venerdì 4 marzo 2011
bollettino di guerra asse Italia Libia
È un continuo susseguirsi di notizie che non lasciano presagire nulla di buono. da un lato la guerra in Libia raccontata da un Gheddafi incollato al potere dalla rabbia; dall’altra i rivoltosi che invocano libertà e democrazia; dall’altro ancora le mosse dei governi retti da democrazie avanzate che non osano mettere fine al genocidio che sta stravolgendo la Libia e gli Stati limitrofi.
questa volta, a differenza degli interventi in Iraq, Afghanistan e prima ancora nel Vietnam, tanto per citare le ingerenze più note, i paesi sentinella della democrazia mondiale dovrebbero porre fine in maniera determinata al genocidio in atto. Dovrebbero schierarsi apertamente col popolo non solo per limitarne le morti ma per evitare che gli oltranzisti cavalchino l’onda ribelle e subentrino a Gheddafi nella gestione del potere. Evitare, insomma che la Libia cada dalla padella nella brace, tanto per usare un eufemismo.
Dalle notizie e dalle immagini diffuse si capisce che la lotta è indirizzata a conquistare le fonti energetiche, i pozzi di petrolio, i serbatoi e le centrali di smistamento libici. Chi ne paga lo scotto maggiore è la popolazione civile, i ragazzi e gli inermi non educati alla guerra, spinti, però, dalla volontà di rendersi utili e liberare la Libia dal tiranno Gheddafi che ha accumulato fortune ingenti in oltre 30 anni di dittatura incontrastata.
È scandaloso apprendere quanta ricchezza è stata dilapidata dai figli di Gheddafi e da lui stesso mentre i libici stentavano a condurre una vita accettabile, così com’è intesa da noi.
Nonostante le verità divulgate dai giornalisti che seguono la vicenda, nonostante le cifre rese pubbliche dai governi che hanno bloccato i fondi del clan Gheddafi, loro, con faccia tosta, continuano imperterriti a negare la verità e sostengono di condurre una vita modesta.
Ma la bugia, come arma d’inganno per i cittadini, è diffusa ovunque, specialmente da noi, e chi segue le vicende italiane, comprende bene a cosa mi riferisco (buon governo delle libertà; creazione nuovi posti di lavoro sbandierati ma mai realizzati; leggi ad personam; imboscate parlamentari; deputati salta fossi; incarichi inopportuni; decreti legge inutili; proclami elettoralistici e istigazione all’odio; delegittimazione organi istituzionali dello Stato; ecc. ecc.).
Fatti alcuni distinguo, non c’è molta differenza tra Berlusconi e Gheddafi: entrambi sono fortemente cementati al potere e non lo vogliono lasciare.
Il primo, dopo il genocidio ordinato e i crimini di guerra dei quali si è macchiato, sa bene quale sarà il suo destino in caso di resa; il secondo è altrettanto cosciente del suo futuro prossimo venturo. Salvo che entrambi non patteggino la pena e noi dimentichiamo che:
Entrambi governano con l’inganno.
Entrambi ritengono di essere al di sopra degli altri; delle leggi naturali che governano il mondo e la vita stessa. E acconsentiamo che vadano a vivere gli ultimi giorni della loro splendida vita tra gli agi di qualche isoletta orientale.
giovedì 3 marzo 2011
la televisione, appendice del potere che parla alla pancia dei popoli
Nell’era dei mass media virtuali, la realtà si mescola ai mondi paralleli dei singoli. E se fino a qualche decennio addietro, i sogni erano custoditi gelosamente nei cassetti della mente, adesso trovano spazi virtuali su misura.
Alcuni guardano quanto accade nel mondo e confondono la realtà divulgata dalle immagini e dalle parole dei notiziari con le immagini delle realtà fittizie costruite per sfuggire alla crudezza terrena che riveste alcuni.
I mass media hanno portato libertà, emancipazioni e suggerito rivoluzioni culturali impossibili anche laddove la vita di tutti i giorni è resa difficile da ragioni connesse al clima sociale e dalla geopolitica dell’area limitrofa al paese, teatro e platea di destini contigui.
La diplomazia è determinante. Può provocare scontri sanguinari o pacifiche manifestazioni di piazza. E l’esito finale dipende dai leader.
È la leadership a decidere le politiche del lavoro e sociali; sono le parole, i gesti, gli strumenti visibili esternati in maniera da ottenere quanto prefissato che i mass media ripetono ossessivamente.
Di fatto, l’informazione, impartita male diventa un’arma incontrollabile che droga le menti; e il suo eccesso destabilizzante ottiene come effetto finale la formazione d’innumerevoli eserciti composti di persone ignoranti e arroganti. Il disinformato ripete, convito: l’ho sentito alla televisione, l’ha detto la televisione.
I condottieri incollati alla sella del loro cavallo ne sono coscienti; loro conoscono benissimo il potere pervasivo dei mezzi di comunicazione di massa. Non a caso si affidano alla televisione e conquistano spazi da gestire in piena autonomia che non significa sempre democrazia o par condicio.
rosa russo jervolino secondo il tg1 di minzolini
Paragonare Rosa Russo Jervolino a Gheddafi è un assioma assurdo che ha potuto permettersi solo un giornalista ignorante per accontentare qualcuno e incancrenire i rapporti politici nei maggiori schieramenti che rappresentano l’Italia.
Si rimane esterrefatti a sentire sconcezze simili mentre si pranza dalla voce della bionda giornalista televisiva del tg1. Quel tg1 di Minzioni apertamente schierato e asservito.
Si rimane sbigottiti al solo pensiero che ogni notizia è buona per buttare fango e discreditare gli avversari o quanti non la pensano allo stesso modo del padrone.
Eppure, la giornalista ha detto dell’auto scioglimento del comune di Napoli guidato dalla Jervolino e ha detto anche che la sindaca invita la magistratura a “mettere il naso” nella gestione amministrativa del comune di Napoli. Però aggiunge essere "arroccata nel palazzo del comune allo stesso modo di Gheddafi"
Ma ve la immaginate la passionaria Rosa armata fino ai denti che lancia i suoi mercenari contro i cittadini che ama e governa?
Sarebbe ora che Minzolini guidasse con un po’ di decoro il suo tg e facesse bene il mestiere di giornalista, almeno per rispetto degli abbonati rai che pagano il canone e anche lui, nonostante gli strafalcioni.
Si rimane esterrefatti a sentire sconcezze simili mentre si pranza dalla voce della bionda giornalista televisiva del tg1. Quel tg1 di Minzioni apertamente schierato e asservito.
Si rimane sbigottiti al solo pensiero che ogni notizia è buona per buttare fango e discreditare gli avversari o quanti non la pensano allo stesso modo del padrone.
Eppure, la giornalista ha detto dell’auto scioglimento del comune di Napoli guidato dalla Jervolino e ha detto anche che la sindaca invita la magistratura a “mettere il naso” nella gestione amministrativa del comune di Napoli. Però aggiunge essere "arroccata nel palazzo del comune allo stesso modo di Gheddafi"
Ma ve la immaginate la passionaria Rosa armata fino ai denti che lancia i suoi mercenari contro i cittadini che ama e governa?
Sarebbe ora che Minzolini guidasse con un po’ di decoro il suo tg e facesse bene il mestiere di giornalista, almeno per rispetto degli abbonati rai che pagano il canone e anche lui, nonostante gli strafalcioni.
il gran ballo delle debuttanti tra cortigiane e escort
Col tempo anche la ricca borghesia ebbe la possibilità di accedervi.
Nell’800, per le ragazze dabbene e di buona famiglia, il gran ballo rappresentava il momento più alto dell’iniziazione all’età adulta.
Insomma l’ingresso nella società era un momento solenne per le donzelle e la cultura sociale d’un tempo.
Caduti gli imperi, la ricca borghesia nostalgica mantiene, a volte con successo, i simboli della nobiltà quasi come una forma di rivalsa al mancato blasone e il gran ballo delle debuttanti è uno di questi. Ovviamente dal ballo sono escluse le ragazze del popolo, i poveri.
Alle ragazze povere rimaneva l’intelligenza da coltivare e quante riuscivano a implementare la loro cultura, erano accettate, anzi contese nei salotti dell’alta società e pur non essendo entrate attraverso la nobile ritualità del ballo ne erano le reginette. Queste ragazze, anzi, donne, definite cortigiane, dovevano quindi possedere una grande personalità e conoscenze che all’epoca erano appannaggio dell’universo maschile.
Le cortigiane, altrimenti dette puttane, meretrici, prostitute, ma qui scadiamo nella volgarità e queste ultime sono destinate alla plebe; ritornando alle cortigiane, oggi escort, per raggiungere il successo mondano ed essere accettate dai ricchi uomini d’affari, si acculturano perché comprendono che l’avvenenza fisica non è sufficiente e che la forza erotica risiede in primis nell’intelletto.
Infatti, le grandi cortigiane del 500 come Gaspara o Imperia fanno scuola e le loro vite narrano di continue contese nei salotti d’Italia perché sapevano tenere alta la tensione dialettica e sapevano tenere testa a poeti, letterati, musicisti e pittori.
Alla morte di Imperia gli intellettuali che la conobbero le dedicarono poesie e persino atti teatrali e lei stessa, in vita, fu definita “Divina” poetessa e visse tra gli agi di lussuosi palazzi e servitù pagate dai ricchi amanti.
E oggi? Bèh, oggi seguiamo la forma del tempo: un po’ di gossip, qualche scandalo, un po’ di volgarità morbosa; …la bella e la bestia fa sempre effetto nell’immaginario collettivo. E tra qualche settimana un altro avvenimento scandalistico coprirà la comparsata dell’harem delle olgiatine, Ruby, Sara, Nicole e persino le cifre offerte a Ruby dal ricco austriaco Richard Lugner per essere accompagnato nel palchetto e da lì osservare le debuttanti durante la cerimonia del gran ballo con enorme disappunto degli organizzatori che pensano di non fittarglielo più per le prossime manifestazioni, perché, come titola qualcuno, “non vogliono che diventi il ballo delle sputtananti”.
… anche se il mestiere più vecchio del mondo continuerà nell’attività goduriosa più antica del mondo ad attrarre colti letterati, artisti e ...
mercoledì 2 marzo 2011
abuso di potere
![]() |
©by mario iannino, verità nascoste, 2009 |
Ormai è chiara la contaminazione storica del fare un certo tipo di politica tutta italiana intrisa di affari privati.
È giunto il momento inderogabile di voltare pagina come hanno fatto le popolazioni del nord Africa. È ora che la gestione della Repubblica sia affidata a persone corrette, a prescindere dalle ideologie finora conosciute divulgate e rimaneggiate.
Ciò di cui non si può assolutamente prescindere è la correttezza intellettuale dei dirigenti chiamati a guidare la Nazione.
In altre nazioni basta essere scoperti a copiare una tesi di laurea o farsi rimborsare il taxi adoperato per questioni private, o se beccati in situazioni scabrose che mettono alla berlina i cittadini per dimettersi da ministri.
Comportamento inimmaginabile in Italia, anzi, pare che da noi più si fa incetta di illegalità, abusi di potere e quant’altro farebbe vergognare le persone serie per vedere crescere maggiori consensi elettoralistici, grazie alle falsità diffuse dai giornalai asserviti.
Il caso Ruby, per esempio, che ha messo alla berlina tutti noi, ritorna in parlamento portato come una bandiera di diritti e libertà dalla maggioranza di governo affinché sia tolta la competenza alla magistratura che sta indagando sul caso…
Abbiamo toccato il fondo! L’iniziativa dei capigruppo della maggioranza, quindi lega e pdl, di chiedere al presidente della Camera di sollevare il conflitto di attribuzioni fra i poteri dello Stato sul processo che vede indagato per concussione Berlusconi, di fatto è l’ennesimo atto arrogante di un uso personale delle leggi dello Stato in virtù della maggioranza che si ha in parlamento.
Arroganza perché, come si è costatato, non è un caso di natura governativa dell’imputato ma una sua attitudine privata della quale non intendere essere giudicato.
Certo che ci vuole una bella faccia tosta per continuare a negare la verità davanti a prove evidentissime. Senza contare che hanno giurato sulla Carta Costituzionale di essere servi dello Stato.
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