giovedì 30 luglio 2020

CATANZARO CITTA' APERTA

Devo aspettare che si facciano le 21, l'attesa è lunga. E dopo avere ammazzato (che brutta parola) il tempo osservando un gruppetto di giovani attorno al mimo mangia fuoco, entro nel locale posto al primo piano a vedere da vicino il memorial dopo avere dribblato i ragazzi seduti sui gradini di accesso.

L'evento è dedicato ad un personaggio popolare della città: “u ciaciu”

Il nomignolo deriva dalla cultura popolare che affibbiava un soprannome ad una intera parentela e, la cosa, avviene tuttora per focalizzare nell'immediatezza l'appartenenza di giovani e vecchi al capostipite anche dopo diverse generazioni.

Mastro Saverio era un fabbro noto per la sua predisposizione maniacale, oggi diremmo, a riciclare ogni cosa. Raccoglieva di tutto. Era una sorta di trovarobe. Accumulava e assemblava in maniere “barocca” gli oggetti trovati e raccattati ovunque.


catanzaro, discesa case arse


Oltre al locale colmo le sue “trovate” erano accumulate in aree periferiche comunali.

Stracci, manichini bruciati rivestiti con ferri usurati di cavalli. Cessi trasbordanti di schiuma poliuretanica.

All'apparenza non aveva un fine estetico chiaro. E neanche si poteva dire di lui che fosse un creativo naif. Contestava, forse, il sistema consumistico che induce a gettare e comprare qualsiasi cosa serva al benessere quotidiano anziché riparare e aggiustare prolungandone la vita a elettrodomestici e similari.

Gli oggetti "abbandonati" con lui riacquistavano nuova vita e nuove valenze.

Non era un “concettuale” né un istintivo naif alla maniera di un Ligabue, tanto per intenderci. Lui amava apparire! Vestiva stravaganti indumenti e calzava vistosi cappelli... così si presentava alle “adunanze” espositive cittadine.

Che dire?

Tocca il cuore vedere dei ragazzi che fanno festa nei luoghi calpestati dal ciaciu e enfatizzano la sua maniera di vivere la creatività.


Catanzaro è una realtà dalle molteplici facce. Catanzaro è una città "aperta".

sabato 25 luglio 2020

in calabria, itinerari da ri/scoprire

Potrebbe sembrare retorica ma non lo è. Non è neanche pubblicità...

catanzaro lido "una sera all'imbrunire" ph Valentina

Spulciando tra le fotografie dell'archivio Iannino ho trovato delle immagini coinvolgenti che mi hanno trasmesso serenità e le condivido volentieri con voi.

Non è una promozione dei luoghi calabresi. 

Paesaggi simili e, forse, più avvincenti, per alcuni, esisteranno, anzi esistono di sicuro anche altrove. 
Non per niente l'Italia è chiamata "il bel paese".
Quindi, nel rispetto delle altrui sensibilità, non è da ritenersi ne una sfida e neanche una competizione  subliminale, perché l'Italia è ricca di bellezza paesaggistica e storica da sud a nord, est e ovest, isole comprese.
Questo mio post vuole semplicemente dare un assist a quanti si trovano in Calabria e magari suggerire alcuni posti da non perdere.

Buona visione e buon soggiorno.

ps. le didascalie e le indicazioni sono state omesse intenzionalmente allo scopo di stuzzicare curiosità e invogliare alla ricerca dei luoghi quanti attratti dalle immagini pubblicate.

venerdì 24 luglio 2020

le Pecore abbaiano?

Nell'estate del covid, la fantasia muove flotte (ignoranti) su derive popolari.


È una girandola di sagre. Eventi. Incontri. Pièces teatrali. Spettacoli folkloristici e piazze semipiene sponsorizzate da comuni, assessorati vari e imprenditori.
Dirigenti politici e aziendali che vorrebbero vedere i propri paesi e i locali dell'accoglienza, quindi hotel, bar e ristoranti pieni di avventori. Strategie di marketing, frutto di sforzi mirati, appunto, per attrarre persone in quanto fruitori e consumatori portatori di economia di un sistema sociale basato sul consumo.

Le strategie adottate dai promotori per attrarre consumatori sono, a volte stravaganti; le più svariate e fantasiose risultano essere quelle che creano movimenti di massa importanti. Non conta la qualità intellettuale delle persone che si recano a visitare un sito o che partecipano ad un evento culturale consciamente: l'importante è l'affluenza in massa alla chiamata: portare fisicità e soldi.

Fare girare l'economia!

La presenza indistinta è meglio di quella mirata che ricerca per una propria esigenza culturale i luoghi della cultura italiana.
Gli Uffizi. I musei. Le pinacoteche. I parchi archeologici. Fino ad arrivare alle manifestazioni d'interesse periferiche organizzate nelle piazze d'Italia.

I cervelli vuoti non hanno pensieri costruttivi. Copiano e incollano. Scimmiottano il o la leader. Seguono i selfie dell'influencer che li ha pilotati lì. Il loro unico pensiero è farsi uno scatto nel medesimo punto del leader del web del quale conoscono tutto. E lo, la imitano.
Così è il branco acefalo.

E da qui nasce la brillante idea di qualche amministratore pubblico che per attrarre gente in branco pensa di invitare e mettere in vetrina il o la pastora del momento.
    27% di affluenze in più dopo i selfie agli uffizi.

Titolano, con enfasi, i giornali!

Quante teste vuote.

Cosicché populisti senza ritegno e senza cultura si muovono e vanno ad agganciare influencer che riescono a pilotare copiosi greggi in luoghi attrattivi storici o con un enorme retaggio paesaggistico spesso delicato e da tutelare dall'orda di vandali ignoranti.

Assessori alla cultura che non distinguono il trash dalla ricerca artistica e confondono, volutamente, il mestiere creativo con la sottocultura della narrazione emotiva. 

E' sufficiente catturare i cittadini elettori, acchiapparli alla pancia con un bella figurazione ben eseguita per intascare il consenso popolare. E tra una sagra della soppressata o del morzello, allietare le serate con canti e balli, fare esibire in piazza cantanti e bande locali sempre con un occhio attento ai seguaci che questi portano in dote.

E se invece questo modello risultasse una prima mossa vincente? Un escamotage utile per avvicinare le masse alla cultura? Al bello! …

Se questo 27% ha messo piede per la prima volta nelle sale degli Uffizi spinto dalla frivolezza effimera del social dopo lo scatto della influencer e non dalla consapevolezza di di emanciparsi e nutrirsi di storia, quindi conoscenza, beh, allora rimane un episodio inutile, una scoreggia.

Comunque la si pensi, questo modello propagandistico rimane un'ottima vittoria dell'effimero e di quanti stanno nel retro pensiero della cultura usa e getta.

Le pecore belano seguendo il pastore rispondendo ubbidienti ai suoi versi

martedì 21 luglio 2020

Andrea Camilleri, Riccardino

L'aspettavo. L'aspettavo con una certa curiosità, Riccardino, il racconto postumo del maestro Andrea Camilleri.


L'ultimo “Montalbano”, scritto nel 2005 e rivisitato nel 2016 con pochissimi aggiusti mi ha fatto venire una sorta di emicrania.
Ignoro la lingua vigatese inventata dal Maestro Camilleri. Alcuni vocaboli li associo alla lingua italiana intuitivamente ma altre sono davvero indecifrabili e per niente comprensibili.

La mia curiosità di lettore mi ha portato a leggere la prima stesura, quella del 2005. Risultata ostica, dopo le prime pagine, vado all'inizio del libro, all'ultima versione del 2016. Penso: sarà in italiano almeno nelle parti descrittive salienti. Invece no. ... il vigatese criptico è un ostacolo.
Un ostacolo che mi fa desistere.
Chiudo il libro. Lo riprendo dopo qualche ora ma niente! Peccato.
lo ripongo, sconfitto, almeno fino a che non avrò colmato la mia lacuna lessicale.

In compenso il libro ha una bella veste grafica. Curato nei particolari. Copertina rigida e doppio segnalibro in tessuto incorporato come si usava un tempo in ossequio alla tradizionale rilegatura artigianale di alta qualità.
Ottimo oggetto cult da collezione.

sabato 18 luglio 2020

vetrine a pagamento

La nano gloria offerta e venduta sul web, spese di spedizione incluse.

D'accordo, ognuno si procaccia da vivere come meglio può! 

Pittori. Scultori. Scrittori. Musici. Attori

Persone con un’elevata sensibilità sono spesso gabbati da uno stuolo di arraffoni privi di sensibilità e scrupoli. Eterni bambini danneggiati dai copioni che rubano le idee altrui e le millantano come proprie.

Persone che si fidano. Persone che vivono le loro favole come se fosse la realtà. Persone che sognano. Persone che costruiscono mondi incantati pieni di pathos. E che pensano, la maggior parte di loro, di non potere essere le vittime sacrificali del mercimonio che ruota attorno al mercato dell’arte.


Attenti al lupo. Il lupo esiste!

E la cronaca ce lo narra continuamente.
Spesso accade, ed a me è accaduto, di essere contattato, lusingato, paragonato e accostato indegnamente a qualche Maestro che ha fatto la storia dell’arte. E dopo le belle parole arriva il conto nudo e crudo: minimo 500€ per le spese di segreteria.

Ma può essere presa di mira impunemente la categoria “degli artisti” o presunti tali da una cerchia di pseudo "lavoratori culturali" che, millanta successi, se pur effimeri nelle more di un mercato lottizzato?
Insieme ai nomi di emeriti sconosciuti ecco spuntare quelli di personalità di una certa caratura che collaborano al progetto, a volte a loro insaputa. E che, per accalappiare sprovveduti e ingenui appassionati di poetica e arte, vendono speranze a tanto al rigo.

Parola scritta e pensieri tracciati sulle superficie attraggono artisti in erba e curatori d’assalto. Se poi si aggiunge un premio in denaro o l’esposizione dei migliori lavori a firma del critico del momento il gioco è fatto!

Va beh è una proposta, minimizza qualcuno, e come tale può essere accettata o declinata.

 Forse che il pittore intenzionato a esporre i propri lavori in una galleria qualsiasi non paga già una quota per il locale, una per il cocktail, una per gli inviti e, infine, chi è fortunato e vende qualche lavoro, ingoia la ciliegina con tutto il nocciolo della percentuale sulle vendite, che in altri contesti è definita “pizzo o mazzetta del tot% sul venduto. Senza contare le altre spese che il pittore deve affrontare per comprare il materiale necessario per dipingere, allestire e trasportare i lavori dallo studio alla galleria.

Detto ciò, è logico pensare che, chi tenta di vivere col frutto del proprio ingegno, artista o pittore che sia, neofita o no è il più vessato dei lavoratori e che, oltre alla fatica tecnica e concettuale, deve sopportare, se vuole campare, una serie di “parassiti della parola prezzolata”?

È un campo minato quello della pittura

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