Lo intuivo. Intuivo che non si sarebbe
raggiunto il quorum. Con chi prendersela? L'analisi sarebbe molto
complessa, va, in estrema sintesi, dalla cultura generale dettata
dalla sensibilità di ognuno e dalla volontà politica in generale.
Dallo spauracchio del lavoro che si andrebbe a perdere e dalla
sudditanza generalizzata.
Matteo Renzi dice di avere
sofferto nell'indicare l'astensione. Dice di averlo fatto perché
stava al fianco degli 11mila che avrebbero perso il lavoro nel caso
avrebbe vinto il Sì. Demagogo! E se invece fosse andato a votare NO
insieme agli undicimila in bilico tra le piattaforme estrattive e la
salvaguardia dell'ecosistema sarebbe cambiato qualcosa?
No! a farla breve, l'astensione al voto
sul referendum di ieri, 17 aprile 2016, dice ben altro!
a) L'astensione è stata imposta dalle
multinazionali e dalle lobby che determinano questo tipo di mercato.
D'altronde i governi attuali sono l'estensione delle propaggini del
sistema dominante dell'alta finanza e dei poteri forti che la
sorreggono. (il referendum avrebbe dovuto abrogare un comma aggiunto nell'ultima legge di stabilità firmata governo Renzi).
Comunque,
b) c'è una forte indolenza nei
cittadini, dettata, forse, dalle azioni di chi governa il Paese.
E non mi riferisco solo all'attuale
classe dirigente. Non dimentichiamo le “donazioni! Degli
imprenditori famelici che hanno foraggiato e formazioni di destra,
centro e sinistra con delle sottoscrizioni trascritti nei bilanci dei
partiti nella voce “finanziamento al partito” per le campagne
elettorali e quant'altro.
Il governo attuale si è espresso
chiaramente. Non resta che aspettare per vedere l'affluenza alle
prossime consultazioni. Se sarà bassa vuol dire che la sfiducia ha
raggiunto livelli preoccupanti! Ergo... diamoci da fare per cambiare
le menti. Salviamo almeno il futuro!
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