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venerdì 7 agosto 2009

Arte, importanza del non-metodo



L’esperienza fin qui accumulata mi suggerisce di continuare nella ricerca del “non-metodo” per quanto concerne il fare come azione gratificante dell’uomo. Per “non-metodo” intendo l’assenza assoluta di programmi aprioristici così come intesi nelle scuole di pensiero, siano esse istituzionali, private o diversamente definite.
La creatività è in netta relazione col gioco. Il gesto gratuito è privo di coercizioni e chi lo pratica non ha paura di sbagliare o fare brutte figure. Spesso si ha pudore ad esternare i propri sentimenti e la timidezza è, conseguenzialmente, mascherata con atteggiamenti arroganti quando si è posti davanti a teorie prestabilite che non lasciano margini di errore. Infatti, chi ha problemi relazionali si chiude al nuovo; evita di interagire ed assume arie di distaccato disimpegno nelle azioni che richiedono padronanza di abilità manuali o corporee.
Pertanto, ritengo poco indicato parlare di arte terapia assecondando i criteri clinici o psicoscientifici. La terapia presuppone un percorso clinico atto a guarire secondo metodiche scientifiche il paziente. Ciò è possibile con alcuni soggetti che potremmo definire “remissivi”. Nel senso che partecipano ad incontri indottrinanti da spettatori accondiscendenti che sperano, attraverso l’acquisizione delle tecniche, di realizzare qualcosa di apprezzabile. Vogliono il riscatto sociale e pertanto sono disposti a studiare pedissequamente pur di arrivare alla meta prefissata.
Il disagio sociale latente, mascherato da timidezza, spocchiosità o superficialità, è rimosso attraverso il coinvolgimento attivo, rimuovendo, dove necessita, ruoli e programmi.
Ogni individuo è un caso a sé; con le sue personalissime idee, giuste o sbagliate che siano non ha rilevanza. È rilevante, invece, saper canalizzare le energie, stimolare al dialogo, alla gestualità giocosa del fare o all’acquisizione delle tecniche scientifiche. Così facendo, il muro di ostilità e d’incomprensione si sgretola passo dopo passo; ogni qualvolta si supera un ostacolo l’autostima cresce e il discente si appropria del bagaglio tecnico attraverso il gioco sperimentale della ricerca. Ricerca di materiali da assemblare; di linguaggi espressivi e di metodo.
mario iannino

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