domenica 26 maggio 2013

Risolto il mistero dei post fantasmi

Alcuni vecchi post non comparivano più sul blog perché contrassegnati come bozze (!?)
Questa mattina, casualmente mi sono accorto del disguido tecnico(?) e li ho riproposti.
Buona lettura.

questi i link: 


accoglienza d'avanguardia ai migranti in Calabria

"durante la lavorazione del film di Wim Wenders,
il volo (modello Riace)"






In Calabria l’accoglienza ai migranti è all’avanguardia!

Lo sostiene con forza il Presidente della regione Agazio Loiero e il testo che segue, estratto dal sito ufficiale della regione Calabria, conferma la convinzione che per alcuni mezzi d’informazione è più semplice divulgare notizie sensazionali come le navi dei veleni e altre disfunzioni del malaffare tanto per stare sulla notizia e abbandonarla non appena stanca l’opinione pubblica piuttosto che comunicare notizie positive.

cucina mediterranea, semplice, gustosa, economica

LUMACHE AL SUGO

Cucina mediterranea semplice, gustosa, economica.
aore12

Un po’ di storia:
La cucina calabrese è il risultato delle colture praticate da millenni dalle popolazioni che hanno vissuto i luoghi mediterranei della Magna Graecia.
Antropologicamente, nell’entroterra calabrese, gli abitanti adottano i frutti della terra e l’allevamento generalizzato di suini, ovini, caprini, bovini, per il sostentamento giornaliero; mentre lungo le coste, essendo la pesca la principale risorsa economica, le conserve, consistono in prodotti sottosale, sarde e alici, sottolio, tonno sgombro e pescespada, e la più rinomata “sardella” piccante da spalmare sul pane conosciuta anche come caviale dei poveri. La creatività, dettata dalle esigenze strutturali, induce le massaie a non sprecare nulla, tant’è che la loro parsimonia, considerato lo stile di vita in voga in alcuni paesi dell’entroterra fino agli anni 60/70 che, per prassi, non si limitavano solo all’espletamento dei servigi casalinghi ma andavano anche a lavorare nei campi, le induceva a sfruttare appieno quanto di commestibile riuscivano a trovare nelle aree d’intervento. Consumato fresco o conservato con adeguati accorgimenti per i tempi di magra, il frutto della terra era trattato con estrema sacralità. Si va quindi dalle provviste dei prodotti spontanei, trovati in natura come funghi, lumache, erbe e frutti di bosco in genere e quelle coltivate; non manca nulle nelle dispense:
Le castagne nella sabbia per mantenerle fresche, grappoli d’uva appesi, fichi d’india, fichi secchi, serti di aglio e cipolle, peperoni, patate, olive e ortaggi in salamoia e la provvista di carne e grasso animale ottenuta dalla macellazione del maiale.
In tempi di carestia, causati dall’uomo o dalla natura, le castagne, i funghi, le patate, i fagioli, il granturco, il grano, i pomodori e le erbe selvatiche contribuiscono al superamento di tempi bui come la guerra, il dopoguerra, la calura eccessiva, la siccità o le alluvioni.

L’uomo, sfruttando appieno il suo spirito di sopravvivenza, riesce a rendere gustosi e piacevoli tutti i doni che la provvidenza offre, animali e vegetali; persino i molluschi, opportunamente cucinati, si trasformano in manicaretti deliziosi.

A Berlino, Loiero e Wenders parlano d’integrazione solidale, profughi e accoglienza in Calabria

"Riace, W. Wenders con Mimmo Lucano"


A Berlino, Loiero e Wenders parlano d’integrazione solidale dei profughi in Calabria.

Il “modello Calabria” per l’accoglienza e contro l’intolleranza, esposto dal Presidente Agazio Loiero, trova attenzione al “X Summit dei Nobel per la Pace” sul tema “Abbattere i muri per costruire un mondo senza violenza” (con quattro declinazioni, disarmo, discriminazioni, povertà e omertà) che si è aperto a Berlino al “Municipio Rosso”, più noto come “Rotes Rathaus” il 9 novembre 2009 in occasione dei festeggiamenti per la ricorrenza dell’abbattimento del muro di Berlino.

troppi studenti, tornare a Università d'élite, echi di Eco

L’intervento di Umberto Eco, pardon, la lectio magistralis” all'università spagnola di Burgos, dove il semiologo e scrittore nostrano si è recato per ricevere una laurea honoris causa in storia medioevale, non è una provocazione ma ben di più.

Come considerare le sue parole in un momento in cui si chiede più cultura e diffusione dei saperi in contrapposizione ai piani politici dei governi europei che tagliano ricerca e diritto allo studio in virtù di ipotetiche leggi di ingegneria economico-finanziaria che tutelano solo ed esclusivamente i grandi capitali?

E come giustifica il pluriinsignito prof la fuga dei cervelli, la mancanza di lavoro, l’affossamento della cultura solidale oltre che scientifica; la teatralità e l’esposizione mediatica dei baroni universitari che lasciano svolgere le lezioni al codazzo di studenti chiamati a ruolo di assistenti?

E che dire delle “vacanze” dai ricevimenti e dal timor panico che incutono certi “educatori” manichei?

Ma pare che queste tematiche non interessino al nostro prof.
Secondo lui, “l’eccesso di studenti ostacola l’attività accademica e conduce alla crisi dell’università” e non altri fattori.

Come dire: teniamo i figli a casa o mandiamoli nei campi a cesellar zolle anche se non c’è nessun bisogno. Ma teniamoli lontani dai prof impegnati in conferenze e intenti incassare lauree onorifiche. Baroni che cederanno lo scettro a una ristretta élite di privilegiati quando la gotta o il rincoglionimento li renderà incapaci di muoversi.

D'altronde l’auspicio di Eco è che “l’accademia torni ad essere per una certa élite, proprio come accadeva nella sua migliore epoca”.

Ma stimo troppo lo scrittore de “il nome della rosa” che in virtù del suo racconto ambientato tra le mura di un monastero e grazie al cognome di uno dei personaggi , Jorge de Burgos, ha ricevuto la laurea, per chiudere cosi sbrigativamente la faccenda.

Penso, piuttosto, che forse i media hanno, come al solito, strumentalizzato il pensiero del noto semiologo. Hanno estrapolato le frasi più insidiose per innescare la lite, catalizzare l’attenzione su qualche nuovo prodotto editoriale o iniziare la filippica ideologica sulla necessità alta di una cultura mirata all'emancipazione collettiva dei popoli.
No, forse mi sbaglio!

Se è vero quanto riportato dai media, Lui, vuole detenere il “potere” della cultura. Mantenere il suo status di docente insigne.
Status che, sempre secondo lui (come riportato dai mass media), è insidiato dai nuovi mezzi di comunicazione di massa. In special modo della rete, il web, che, sempre secondo il parere del semiologo riportato dai giornali on line, “la rete, come strumento di consultazione inibisce il lavoro degli insegnanti e porta a  un mutamento per quanto riguarda il legame tra docenti e studenti”.

Insomma per il prof con internet si può accedere a molte informazioni che in parte sostituiscono il lavoro dei docenti.

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