m.i. prodotto c, tm, 2011 |
Per tutte le forme d'arte, ferma la
teoria del giusto compenso da elargire agli artisti per i lavori
d'intelletto prodotti, quando si parla di cultura i diritti d'autore
dovrebbero essere eliminati perchè in antitesi con la missione
creativa di chi fa arte.
In effetti i cavilli giuridici tessuti
per ottenere compensi o agevolazioni ulteriori sono d'oltraggio alla
cultura stessa specie se a esigerli sono le fondazioni. D'altro canto
è ancora più disdicevole se il tavolo della cultura è assediato da
famelici faccendieri che vestono o hanno vestito panni politici o
clericali.
E mentre al nord Italia la terra trema,
devastata dal terremoto e dall'ennesima emergenza, i capannoni cadono
e provocano morti, al centro e al sud si riscopre la culturadell'omaggio a uomini e associazioni culturali che hanno fatto parte
della storia dell'Italia.
In Calabria, è ritornato il “premio
Sila”, storico premio letterario creato dagli uomini della cultura
calabrese oltre sessant’anni fa. Siamo nel 49 quando Mauro
Leporace, Raffaele Cundari e Giacomo Mancini annunciano la nascita
del premio letterario.
A dare notizia della riesumazione del premio sono il presidente
della Banca Carime, Andrea Pisani Massamormile, il vescovo di
Cosenza, Salvatore Nunnari e il preside della facoltà di Lettere
dell'Unical Raffaele Perrelli, presidente della giuria del Premio
letterario.
Enzo Paolini, uno dei promotori della
nuova sfida intellettuale, ha sottolineato l'importanza del legame
tra il passato e il presente: “...occorre che il patrimonio
culturale rappresentato dalla storia del Premio Sila non vada perduto
anche perché certe iniziative fanno crescere il Paese più
dell'abbassamento dello spread”
La risposta di chi si crede detentore
del potere egemone non tarda ad arrivare:
La "Fondazione Giacomo Mancini".
D'altro canto, perché riesumare un
marchio sepolto da tempo? Il riscatto del meridione non può
chiamarsi in altro modo? Comunque, la giuria è già al lavoro per
individuare i premi delle due sezioni principali, quella di
letteratura e quella di economia, oltre ai premi speciali, uno dei
quali sarà assegnato a un lavoro sul meridione.
A Roma, altro evento messo in scena,
questa volta, dalla fondazione Crepax che si è avvalsa di Vincenzo
Mollica per allestire gli spazi di Palazzo Incontro e far rivivere la
creatura di Crepax.
A quasi quarant'anni dalla prima mostra
personale del fumettista milanese Guido Crepax ecco la nuova
esposizione per gli estimatori dei fumetti, anzi del fumetto sensuale
italiano nato nel 1965 che intraprende in 120 tavole originali un
percorso accattivante titolato "Valentina movie".
L'esposizione, curata da Archivio
Crepax e Vincenzo Mollica e promossa dalla Provincia di Roma
nell'ambito del progetto “ABC - Arte Bellezza Cultura”,
organizzata da Civita è aperta al pubblico dal 30 maggio al 30
settembre, si sviluppa in sale tematiche con un'atmosfera suggestiva,
quasi in bilico, tra sogno e realtà popolata da sagome di Valentina
a grandezza naturale e strisce originali.
Il percorso, racconta il mondo di
Crepax e fornisce spunti che riportano la mente alle storie della
saga rafforzate emozionalmente da ambientazioni e
spettacolarizzazioni amplificate, riproduzioni gigantesche dei
disegni del maestro, installazioni e contributi video per ricordare
l'eros che Crepax ha saputo traslare nella figura di Valentina in
oltre 2.600 disegni.
Giacomo, il figlio di Guido Crepax
spiega che: il titolo "nasce dallo stretto rapporto del fumetto
col cinema: Valentina fu creata ispirandosi all'attrice Louise Brooks
e dal 1965 agli anni '90 ha sempre seguito le mode e i cambiamenti
del cinema". Mentre la figlia, Caterina, definisce l'esposizione
"anarchica" e spiega: "i testi sono stati scritti da
mio fratello Antonio e da mia madre Luisa, ma servono solo a dare una
linea per seguire la mostra. La chiave di lettura è quella che diede
mio padre, vale a dire: puro divertimento dove la linea retta
rappresenta una situazione reale mentre quella curva rappresenta il
sogno, come nei fumetti".
Nella realtà, la linea sinuosa della
creatività abbraccerà mai la razionale retta? Riuscirà a farle
ripensare le condizioni mentali tese esclusivamente al profitto?
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