domenica 13 febbraio 2011

le performance di Vittorio Sgarbi

prossimamente: Sgarbi e l’happening delle donne che amano Silvio.


Nell’Italia democratica, in virtù della pluralità e della enorme pazienza degli italiani impegnati seriamente nei campi del lavoro, della cultura e dell’arte, che rifuggono platee facili o scorciatoie artificiose come la mercificazione del corpo, magari reso ancora più bello e attraente dal silicone e dal bisturi del chirurgo plastico, c’è spazio per tutti, anche per le provocazioni studiate e urlate strategicamente nei talk show, nei tg o nelle trasmissioni spazzatura, ottimi trampolini di lancio per le olgiatine (belle ragazze in difficoltà che per uscirne si sacrificavano a fronte di cospicui guadagni con uomini facoltosi) prima della carriera politica, secondo quanto emerso dall’indignazione corale degli italiani, per acquisire visibilità alcuni personaggi hanno fatto e continuano a fare tutto ciò che ritengono favorevole alla loro ascesa.

E non solo. Ormai da qualche decennio, i telespettatori che pagano il canone rai e quanti s’interessano di cultura e arte, sono costretti a subire un personaggio singolare che ha fatto della violenza verbale uno stile mediatico ben remunerato, asservito e pronto al mutuo soccorso di chi foraggia con incarichi ad hoc il suo ruolo di cavalier servente.

Eppure è persona colta, di quella cultura nozionistica pallosa, trita e ritrita ancorata a schemi passati ma che per lui è, ancora oggi, l’unica forma d’arte ammissibile che denota potenzialità artistiche nei contemporanei.

Insomma un urlatore che ama lo scontro verbale.

Forse è per questo suo modello mentale che Sgarbi, visto il successo delle manifestazioni odierne, si fa accompagnatore delle “nobildonne” e, simile al cicisbeo settecentesco, propone una "contromanifestazione" festosa dedicata all’amore e invita le donne che amano Berlusconi a scendere in piazza, suffragato dalla ministra dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, che mette nero su bianco il suo personalissimo pensiero sulle manifestazioni delle donne che oggi si sono trovate numerose come non mai nelle piazze per contestare l’imbarbarimento della cultura e della politica, come "minoritarie e radical-chic".
E ancora dalla Daniela Santanché. Che accusa le manifestanti di volere alimentare l'odio delle donne contro altre donne, una sorta di "Eva contro Eva".

Sgarbi, me lo immagino, novello cicisbeo che apre il corteo della "contromanifestazione" di donne che amano Berlusconi. da un lato la ministra dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, e dall’altro Daniela Sntanchè seguita dalla Minetti e poi giù giù con Ruby, e tutte le papygirl.
… ma quanto sono ignorante! Un critico d'arte e tante artiste che si radunano in un luogo pubblico si chiama happening!

orgoglio, dignità e cultura: se non ora quando?

aore12

Se non ora quando? Ieri! se fosse dipeso da me. Però, meglio tardi che mai!

Credevo fosse seppellita per sempre la stagione della speranza nel cambiamento e che insieme alla speranza fosse stata seppellita la cultura fin qui accumulata, e quando tutto sembra finito ecco la riscossa della piazza, anzi delle piazze italiane. Roma, Napoli, Catanzaro, Palermo…quasi duecentonovanta piazze in tutto il mondo, duecentotrenta soltanto in Italia. Nelle piazze delle maggiori città e dei centri urbani, il sentimento sano dei cittadini accomuna, si tocca, entra ed esce dai pori della pelle, stringe la gola e fa venire la pelle d’oca. No! decisamente gli italiani perbene non ci stanno a lasciare che le forme deviate di un sistema sociale bacato sopraffaccia la maggioranza silenziosa, quella che pensa in positivo, che non scende in piazza perché sfiduciata dalla cattiva politica di destra e di sinistra fatta di faccendieri e capipopolo collusi con lobby finanziarie o malavitose.
Oggi, finalmente il popolo vero è sceso in piazza per dire basta alle distorsioni concettuali della politica sociale, delle leggi dello Stato, della finanza e del lavoro!
Lavoro che diventa ricatto in mano a governi e industriali che hanno chiuso lo stato di diritto sociale fuori dalla testa perché dentro c’è spazio solo per strategie indirizzate a produrre ricchezze personali.

«Se non ora quando? ». all’unisono nelle piazze si grida: Se non ora quando ri/affermare la propria forza, dignità e determinazione? quando riaffermare il diritto al lavoro? Se non ora quando dire basta con le donne usate come nella prima Repubblica si usavano le mazzette, «educate» per compiacere il Drago, apprezzate per le misure seno, vita, fianchi, altrimenti trasparenti perché l’ascensore sociale che va piano per tutti, per le donne è bloccato al piano terra. Queste piazze azzerano le distanze tra l’Italia, la Francia, l’America, la Spagna, la Svizzera, isole lontane e decine di stati stranieri. Nessun simbolo di partito, di sindacato, di associazione, niente che sia ascrivibile ad «una parte»: sono invitate le donne di destra, di centro - quelle dell’Udc fanno sapere che non saranno presenti -, di sinistra e quelle che la politica non le riguarda, le Ruby, le Minetti, le Iris, le scrittrici e le casalinghe, quelli che la sera vanno a letto presto e quelli che ci vanno tardi, quelli che leggono Kant e quelli che preferiscono Diabolik, quelli che per forza devono mostrare le mutande in un teatro ma forse iniziano ad avere un dubbio ma non lo possono dire perché il Leader indiscusso, indiscutibile, ingiudicabile, no, non permetterebbe. L’evento clou, seguito dai media di mezzo mondo, è a Roma, in piazza del Popolo, dove la kermesse dal palco, iniziata dalle due del pomeriggio, con la Annunziata in diretta con la sua trasmissione “in mezz’ora”. E mentre dialoga con le sue ospiti, dalla terrazza del Pincio scende uno striscione enorme con la risposta: «Adesso». «Vogliamo un Paese che rispetti le donne, tutte».

Privacy

Privacy.
Se ne fa tanto un gran parlare e tutti sono costernati al solo pensiero di apprendere di essere spiati negli affetti più intimi. in effetti, quando fu introdotto nel sistema della democrazia italiana lo strumento delle intercettazioni telefoniche per combattere la malavita organizzata, fece scalpore specie nel popolo della sinistra libertaria che accusò il governo di allora di voler spiare indistintamente tutti i cittadini, buoni e cattivi nella stessa rete, perché si conosce l’inizio delle intercettazioni, ma non si può ipotizzare se il “filo di Arianna degli ascolti” si ferma al necessario o va oltre il superfluo e curiosa anche nei legami sentimentali di quanti, loro malgrado, siano stati contaminati nell’inchiesta. Infatti, è venuto fuori che alcuni cronisti ci hanno inzuppato il biscotto ben benino nelle notizie torbide, specie amorose o di “pilu”, che, se pur prive di rilevanza investigativa, condite sapientemente, quel tanto che basta, fanno vendere giornali e salire le quote d’ingaggio dei parolai prezzolati. Ed è da questa forma di sistema che la società si deve proteggere, sottraendo ai gossippari le fonti di notizie piccanti; cestinarli nell’immediatezza, appena l’inquirente comprende che l’amante non c’entra nulla con l’indagato o il colluso.

Privacy non è sinonimo di arroccamento ma tutela della sfera intima; difesa dei valori calpestati dai despoti e dai regimi totalitari, ma anche da chi li sciorina ai quattro venti con scopi destabilizzanti, per abbattere nemici e buttare fango sugli avversari.

sabato 12 febbraio 2011

le mutande di Ferrara in teatro

Nulla rimane per sempre tale e quale, specie la mente umana, ed è per questo che non voglio ricordare gli scontri di Valle Giulia e il passato sessantottino, neanche la militanza nel pci prima, e l’adesione al psi dopo, di Giuliano Ferrara, figlio di Maurizio, senatore del pci che diresse l’Unità, ma anche figlio di Marcella de Francesco, una che ha lottato da partigiana e che è stata segretaria particolare di Palmiro Togliatti.

Non so se faceva bene prima o adesso, fatto sta che dopo la sua frequentazione e collaborazione con Bettino Craxi il nostro Giuliano ha subito una trasformazione che lo induce a essere critico nei confronti dell’ex area di sinistra, specie dei vecchi militanti del pci che bene o male hanno lottato per liberare l’Italia dall’oppressione fascista e stilato la Carta Costituzionale che regola la nostra democrazia. Democrazia che ha dato la possibilità a gente comune di costruire imperi dal nulla, magari agganciandosi a carri politici e alle politiche imprenditoriali avventuristiche degli anni passati.
Oggi lo troviamo intento a espletare il ruolo di mutandaio esacerbato che alimenta e confonde la gente poco accorta.

A Giulia’ nessuno ce l’ha con Berlusconi perché ancora gli tira e va con le mignotte! Lo sai benissimo! Non è questo il punto. Mi meraviglio di te: un uomo intelligente con un passato da intellettuale che si è preso sempre con coraggio il peso delle sue contestazioni al sistema. Allora? Perché non usi ancora un po’ di quell’onestà intellettuale che molti ti abbiamo riconosciuto quando contestavi certi concetti del sistema dei partiti?

Ecco, da te mi sarei aspettato un’azione “pulita” non da moralista perché nessuno lo è, ma una presa di posizione suffragata dall’esistente, vale a dire dalla realtà dei fatti, e non mi riferisco a questioni di mutande ma al governo del Paese, alle migliaia di cassintegrati, ai disoccupati, ai giovani, insomma ai problemi veri che ci affogano nel quotidiano mentre assistiamo a litigi di bassa lega.

Ne convieni, comunque che, ovviamente, in una società civile, la massima espressione del governo che rappresenta tutti indistintamente non può essere accusato di concussione e induzione alla prostituzione minorile e cacciarsela con epiteti nei confronti di chi l’accusa.
Smettiamola, una buona vota per tutte, con le prese di posizione infuocate, gli slogan a effetto e di confondere la gente. Cerchiamo di crescere!

affetti ritrovati

Testimonianze di affetti sopiti riaffiorano casualmente in un giorno di normale routine.

Un cartoncino ripiegato in quattro, sporco per la lunga permanenza nel bagagliaio della macchina, (a chi non è capitato di ritrovare qualcosa che l'abbia scaraventato all'indietro nel tempo?) mi riporta indietro nel tempo.

I ricordi affiorano chiari nonostante fossero sopiti e sottaciuti, e in alcuni momenti soverchiati da terribili avvenimenti che hanno scosso tutti; eventi, spulciati nei minimi particolari dalla cronaca e divulgati dai mass media con dovizia di particolari che rasentano il demenziale.
Ma alcuni ricordi no! sono quei momenti che tieni conservato nel cuore, che ti accompagnano per sempre e basta poco per farti rivivere le giuste sensazioni di quel lontano giorno.

"Tieni è per te papà…" Eccitate, con un sorriso bellissimo stampato sul volto ingenuo le bimbe porgono un bigliettino ai padri all’uscita della scuola dell’infanzia.
Le maestre hanno lavorato per il cadeau della festa del papà e i figli, contenti e gratificati per il pensierino, anche se il loro coinvolgimento pratico è ridotto all’essenziale per motivi che alcuni ritengono ovvi, sventolano i bigliettini mentre corrono tra le braccia del genitore in attesa nel cortile della scuola.
"Guarda che ti ho fatto papà! L’ho fatto insieme alla maestra Anna. È per te…"

Bambini e bambine belli per la loro genuina spontaneità riflessa nei sorrisi solari e nei piccoli turbamenti dovuti a banalità.

Affetti da tutelare, coltivare e lasciare sbocciare nell’alveo dei valori universali, sacri, in famiglia e nella società.

Affetti cari, legati alla sfera intima: tesori da custodire gelosamente. Ricchezze da proteggere e incrementare contro ogni avversità, concetti da contrapporre alla caduta dei valori etici, civili, e quindi sociali condizionati da fenomenologie connesse alla sola sfera corporale e al conto in banca che contamina e incancrenisce larghi strati sociali.

Pensieri celati, custoditi e resi granitici dall’opera “affetti da proteggere”, fluttuano liberi in rete per ricordare, riproporre serenità sopite.

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