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lunedì 18 aprile 2016

In nome del popolo, si dicono tante cose

Lo intuivo. Intuivo che non si sarebbe raggiunto il quorum. Con chi prendersela? L'analisi sarebbe molto complessa, va, in estrema sintesi, dalla cultura generale dettata dalla sensibilità di ognuno e dalla volontà politica in generale. Dallo spauracchio del lavoro che si andrebbe a perdere e dalla sudditanza generalizzata.
Matteo Renzi dice di avere sofferto nell'indicare l'astensione. Dice di averlo fatto perché stava al fianco degli 11mila che avrebbero perso il lavoro nel caso avrebbe vinto il Sì. Demagogo! E se invece fosse andato a votare NO insieme agli undicimila in bilico tra le piattaforme estrattive e la salvaguardia dell'ecosistema sarebbe cambiato qualcosa?

No! a farla breve, l'astensione al voto sul referendum di ieri, 17 aprile 2016, dice ben altro!


a) L'astensione è stata imposta dalle multinazionali e dalle lobby che determinano questo tipo di mercato. D'altronde i governi attuali sono l'estensione delle propaggini del sistema dominante dell'alta finanza e dei poteri forti che la sorreggono. (il referendum avrebbe dovuto abrogare un comma aggiunto nell'ultima legge di stabilità firmata governo Renzi).
Comunque,
b) c'è una forte indolenza nei cittadini, dettata, forse, dalle azioni di chi governa il Paese.
E non mi riferisco solo all'attuale classe dirigente. Non dimentichiamo le “donazioni! Degli imprenditori famelici che hanno foraggiato e formazioni di destra, centro e sinistra con delle sottoscrizioni trascritti nei bilanci dei partiti nella voce “finanziamento al partito” per le campagne elettorali e quant'altro.
Il governo attuale si è espresso chiaramente. Non resta che aspettare per vedere l'affluenza alle prossime consultazioni. Se sarà bassa vuol dire che la sfiducia ha raggiunto livelli preoccupanti! Ergo... diamoci da fare per cambiare le menti. Salviamo almeno il futuro!

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