sabato 16 aprile 2011
palloncini azzurri per Berlusconi e frasi oltraggiose per i magistrati
C’è da chiedersi, davanti ai palloncini azzurri e ai manifesti che tappezzano Milano e inneggiano a Berlusconi ma diffamano i magistrati, perché tutto ciò accade in un frangente simile?
Possibile che di fronte a fame, miseria, nuove e vecchie povertà, i cittadini onesti spendono tanti soldi per prendere parte a un derby palesemente drogato?
A ben guardare, le persone che urlano contro i magistrati non sembrano navigare nell'oro.
Le loro mani, i volti e l’abbigliamento testimoniano origini umili.
Il corteo è composto da gente che ha ben altri problemi.
Problemi impellenti come il pane, la casa, le medicine, a eccezione della Santanchè. Nonostante ciò, sono lì a invocare giustizia e delegittimare i giudici.
Anche nelle sedi istituzionali c’è chi chiede lumi e invita il ministro Alfano a fare luce inviando una commissione d’inchiesta a indagare nel tribunale di Milano. I firmatari sono Quagliariello e Gasparri, ricordate? L’emendamento 1707?
Ultima domanda: se ci fosse stato un cittadino comune, che so uno che subisce violenza nelle carceri e che magari muore a seguito delle violenze subite, tutta questa bella gente si sarebbe elettrizzata a tal punto? Avrebbe urlato parole indignate contro i magistrati?
venerdì 15 aprile 2011
parlamentare a 18 anni e senatore a 25
Largo ai giovani!
“Abbassare da 25 a 18 anni la soglia di età richiesta per potere essere eletti deputati e da 40 a 25 quella per diventare senatori. Questo il contenuto di un disegno di legge costituzionale approvato dal governo su proposta dei ministri Giorgia Meloni e Roberto Calderoli che recepisce i contenuti di una proposta bipartisan avanzata lo scorso gennaio dai deputati Gozi e Graziano del Pd e Formichella e Centemero del Pdl.”
Ecco un modo concreto per creare nuove possibilità di lavoro ai vari “trota” che hanno sponsorizzazioni influenti; verrebbe da dire! Sì, perché un tempo si parlava di esperienza e di saggezza mentre oggi, vista la composizione dei due rami del parlamento, basta avere un bel corpo, bella presenza e cieco servilismo per accedere a importanti e delicati incarichi istituzionali. Poco importa se il paese va a rotoli e la cultura della solidarietà non attecchisce. Ooh: siamo pazzi? Direbbe, da buon romagnolo, Bersani. Siamo qui a pettinare le bambole?
È ora di fare Politica seria che dia risposte ai problemi nuovi derivanti dalla globalizzazione mondiale, che sappia accogliere e promuovere fonti di sostentamento laddove servono. Una politica al servizio della gente e non l’esatto contrario come avviene ora.
Mettiamo da parte le frasi ad effetto. Non sono questi i problemi della gente. E poi, mi piacerebbe sapere chi e quanti sarebbero i giovani che dovrebbero “guidare” il Bel Paese. Ma forse si riferiscono al paese di Bengodi, i parlamentari bipartisan che hanno partorito la genialata dei parlamentari bebè. E non hanno tutti i torti! visto che dopo 5 anni di cazzeggio totale e presa per i fondelli del popolo sovrano se ne vanno in pensione con un bel gruzzolo alla faccia del popolo sofferente e deriso che li aveva votati speranzoso.
giovedì 14 aprile 2011
abusi di potere
L’arroganza di certi personaggi sta inquinando irrimediabilmente la società e sta facendo allontanare i cittadini dallo Stato.
courtesy ©by mario iannino, abusi di potere |
È sintomatica l’indolenza dei ministri che, posti davanti alle incertezze della Nazione e al ripiego assurdo di donne e uomini laureati e con anni di tirocinio gratuito nelle specialistiche, costretti a impiegarsi in attività degnissime ma che mortificano e annullano gli studi, vanificano i relativi aggravi economici sostenuti dalle famiglie, non battono ciglio, eludono le risposte ma si dimostrano indignati, permissivi, liberali, democratici e buonisti per le loro porcherie mentali prodotte e divulgate nelle sedi istituzionali. Per ultimo il cosiddetto "processo breve" approvato alla camera con 314 sì, una maggioranza, se pur risicata ma scaltra che assedia le istituzioni, approva in parlamento leggi che necessiterebbero della maggioranza democratica parlamentare e non la somma algebrica di teste raccattate lungo il cammino.
Non è una questione di destra, sinistra o centro. È una questione di onestà intellettuale. Una questione di rispetto per il Parlamento. Una questione di rispetto per le istituzioni e quindi per i cittadini. Ma questa è una visione romantica della cosa pubblica. Loro, i politici, sono dei veri strateghi… e forse…
È per gestire meglio i loro affari che stanno facendo di tutto per far disinnamorare i cittadini e allontanarli da ciò che è politica?
Altrimenti, come potrebbe un assessore regionale calabrese personalizzare le istituzioni e inveire contro qualche dipendente regionale sprovveduto che osa rifiutare agli amici/clienti, da lui mandati a chiedere notizie ancora non rese pubbliche? Non è una barzelletta. Stando alle notizie riportate dai giornali locali, pare che dopo il rifiuto del funzionario, gli imprenditori in questione siano ritornati dal loro supporter, uno che da ragazzo militava nella destra arrabbiata e che tale è rimasto, visto le prodezze, un certo Tallini, che, ritenutosi offeso, si è presentato nell’ufficio dell’impertinente impiegato e lo ha aggredito. Da qui una sequela di denunce e controdenunce.
Ora, la domanda da porsi è semplice: può un assessore, specie in campagna elettorale, comportarsi così? Può intervenire sui funzionari per far sapere notizie in anticipo di qualche giorno ai cittadini?
notizie che, tra l'altro, appariranno presto sul sito della regione.
Sono queste le regole democratiche?
Siamo al paradosso!
lunedì 11 aprile 2011
una poltrona a qualsiasi costo, ecco come certi personaggi raccolgono voti
Quanti siete? Fammi un elenco con nomi e cognomi, residenza elettorale e data di nascita dei tuoi dipendenti. E mi raccomando…
Non è l’anteprima di un romanzo di ‘ndrangheta ma è l’incontro tra un piccolo imprenditore e un noto volgare mascalzone della politica locale che usa il suo potere per portare voti ad un candidato sindaco. Un candidato stimato dai concittadini che non ha bisogno di mezzucci o ricatti per essere eletto a rappresentare degnamente i cittadini di Catanzaro. Anzi, è dato per certo che la fascia di sindaco sarà sua.
Però, visto che solitamente chi porta più voti ha a disposizione incarichi importanti da assegnare, lui, il mascalzone, approfitta della sua condizione dominante attuale per garantire a un tirapiedi il posto tra i futuri assessori comunali, così lui, il farabutto, mantiene il potere e rinforza la cordata dei leccaculo forti coi deboli e mappine coi potenti.
“che devo fare? Devo lavorare. Ho famiglia e anche i miei collaboratori hanno famiglia. Ma io gli ho detto che posso garantire solo di me stesso, gli altri non so…”
Certi ominicchi non sono degni di sedere negli uffici pubblici e peggio rappresentare la gente perbene e legiferare, però, purtroppo il bisogno, la fame, rende deboli! Quindi, rassegniamoci a vederli ancora lì finché morte non li stronchi tutti o che qualche magistrato ponga fine agli abusi di potere della gente di merda vestita a festa.
domenica 10 aprile 2011
l'albero della macedonia, insieme per cambiare
Ho visto qualcosa d’inaspettato in televisione. Ho visto gente di etnia diversa vivere insieme nella stessa cascina accudire i figli degli altri come propri. Ho visto musulmani, cristiani e indù pregare insieme. Ho visto sullo stesso legìo bibbia, torà e corano. Ho visto tutti i colori dell’uomo sotto lo stesso tetto. Ho visto la ragione prevalere sull’antiragione. Ho visto l’amore!
Non è un sogno e neanche la comune sessantottina dei figli dei fiori. È una realtà controcorrente rispetto a quanto si sente e si vede.
Ministri che dicono chiaramente “fora dai ball” in riferimento ai migranti che per sfuggire alla fame affrontano la morte nel mediterraneo.
Oggi, finalmente ho visto qualcosa di pregevole in televisione. E mentre le immagini di uomini, donne e bambini in fuga dai loro paesi, ammassati per strada segregati nei centri d’identificazione o peggio morti in mare, scorrono nei servizi televisivi, “Racconti di vita” ha messo in onda qualcosa di diverso in merito all’accoglienza e al dialogo tra i popoli:
In una cascina alle porte di Monticelli Pavese, in provincia di Pavia, esiste una comunità familiare interreligiosa composta da quattro famiglie con storie, cultura, esperienze e religioni diverse; vivono una accanto all’altra e sperimentano l’interrazialità attraverso l’affido di ragazzi e bambini italiani e stranieri.
“L’albero della macedonia”, è una metafora che suggerisce la possibilità di vedere sull’albero, e quindi in natura, i differenti frutti che compongono, per mano dell’uomo, la macedonia, boccone goloso di fine pasto dai sapori e colori ben azzeccati, ma, che in questo caso, rimanda attraverso l’esperienza di quattro famiglie, due italiane e due immigrate, a una realtà resa possibile dalla convivenza di etnie diverse.
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