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lunedì 20 gennaio 2020

L'ira del padre

Assistere allo sfogo di un padre. Vederlo commuovere. La voce rotta dal pianto ma subito ricomposta. Suscita empatia. Solidarietà umana. E comprensione per tutto quello che ne consegue.

Mi riferisco allo sfogo del conduttore televisivo “art.21 della costituzione italiana”.

Lino Polimeni lancia accuse pesanti al sindaco della città e al consiglio tutto che ha mandato l'unico non indagato, Polimeni junior, in pasto nell'arena di Giletti.

Giletti e i suoi ospiti hanno fatto il loro mestiere di giornalisti. E Marco ha risposto col piglio garantista di chi crede. Ha snocciolato numeri ma non ha potuto rispondere esaurientemente. In concreto non ha dato notizia della serietà con cui si effettuavano le commissioni e su quali problemi, nonché risoluzioni, dei cittadini, che sono diversi.

Marco Polimeni ha cercato di difendere l'indifendibile nella trasmissione della 7. quasi sotto accusa, anche lui insieme ai 29 consiglieri indagati per “falso”, nella trasmissione, ha suscitato tenerezza a quanti smaliziati dalle continue trappole innescate sui territori minati della politica ma che non ha convinto la cultura mediatica del genitore e, di conseguenza, la furia del padre in quanto esperto conduttore televisivo.
Un genitore cosciente delle insidie cui il figlio è stato esposto ovviamente si prodiga in una difesa estrema a favore di un ragazzo pulito e pieno di buoni propositi che si è affacciato alla politica e reso vittima sacrificale dai marpioni della politica locale.

Sempre secondo le esternazioni di Lino Polimeni, il capitano ha abbandonato la nave prima dei passeggeri e dei marinai. Si è messo su una scialuppa di salvataggio e fatto rotta su un isola deserta in attesa che arrivi il 26 e spartiscano il potere locale.

Assessorati regionali, vicepresidenze...

In virtù del garantismo, dobbiamo prendere in considerazione anche la “buona fede del sindaco Abramo”:
Abramo, anche lui non indagato per questi fatti, potrebbe avere sottovalutato la gravità dell'episodio e lasciate ad un giovane l'esposizione mediatica e la difesa dei 29 furbetti.

Ma una cosa è certa:

in città si sente dalla notte dei tempi il laconico mormorio degli scontenti che lanciano invettive e congetture alla classe dirigente politica e amministrativa.
E, giustamente, il Polimeni annota:

ma se siete insoddisfatti perché li votate?

Se sono lì qualcuno ce li ha messi! Vi hanno promesso lavoro? Assunzioni, incarichi...

eppure ci vogliono migliaia di voti mentre per la manifestazione pro Gratteri eravamo appena mille e cinquecento duemila persone in piazza Matteotti a Catanzaro. 
Vergognatevi!

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