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mercoledì 1 gennaio 2025

Viaggio in città

 


1967. Erano passati 6 anni e ancora si ricordava con sgomento la terribile sorte capitata ai ragazzi che scendevano da Soveria Mannelli e Decollatura con il treno locale. Quel tragico giorno a ridosso delle vacanze di Natale del 1961. Rimane scolpito nella memoria storica dei paese del Reventino che videro perire una intera generazione.

Vacanze! che gli studenti attendono sempre con entusiasmo per affrancarsi dalle fatiche della scuola e vivere senza stress i giorni dedicati al SS Natale. E che quegli studenti non seppero mai quale sapore potesse avere.

Il 1961 rimane indelebile negli annali regionali per l’immane tragedia.

Ed io avevo appena compiuto 15 anni. E conseguita la licenza media frequentavo il primo anno all’istituto ercolino Scalfaro. L’ingresso situato sulla piazza, solitamente affollato, quel 23 dicembre del ’67 ribolliva di umori. I ragazzi più grandi urlavano slogan contro. Contro chi o cosa non lo avevo capito. Poi qualcuno mi disse della ricorrenza funesta:

Quasi tutti pendolari, ragazzi sui sedici/18 anni, figli del proletariato iscritti all’istituto cittadino che ha sede in pazza Matteotti in Catanzaro: l’Ercolino Scalfaro. Sembra di vederli sul vagone e tra i sedili in legno intenti a esibirsi in battute goliardiche e magari qualcuno alle prese col “ripasso” per l’ultima interrogazione dell’anno. 

E poi lo schianto! La carrozza di coda si sgancia dal locomotore, e cade, trascinata dalla forza di gravità, in piena curva, sfonda l’inconsistente inutile barriera e vola giù nel torrente della Fiumarella. 71 passeggeri muoiono. Pare, per colpa di un errore umano. Eccessiva velocità? Manovra azzardata? Aggancio difettoso?

Conoscere il motivo del disastro non cancella la storia e non torna in vita nessuno. La conoscenza è produttiva quando pone soluzioni alle incognite e argina, per quanto possibile, i drammi sociali e individuali.

 

 

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