Categorico e bruciante peggio del pur consapevole e necessario coito interrotto.

L'attesa, ha detto qualcuno, è migliore dell'evento. Durante il tempo dell'attesa, se si programma un viaggio di lavoro o una vacanza le aspettative sono sempre rosee. Specialmente se si tratta, appunto, di una piacevole programmazione voluta e lungamente desiderata. Niente è lasciato al capriccio del caso. Ogni aspetto è curato nei minimi particolari: il percorso completo del viaggio, i compagni di viaggio, le tappe, i ristori.
Nulla è lasciato alla casualità. Persino i tramonti e le albe si tenta di impacchettare nel proprio immaginario scenografico secondo personalissimi canoni di bellezza.

lunedì 3 agosto 2015

Appunti di viaggio

notturno

È vero! Non siamo mai contenti. Fa freddo e invochiamo il caldo. Fa caldo e vorremmo trovarci tra i ghiacciai del polo. Ma oggi i 39° danno decisamente ragione a chi ama le temperature fredde a prescindere dalle volubilità individuali e dai mugugni congeniti degli incontentabili ad oltranza.

Le previsioni indicano il solito temporale estivo. Si spera non faccia danni e ben venga a rinfrescare l'aria.

La notte trascorsa è stata da favola. Niente climatizzatore o agitatori d'aria elettrici. In giardino si stava benissimo. La brezzolina scuoteva leggermente le foglie del tiglio dove si era appesa la luna e da lì guardava al mare. Simile ad un faro, la luna, gettava una scia argento sulle calme acque dello Jonio. Fendeva il buio della notte rischiarando le geometrie fatte dagli uomini e la natura indomita. Sembrava perdonare tutti i peccati inferti da mani violenti comandate da bellicose avide volontà.

I 39° si sentono tutti e qualcosa in più. La sabbia è rovente e l'acqua del mare è tiepida. La signora dell'ombrellone accanto saltella vanamente per coprire i venti metri che la separano dalla battigia. (Il contatto con la sabbia è grazioso quanto inutile.). Il tuffo è immediato.
La vita riprende i ritmi consueti sulla battigia. È agosto!

Appunti di viaggio

primo giorno:

L'orientale col raccoglitore dei tatuaggi aperto e il fatidico aquilone che svolazza sinistro sopra di noi agganciato in chissà quale parte del suo corpo. I nordafricani, una volta detti genericamente “cugini” marocchini ma oggi non più visti i tratti somatici e il colore della pelle, offrono di tutto, dai tappeti alle asciugamano, dai giochini e ninnoli di plastica agli orologi, occhiali da sole autenticamente contraffatti, libri presi probabilmente al macero, vestiti tribali e occidentali che le bagnanti non indugiano a misurare sui costumi umidi e i corpi resi lucidi dalle creme. Gli immancabili indiani con le loro valigette colme di ninnoli e pietre colorate. Il venditore di cocco fresco e le zingare con prole al seguito che sperano nella pietà dei bagnanti stesi al sole e nel loro ipotetico inquantificabile senso di colpa verso qui poveri bambini ammaestrati a elemosinare qualche centesimo.

"maternità" intaglio nigeriano

Lui è diverso! Alto. Nero e la barba con qualche filo bianco curata da qualche giorno. Il vestito, blu a strisce ma non chiassoso, ha qualche macchia. Contrariamente agli altri non emana nessun cattivo odore.
Ciao buon giorno vuoi vedere? Vedere non costa niente! … elefante giraffa gufi … mamma con bambino... Gufi contro la cattiva sorte...

Visto che non costa niente vediamo pure ma non possiamo spendere granché siamo poveri la crisi ha colpito tutti.

Poveri? Anche noi in Nigeria siamo poveri, manca soldi il resto tutto bene famiglia figli però tu hai fammiglia vicino, affetto che io ho lasciato là. Prendi compra qualcosa almeno per benzina vado a Sibari.

Sibari? Và meglio là?
Non so. Provo.

Il mercante nigeriano ha una sua dignità. Raccolgo tutte le monete che ho e glieli porgo. Tieni non ho altro. Tende la mano, osserva le monete e mi da la sculturina della maternità. Sorride, mi augura la buona sorte e va via col suo carico di manufatti tribali intagliati nel legno leggero.

venerdì 10 luglio 2015

Vaffanculo alla crisi

C'è una situazione incresciosa, tanto per usare un eufemismo, causata dalle banche e dalla finanza creativa che dall'America ha contagiato e condizionato pesantemente con effetti devastanti l'intero pianeta.
La bolla economica ha messo in ginocchio intere nazioni e stritolato larghi ceti sociali.
I piccoli risparmiatori si sono visti tassare i risparmi depositati nelle banche.
I poveri in canna si sono visti tagliare l'assistenza sociale.
La sanità pubblica è stata decimata.
Le pensioni decurtate insieme agli stipendi. Al ribasso anche eventuali benefit aziendali.

In europa, la Grecia è tra le nazioni che rischia di fallire ma qui dobbiamo ricordare che il malgoverno e le ingiustizie sociali provocate dalle leggi greche, più che le nuove regole imposte da una gestione economica assurdamente coercitiva della troika ha fatto della solidarietà una parola vuota e senza senso.
Anche in Italia, tanto per restare in tema, con Monti è iniziata la macelleria sociale sposata in toto da Renzi.

Insomma c'è poco da stare allegri. Ha ragione Renzi: basta piangersi addosso. Abbasso i gufi! Ce la possiamo fare!
me ne fotto!

Lo dice anche lui, o lei?, con quell'espressione sorniona disegnata sul volto: il gatto se la gode beatamente sdraiato sulla sommità del moncone della palma uccisa dal punteruolo rosso: me ne fotto... sembra che dica. Tanto, primo o poi arriva sempre la fine.

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