Davanti ad un evento come la morte non
ci sono se o ma. Quando giunge l'ora fatale si è inermi. Impauriti,
forse. Malati e parenti, disarmati già al pronto scoccorso dai
codici che inducono tutti all'attesa prima del verdetto.
Ma quando la macchina perfetta
s'inceppa qualcosa non va nell'organismo. Inutile correre in ospedale
e affidare le proprie ansie alla scienza specialmente quando questa è
commissariata e condizionata dal piano di risanamento economico.
La malasanità accoglie con fredda
diffidenza malati e congiunti. Non sempre chi sta oltre il vetro
comprernde o intuisce l'origine del malessere che fa piegare in due
il paziente. La decodificazione dei sintomi è banalizzata dai
sanitari del pronto soccorso forse perché temperati da grandi traumi
quali incidenti stradali, infarti, ictus. Ma questo no! Non ha
vistose ferite.
L'anamnesi non lascia dubbi.
Lamenta solo un maldipancia. Codice
verde! E lunghe ore di attesa si prospettano per i malcapitati.
Niente esami complessi. Costano troppo!
Qualche pasticca e il paziente ritorna
a casa.
Trascorre la notte nel proprio letto.
Dorme. Lentamente l'energia vitale cessa d'irrorare la carne e le
ossa. I tessuti sono avvelenati dalla parte in necrosi
dell'intestino. Blocco intestinale! Si saprà dopo.
Intanto, a causa del troppo lavoro
emergenziale e dell'elevato costo sanitario che ha bloccato sulla
sedia del prontosoccorso in codice verde un “banale caso di
maldipancia” una vita si è spenta.
Fatalità? No! Malasanità.
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