martedì 17 novembre 2020

rebus commissari in Calabria, Gaudio & Strada

È stato faticoso ma alla fine, dopo l'ubriacatura depistante dei titoloni allarmistici, tra banner che si aprono all'improvviso e pubblicità nascoste la verità è saltata fuori:

il caso Gaudio non sembra esistere!

Tirato in ballo per presunte ingerenze in un concorso a cattedra da alcune intercettazioni in cui l'ex Magnifico Rettore esprimeva un suo pensiero, che difatti perorava la giusta ricompensa al merito dei candidati:

Nelle intercettazioni Eugenio Gaudio dice a chi gli propose di presiedere la commissione: “se partecipa il premio Nobel con me vince il premio Nobel.”

Invece i titoloni dei giornali pescano nel torbido e, per vendere qualche migliaio di click, puntano al lato oscuro dell'indagine: Gaudio indagato!

Invece, sempre dopo numerosi salti acrobatici tra le pubblicità dei banner farlocchi, spunta la quasi certezza dell'archiviazione delle indagini, che comunque dovrò essere decisa da un giudice.

Insomma niente di nuovo nei titoloni allarmistici e fuorvianti sulla rispettabilità delle persone esposte alla visibilità mediatica.

Intanto i calabresi aspettano il miracolo della sanità sanata dal deficit, dalle nomine clientelari e con i servizi sociali attivi.

In una società normale è ovvio pensare di avere ospedali potenziatati con medici e personale sanitario degni del ruolo che ricoprono. E la valorizzazione delle figure che orbitano attorno all'universo “sanità pubblica” dovrebbe essere un imperativo categorico.

Sfatiamo la retorica degli “angeli in camice bianco”. Questa è gente che lavora! Gente che ha fatto una scelta! Sono lavoratori motivati che hanno abbracciato la missione e fatto solennemente il giuramento di Ippocrate!

Certo lascia qualche perplessità la notizia che Gino Strada sia stato chiamato per allestire ospedali da campo viste le strutture dismesse o depotenziate dai tagli ma anche dal mancato turn over nella sanità, ovvero il mancato ricambio e quindi l'avvicendamento del personale necessario per garantire l'equilibrio tra la mole di lavoro e il giusto funzionamento delle strutture.



lunedì 16 novembre 2020

Nuove nascite esorcizzano la morte

Mentre scendo le scale il fiocco appeso alla porta mi comunica un lieto evento: è nato Roberto.

La gioia dei genitori e l'orgoglio di esserlo diventati è manifesto nel partecipare la nascita del primogenito a quanti abitano.

È nuova linfa vitale che si manifesta in un condomino che sembrava essere votato al declino. Molti sono andati via e altri, avanti con gli anni continuano a portare la propria croce. Il destino di ognuno fa parte del proprio vissuto: è il karma.

Nel portone vivono perlopiù persone anziane, tutta gente che ha costruito famiglie e cullato sogni e alimentato anche quelli dei figli; la vita riprende.


Benvenuto! Qualunque sia il nome, amato e imposto dai genitori, e contro ogni volontà disfattista:

La vita continua.

Nell'incessante ciclo rigenerante la natura indica la via maestra.

Anche nell'era pandemica condizionata dal virus covid-19 nuovi fiori sbocciano. Fanno capolino. Sorridenti si mostrano fiduciosi alla vita. Le piccole mani protese trovano rifugio in abbracci accoglienti.

Bracci giovani piene di energie e bracci che le energie le hanno già donate si ritrovano,

stringono in un afflato benaugurate i nuovi venuti.

Nella notte buia, tra ansie e paure i nuovi vagiti squarciano il buio delle tenebra e ricordano a noi tutti la possibilità di rinascita che ogni fanciullo porta con sé.


Benvenuto, benvenuti!

venerdì 13 novembre 2020

Ciao doc Bat. Angelo in camice bianco

Devastante come un fulmine improvviso che squarcia l'anima!

La notizia fa cadere in profonda costernazione chiunque abbia conosciuto il dott.Annibale Battaglia. Per quanti lo hanno conosciuto nelle vesti di medico di base è davvero un dramma la sua morte.


Il doc. Annibale è stato un compagno fidato dei pazienti. Un uomo attento. Sempre presente. Noncurante del tempo che trascorreva nell'ascoltare le patologie, lui, dava importanza alla persona e ai problemi extrasanitari di ognuno.

Lascia un vuoto enorme!


Quando ad essere colpito dalla pandemia e rimanerne vittima è il faro di riferimento la notizia assume un peso enorme. Non è più una semplice constatazione del problema pandemico; non più fatalità. Allora punti il dito contro i soggetti che hanno depredato e ridotto al minimo le possibilità di salvare il salvabile.


Hanno, al pari delle organizzazioni che hanno venduto i territori alle aziende di smaltimento dei rifiuti tossici, avvelenato la collettività.

Lo sdegno è immenso! Se è vero che le morti non sono imputabili al covid19 ma alla carenza di presidi medici e di specialisti degni di tale appellativo.


Calabria, la sanità, il buco e lo Stato

Ha ragione Spirlì.

In Calabria non c'è la necessità di qualcuno che scavi pozzi e nemmeno di missionari... ma, secondo me, di una squadra tecnica che sappia andare a fondo nel pozzo scavato negli anni commissariati, scovare le frodi includendo anche i benefit dei commissari che non hanno raggiunto gli obiettivi.

Chiamare un personaggio come Gino Strada impegnato nelle azioni umanitarie in territori dove arrivare indenni e con la pancia piena a sera è un'azione semplicistica quanto speculare.

Se è vero che l'enorme buco, come dicono i ben informati, è stato creato dalle gestioni allegre che si sono succedute non c'è altro da fare che prendere in mano il bandolo della matassa e gestire a livello centrale il tutto.

È lo Stato centrale che deve aggiustare i bilanci. È a ben vedere i mezzi non mancano.

Basta quindi rotolarsi in questioni di lana caprina. Basta fare nomi meritevoli per il loro impegno sociale. Basta nomi altisonanti di esimi professionisti impegnati altrove.

Necessita mettere assieme una squadra di tecnici! Personale che lavori fuori dalla regione ma con i canali ben connessi in quelle che sono state le indagini fin qui riscontrati dalla guardia di finanza e le strutture statali che hanno seguito la spinosa vicenda della sanità calabrese. E, se si vuole risolvere definitivamente il penoso problema:

Eliminare l'enorme gravoso serpentone di incarichi in regione


giovedì 12 novembre 2020

tra populismo e libertà

L'inesorabilità temporale livella la materia ma non lo spirito.


Il buon agire rimane a monito dei sopravvissuti e il pensiero retto segna la strada giusta da perseguire.


Nel corso di pochi decenni molte cose sono cambiate.

Le ideologie sono state rovesciate dalla falsa democrazia del giochino dato in mano a chiunque.

Un tablet, computer o il più popolare dei telefonini se manovrato secondo logiche personalistiche non è più una semplice appendice democratica ma può diventare una pistola fumante. Un'arma micidiale che annienta socialmente chi è preso di mira e chiunque potrebbe essere vittima o carnefice delle falsità liberate in rete.

Mi chiedo, ma è superfluo, quanti usano o perdono tempo sui social per confronti seri?

Facebook,(cito questa piazza social virtuale perché è la più popolare tra le piattaforme) potrebbe essere uno strumento altamente propedeutico per la crescita collettiva se solo si censurassero i cazzari del web. Cosa impossibile, per loro è fonte di sostentamento!

Ecco che a fronteggiare la valanga di cazzari si schierano gli spiriti liberi emancipati da faziosità e partigianerie. E parteggiano per il bene comune!


Biden dice con semplici parole che vuole ripristinare l'uguaglianza e dare sostegno ai meno abbienti. Ridà energie al sogno americano. Come non essere d'accordo?


Il tempo livella la materia.

E forse, me lo auspico,rovescia le false certezze del passato madri dell'odierno deleterio populismo sorto da una presunta libertà impregnata di grondante ignoranza.

L'egoismo e il culto della persona ben si nutrono nel mare magnum delle effimere esigenze personalistiche.

Concetti lontani dal sentire sincero che muovevano gli uomini e le donne impegnati per combattere le schiavitù fisiche e mentali che affliggevano lavoratori, braccianti e salariati.

La Calabria, ma possiamo dire una buona parte di mondo “liberale”, gode dell'ausilio poco luminoso dei detrattori che usano i social per depistare le persone deboli. E gettare fango sulle persone perbene

False notizie e arroganti proclami fanno presa su una buona fetta di smanettoni volutamente ignoranti. Sì! Volutamente ignorano i drammi dei propri simili e pur di continuare a gozzovigliare arraffando nel forziere sociale che dovrebbe assistere tutti e alleviare le sofferenze dei meno fortunati inondano di stronzate le piazze virtuali.

Le parole hanno un peso! Guai a liberarle, lasciarle andare come se non potessero sortire a nulla.

Stamane mentre buttavo giù queste considerazioni ho letto un messaggio:

un caro e vecchio amico ha finito il suo tempo terreno.

Serafino lo ricordo bene!

Ricordo il suo fare pacato. Sereno e misurato. Ha speso la sua vita per l'emancipazione dei deboli. Era un Sindacalista che militava e teneva alta l'ideologia socialista.

Un uomo elegante nel pensiero. Rispettoso e umano. Per lui i bisogni dei singoli diventavano problemi di tutti. Credeva in quello che si proponeva. Tenace e combattivo. Insomma un uomo d'altri tempi, diremmo oggi vista la deriva populista e qualunquista alla quale approdano gli pseudo capipopolo che, malgrado noi, governano la caducità del pensiero contemporaneo imperante.

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