Loiero vs Traversa, titani a confronto per le comunali Catanzaro
Da qualche giorno sono iniziati i giochi per le prossime comunali catanzaresi. Dopo la candidatura di Michele Traversa che rappresenta la destra, anche Agazio Loiero, ex presidente della regione Calabria, nonché parlamentare, ministro e viceministro della repubblica nei governi di destra centro e sinistra passati, si è candidato a sindaco di Catanzaro. Secondo quanto affermato da Loiero, il suo impegno per la città capoluogo nasce dalla volontà di lasciare qualcosa di concreto da parte sua alla città e nel frattempo vuole formare la nuova classe politica, fatta di giovani.
Non saprei dire se i balletti politici di Loiero siano una buona sana strategia da teorizzare e lasciare ai posteri visti i risultati ottenuti, senz’altro è sinonimo di scaltrezza, pragmaticità e opportunismo politico. Virtù elargite abbondantemente e concretamente dagli ultimi avvenimenti politici nazionali e locali che hanno visto fare il salto della quaglia a parlamentari eletti in schieramenti(ideologicamente?)opposti .
La nuova classe dirigente deve combattere e condannare opportunismi e mediocrità. Valorizzare le risorse intellettuali e paesaggistiche secondo le vocazioni territoriali, incentivando meriti e sforzi culturali piuttosto che enfatizzare ibridazioni che hanno come unico supporto privilegiato l’appartenenza a schieramenti di potere e nient’altro.
Anche Traversa non è da meno: da finiano doc ora siede tra i banchi del pdl dimenticando il suo passato nel Msi, poi An nonché referente politico di Fini in Calabria.
La battaglia si prevede interessante e intensa: da una parte Traversa che vuole mantenere la “gestione” dell’area ex scuola agraria, sua creatura oggi denominata “parco della biodiversità” e la sua cordata composta da Wanda Ferro, Maurizio Rubino &C intenzionati a mantenere il potere dei poli culturali catanzaresi: marca, musmi, San Giovanni, polifunzionale ecc. Dall'altra, l'armata Brancaleone di Agazio Loiero, attualmente debolmente rappresentata nelle sedi "raccoglivoti", e battuta indecorosamente alle regionali da Scopelliti (secondo voci, pare che gli amici che avevano giurato fedeltà e assicurato i voti abbiano tradito Loiero all'ultimo minuto. Sarà vero, oppure è il risultato di tattiche mirate che nella gestione politica territoriale sono da considerare anzitempo con joint vointure ad hoc?).
Riuscirà l’ex governatore a sbrindellare l’armata del "comitato spontaneo" per Traversa sindaco e convogliare su di sé le preferenze dell’elettorato catanzarese? i scillipoti nostrani, catanzaresi di fatto, che assumono incarichi nelle prestigiose vetrine, sono saldamente ancorati e lautamente remunerati nei ruoli prestigiosi della cultura extralarge per lasciare spazio all'azione dei concorrenti.
giovedì 3 febbraio 2011
mercoledì 2 febbraio 2011
è ora di smetterla! questa politica danneggia l'Italia
Basta con la guerriglia delle contrapposizioni: porta solo danni al Paese!
Siamo un popolo di guardoni! Tutti con l’occhio torvo e l’orecchio teso per conoscere nuove morbosità sulle vicende private del premier. va beh, d’accordo, lui rappresenta l’Italia anche quella che non l’ha votato, quella lontana dai suoi festini per scelta culturale o perché non se li può permettere, e quindi dovrebbe mantenere un certo decoro, non lasciare trapelare quanto elargisce alle donne da lui conosciute. Non sto a sindacare se la conoscenza è di natura sessuale, ma nella situazione contingente diventa indecoroso e offensivo per tutte le famiglie che versano in gravi disagi economici apprendere delle decina di migliaia di euro elargiti a fin di bene. Se a questo sommiamo un po’ di voyeurismo mediatico, non solo italico, è ovvio che la figura del presidente del consiglio diventi materia di macchiette satiriche.
Ok, lui ha esagerato con le manie di grandezza, ha oltrepassato la misura degli uomini politici precedenti, perché, stando alle chiacchiere di corridoio pare che anche loro, se la facessero con le mignotte (ancora la definizione di escort non era stata coniata, anzi no, era riferita a un’automobile) ha accentrato i poteri ed ha ritenuto di ergersi al di sopra di tutte le cose animate e inanimate, persino della Carta Costituzionale Repubblicana. Ma oggi, in quei due fotogrammi mandati in onda da un servizio giornalistico, la sua solitudine ha squarciato lo schermo e le impercettibili vibrazioni della testa lasciavano trasparire amarezza e costernazione.
al di là del dramma umano e dei reali motivi delle elargizioni alle giovani donne, che senza dubbio sta vivendo, credo che Berlusconi sia anche costernato per l’epilogo poco edificante della sua discesa in campo e perché no per l’impotenza di non aver potuto concludere le riforme elencate nel suo programma politico.
Certo non sta a me sindacare se giusto o sbagliato, ma un tempo, il codice cavalleresco concedeva l’onore delle armi agli sconfitti…
Berlusconi ha movimentato la politica, ha squarciato le falle esistenti, ha fatto comprendere, ove ce ne fosse stato bisogno, che la casta è forte e che i proclami preelettorali sono una farsa per accalappiare merli. Non è Berlusconi, la destra o la sinistra che non funziona. È tutto il sistema che deve essere riveduto e corretto a incominciare dal singolo cittadino, dalla sua presa di coscienza e dall’impegno costante nel sociale.
tv e nuovi media attenzione ai comportamenti volgari
I pericoli del cattivo esempio
Inciviltà, mediocrità e volgarità la fanno da padroni, spopolano sui mass media, diseducano e inducono le masse a intraprendere percorsi di vita pericolosi.
Una cosa è certa: la guerriglia in atto in Italia nasconde e nello stesso tempo evidenzia interessi privati nella gestione pubblica della politica nazionale.
Troppi interessi ruotano attorno a fondazioni, commissariamenti, società controllate dallo Stato anzi da chi vince le elezioni in ambito locale e nazionale.
Personaggi scaltri pilotano il pensiero della gente comune mentre succhiano loro il sangue e si cibano come i vampiri delle energie dei deboli.
Balletti deprimenti portati in scena dai mezzi di comunicazione di massa lasciano intendere che ai potenti e ai belli tutto è concesso. Persino un signore che pubblicizza in malo modo un suo romanzo pensa di lanciarlo meglio facendo intervenire la Ruby rubacuori. Così la supposta nipote di Mubarak invaderà la nostra privacy anche negli spot pubblicitari su rai3 giusto all’ora di pranzo quando le famiglie sono riunite e vorrebbero vedere ben altro. Già il modello pubblicitario lanciato finora dallo scrittore non ha dimostrato molta efficacia anche perché dalla presentazione stessa e dalle parole della figlia prima e di Manuela Arcuri dopo, ma anche il taglio dato dall’autore stesso, ha dato la giusta valenza del lavoro e a quanti amano leggere non è sfuggito. E questo episodio, tutto sommato potrebbe essere mitigato dal fatto che lo scrittore paghi per la pubblicità richiesta, ma come la mettiamo quando anche gli utenti del servizio pubblico rivendicano il diritto di un modello mediatico più austero del tipo: evitiamo di mandare in onda le volgarità, la pubblicità stomachevole di assorbenti, perdite di urina e quant’altro durante le ore dei pasti? Oppure chiedono di allontanare la faziosità dei direttori generali ma anche dei politici che si auto flagellano con telefonate in diretta? Per non parlare poi dei soliti presenzialisti pagati dal servizio pubblico, la rai, per difendere vergognosamente chi è nell’errore madornale e che mortificano l’intelligenza degli italiani?
Dopo il periodo dello Sgarbi pensiero oggi è il turno del Porro pensiero, Feltri pensiero Bel Pietro pensiero ecc.
Riusciranno questi signori ad avere stima di sé stessi e di quanti sopportano la loro visione? Quantomeno dicessero cose apprezzabili, analisi degne della cultura che spacciano di possedere.
Stessa cosa per i politici rivolta con forza dialettica ai diretti rappresentanti del governo, ministri e sottosegretari.
Inciviltà, mediocrità e volgarità la fanno da padroni, spopolano sui mass media, diseducano e inducono le masse a intraprendere percorsi di vita pericolosi.
Una cosa è certa: la guerriglia in atto in Italia nasconde e nello stesso tempo evidenzia interessi privati nella gestione pubblica della politica nazionale.
Troppi interessi ruotano attorno a fondazioni, commissariamenti, società controllate dallo Stato anzi da chi vince le elezioni in ambito locale e nazionale.
Personaggi scaltri pilotano il pensiero della gente comune mentre succhiano loro il sangue e si cibano come i vampiri delle energie dei deboli.
Balletti deprimenti portati in scena dai mezzi di comunicazione di massa lasciano intendere che ai potenti e ai belli tutto è concesso. Persino un signore che pubblicizza in malo modo un suo romanzo pensa di lanciarlo meglio facendo intervenire la Ruby rubacuori. Così la supposta nipote di Mubarak invaderà la nostra privacy anche negli spot pubblicitari su rai3 giusto all’ora di pranzo quando le famiglie sono riunite e vorrebbero vedere ben altro. Già il modello pubblicitario lanciato finora dallo scrittore non ha dimostrato molta efficacia anche perché dalla presentazione stessa e dalle parole della figlia prima e di Manuela Arcuri dopo, ma anche il taglio dato dall’autore stesso, ha dato la giusta valenza del lavoro e a quanti amano leggere non è sfuggito. E questo episodio, tutto sommato potrebbe essere mitigato dal fatto che lo scrittore paghi per la pubblicità richiesta, ma come la mettiamo quando anche gli utenti del servizio pubblico rivendicano il diritto di un modello mediatico più austero del tipo: evitiamo di mandare in onda le volgarità, la pubblicità stomachevole di assorbenti, perdite di urina e quant’altro durante le ore dei pasti? Oppure chiedono di allontanare la faziosità dei direttori generali ma anche dei politici che si auto flagellano con telefonate in diretta? Per non parlare poi dei soliti presenzialisti pagati dal servizio pubblico, la rai, per difendere vergognosamente chi è nell’errore madornale e che mortificano l’intelligenza degli italiani?
Dopo il periodo dello Sgarbi pensiero oggi è il turno del Porro pensiero, Feltri pensiero Bel Pietro pensiero ecc.
Riusciranno questi signori ad avere stima di sé stessi e di quanti sopportano la loro visione? Quantomeno dicessero cose apprezzabili, analisi degne della cultura che spacciano di possedere.
Stessa cosa per i politici rivolta con forza dialettica ai diretti rappresentanti del governo, ministri e sottosegretari.
martedì 1 febbraio 2011
Antonella, la perfidia poco graffiante di telespazio tv
Alta, magra, ben curata, la perfidia sembra avere ceduto le armi della dialettica politica graffiante e irriverente. Seduta sulla poltrona, ai lati dei due, un politico e uno scrittore, per lo meno così c’è scritto nel sottopancia del video, che, per una forma spontanea di associazione d’idee, fanno venire in mente il gatto e la volpe, la donna accavalla le gambe mentre tenta d’intervenire debolmente (non è stimolante dal punto di vista dialettico come un tempo anche se sciorina la sua cultura citazionista prima di porre la domanda in merito a dove sono seduti gli uomini, potenti e no) : presidente, allora dici che ci saranno 4, 5mila posti di lavoro?
Sì! Io dico ai giovani che nei prossimi giorni al massimo nel mese prossimo le imprese assumeranno per i prossimi 4, 5 anni dei giovani. Quindi almeno per 4, 5 anni i giovani avranno da lavorare!
Che significa? (lo chiedo io, perché Antonella, pensa a sorridere, non so bene se al presidente o alla balla dei 5mila posti di lavoro).
Sì! Io dico ai giovani che nei prossimi giorni al massimo nel mese prossimo le imprese assumeranno per i prossimi 4, 5 anni dei giovani. Quindi almeno per 4, 5 anni i giovani avranno da lavorare!
Che significa? (lo chiedo io, perché Antonella, pensa a sorridere, non so bene se al presidente o alla balla dei 5mila posti di lavoro).
Anche un altro presidente promise unmilione di posti di lavoro e siamo percentualmente in caduta libera in quanto a disoccupazione e perdita di lavoro in Italia. (che sia questo il motivo della metafora del gatto e della volpe di Collodi?)
Siamo quasi sui titoli di coda e a parte i proclami politici, spavaldi e offensivi per i calabresi, la novità consiste nella sigla di chiusura che vede i due ospiti, il gatto e la volpe, canticchiare e fare faccine strane sulle parole “quanti amici hanno tradito” continuando a dirigere con la manina le note della canzone “la sedia di lillà”.
Ma si può davvero assistere a queste macchiette senza reagire? Davvero questi dirigenti credono che siamo tutti fessi?
La Calabria e l’Italia tutta non vuole erogazioni o esenzioni alle imprese che sfruttano i giovani lavoratori per pochi soldi e per lasciarli col culo per terra dopo pochi anni senza mai avere la possibilità di pensare a un futuro degno di nota. I giovani pretendono dalla politica programmi seri che diano certezze, azioni e progetti mirati alle peculiarità lavorative della regione e del territorio. E se la vocazione è quella del turismo, dell’agricoltura o dell’industria sviluppare i rispettivi comparti adoperando strumenti idonei per promuovere i mestieri richiesti dalle potenzialità territoriali.
Basta con le elargizioni ai soliti im/prenditori che scendono in campo per tutelare i fatti propri. È ora che si pensi alla tutela e alla dignità di tutti! Il nord africa suggerisce qualcosa…
Siamo quasi sui titoli di coda e a parte i proclami politici, spavaldi e offensivi per i calabresi, la novità consiste nella sigla di chiusura che vede i due ospiti, il gatto e la volpe, canticchiare e fare faccine strane sulle parole “quanti amici hanno tradito” continuando a dirigere con la manina le note della canzone “la sedia di lillà”.
Ma si può davvero assistere a queste macchiette senza reagire? Davvero questi dirigenti credono che siamo tutti fessi?
La Calabria e l’Italia tutta non vuole erogazioni o esenzioni alle imprese che sfruttano i giovani lavoratori per pochi soldi e per lasciarli col culo per terra dopo pochi anni senza mai avere la possibilità di pensare a un futuro degno di nota. I giovani pretendono dalla politica programmi seri che diano certezze, azioni e progetti mirati alle peculiarità lavorative della regione e del territorio. E se la vocazione è quella del turismo, dell’agricoltura o dell’industria sviluppare i rispettivi comparti adoperando strumenti idonei per promuovere i mestieri richiesti dalle potenzialità territoriali.
Basta con le elargizioni ai soliti im/prenditori che scendono in campo per tutelare i fatti propri. È ora che si pensi alla tutela e alla dignità di tutti! Il nord africa suggerisce qualcosa…
lunedì 31 gennaio 2011
la parte buona della politica
È facile cadere in moralismi scontati e dire no a tutto piuttosto che contestualizzare i fatti e governare gli eventi e la quotidianità. Non mi riferisco certo ai recenti fatti nazionali che hanno frantumato e mortificato l’Italia ma a quei servi la cui scoliosi mentale impone loro una posizione genuflessa di fronte al potere.
E siccome preferisco essere dalla parte dei garantisti, prima di emettere giudizi personali che a prescindere dalle sentenze giuridiche potrebbero condizionare i pensieri altrui, propendo per la presunta innocenza degli indagati fino a quando non emergono prove lampanti sulla colpevolezza del reato commesso e compiuto in malafede.
È risaputo: nella società convivono i buoni e i cattivi; quelli che stanno dalla parte della legge, e quindi lo Stato, e i malavitosi.
Per definizione, l’antistato è popolato da gente che pur vivendo nella società governata da regole comuni disattendono le leggi per ricavare benefici economici personali. Gente che opera nelle strutture e negli uffici preposti alla tutela del bene comune ma che offre corsie di favore agli amici degli amici, e più ne ha, di amici e conoscenti, tanto più cresce il suo carisma, quasi come il pacchetto amici dei social network che colleziona insieme ai conoscenti emeriti sconosciuti con motivi più disparati. Uno dei motivi che inducono ad accettare le amicizie è determinato dalla visibilità, perché, è ovvio, chi ha 10.000 contatti ha la possibilità di interagire con una platea maggiore rispetto a chi ne ha 100. Diverso è il giudizio per l’uso che se ne fa e il motivo che spinge a “raccogliere consensi”.
Machiavelli sosteneva che il fine giustifica i mezzi, anche su queste parole si potrebbe aprire un dibattito infinito; ciò che non si può transigere è la riduzione in schiavitù dei propri simili o peggio la soppressione fisica, la delazione mirata alla delegittimazione e all’emarginazione degli avversari.
Lo stesso criterio vale per chi s’impegna in politica. Tenendo presente, però, che per guidare e governare la realtà, a parte le difficoltà oggettive che costellano i percorsi individuali, molto più complessi di quanto si creda, rispetto a quando si chiacchiera su una piazza virtuale, nella vita di tutti i giorni si è costretti a “sporcarsi le mani” per il bene della collettività tutta, la buona e la cattiva.
Per queste cose appena accennate, diffido di quanti cavalcano il dissenso urlato e si stracciano le vesti a ogni minimo sentore di moralità lesa. All’innalzamento di barriere preconfezionate dal “divo” di turno e alle teorie catastrofiche sussurrate da quanti ritengono che la parte bacata dell’Italia stia solo al sud. È una questione di sano buon senso!
E siccome preferisco essere dalla parte dei garantisti, prima di emettere giudizi personali che a prescindere dalle sentenze giuridiche potrebbero condizionare i pensieri altrui, propendo per la presunta innocenza degli indagati fino a quando non emergono prove lampanti sulla colpevolezza del reato commesso e compiuto in malafede.
È risaputo: nella società convivono i buoni e i cattivi; quelli che stanno dalla parte della legge, e quindi lo Stato, e i malavitosi.
Per definizione, l’antistato è popolato da gente che pur vivendo nella società governata da regole comuni disattendono le leggi per ricavare benefici economici personali. Gente che opera nelle strutture e negli uffici preposti alla tutela del bene comune ma che offre corsie di favore agli amici degli amici, e più ne ha, di amici e conoscenti, tanto più cresce il suo carisma, quasi come il pacchetto amici dei social network che colleziona insieme ai conoscenti emeriti sconosciuti con motivi più disparati. Uno dei motivi che inducono ad accettare le amicizie è determinato dalla visibilità, perché, è ovvio, chi ha 10.000 contatti ha la possibilità di interagire con una platea maggiore rispetto a chi ne ha 100. Diverso è il giudizio per l’uso che se ne fa e il motivo che spinge a “raccogliere consensi”.
Machiavelli sosteneva che il fine giustifica i mezzi, anche su queste parole si potrebbe aprire un dibattito infinito; ciò che non si può transigere è la riduzione in schiavitù dei propri simili o peggio la soppressione fisica, la delazione mirata alla delegittimazione e all’emarginazione degli avversari.
Lo stesso criterio vale per chi s’impegna in politica. Tenendo presente, però, che per guidare e governare la realtà, a parte le difficoltà oggettive che costellano i percorsi individuali, molto più complessi di quanto si creda, rispetto a quando si chiacchiera su una piazza virtuale, nella vita di tutti i giorni si è costretti a “sporcarsi le mani” per il bene della collettività tutta, la buona e la cattiva.
Per queste cose appena accennate, diffido di quanti cavalcano il dissenso urlato e si stracciano le vesti a ogni minimo sentore di moralità lesa. All’innalzamento di barriere preconfezionate dal “divo” di turno e alle teorie catastrofiche sussurrate da quanti ritengono che la parte bacata dell’Italia stia solo al sud. È una questione di sano buon senso!
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