Ho esercitato il mio diritto di voto con l'intima intenzione di preservare la democrazia, anche se oggi appare minima e pilotata dagli interessi economici dei gruppi infiltrati nelle maglie del potere politico.
Anche se il referendum, questo
referendum, è, ai miei occhi, una farsa.
Ha ragione Napolitano nel dire che è
irrilevante la consultazione per abrogare un qualcosa che non
preserva l'ambiente e non impone niente alle società estrattive se
non annullare l'automatismo delle proroghe degli impianti già in
funzione.
Una buona politica avrebbe dovuto
imporre e pretendere tassativi piani di smaltimento dei rifiuti.
Conoscerne gli stoccaggi, il tragitto completo e i siti di
smaltimento. In poche parole: avrebbe dovuto tutelare l'ambiente e i
cittadini di oggi e di domani.
I fatti, se proprio non ricordiamo
quelli databili al passato remoto, quelli di ieri, ci dicono che
Taranto e mezza area jonica è stata deturpata e messa sotto
scacco dal ricatto di una famiglia di arroganti imprenditori che non
ha investito nella tutela ambientale e nello smaltimento sicuro e
scientifico dei rifiuti industriali tossici. In questa area le morti
per tumori detiene un alto livello percentuale rispetto ad altre aree
geografiche. Pascoli, colture, in terra e in mare sono stati
irrimediabilmente violentati e avvelenati dalle scorie e dall'avidità
dei riva sottaciuta o ignorata dalla classe politica.
Oggi barrare il SI o il NO è
irrilevante. Oggi si deve prendere atto che è necessario un
cambiamento culturale serio e che alla guida del Paese deve esserci
gente preparata e svincolata dalle pressioni delle lobby: il pianeta Terra è di tutti! L'acqua, il territorio, l'aria sono beni comuni, sono delle risorse naturali e
così devono rimanere: incontaminati!
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