giovedì 17 febbraio 2011

Sanremo 2011, Morandi, Paolo, Luca, Belen, Elisabetta e

Sanremo 2011, Morandi, Paolo e Luca, Elisabetta, Belen...

Roberto Benigni intorno ai 250milaeuro in mezz’ora? non è la trasmissione di Lucia Annunziata ma l’indiscrezione che circola nell’ambiente sanremese sul compenso per la partecipazione del noto e esilarante comico italiano. Ammesso che la cifra sia questa, c’è da specificare che esistono regole di mercato precise che, attualmente, determinano i compensi in base al valore aggiunto che l’artista dà col suo prestigio personale al programma e allo spettacolo, quindi, all’audience con le relative ricadute pubblicitarie che è in grado di attrarre.
Normale legge di mercato, quindi. Però, c'è un però! E come tutti i discorsi analoghi, immediatamente dopo, ineluttabilmente, il censore presenta il rovescio della medaglia contigua alla polemica.

Analizzando sommariamente i fatti, ci rendiamo conto da soli che non c’è bisogno di un ministro delle finanze o un commercialista esperto in marketing per convenire che forme simili di remunerazioni drogano le menti specie se la crisi risucchia e cancella i lavori e i lavoratori comuni.

Roberto Benigni è differente, Roberto è assimilabile al promotore culturale che aiuta la collettività in modo allegro e simpatico a comprendere alcuni aspetti della cultura classica e contemporanea. … certo che, se è vero… 250 mila euro in mezz’ora… possiamo dire che è uno schiaffo alla miseria se pensiamo all’insipienza delle avvenenti starlettes che ne guadagnano appena 150mila?
Comunque vada, Sanremo è il risultato esponenziale di un mercato effimero ma concreto che fa girare un sacco di soldi grazie allo spettacolo e al gossip che lo nutre.

OkNotizie

mercoledì 16 febbraio 2011

150 anni di Unità fuori dal coro e dai festeggiamenti

Fuori dal coro


Stiamo assistendo alle battute finali. Le parti sono arroccate per difendere i rispettivi principi. Da una parte una mescolanza di pensieri politici disordinati che invece di lavorare e suggerire rimedi idonei per uscire dallo stallo istituzionale insegue emotività e ne produce altre. Nell’altro schieramento la situazione non è migliore. I falchi continuano a tuffarsi in picchiata sugli eventi contrari e attaccano chiunque tenti di espugnare il nido dell’aquila. La loro difesa è l’attacco frontale. Negano l’evidenza provocando sconcerto negli spettatori italiani che hanno dissentito e chiarito a gran voce che non desiderano più questo stato di cose mobilitandosi e riempiendo 230 piazze in Italia e 30 all’estero. Più chiaro di così si muore.
A questo punto, ci si aspetta uno scatto d’orgoglio e non l’ennesimo teatrino della bugia che mortifica le intelligenze degli italiani e pone l’Italia al pubblico ludibrio.

Di sicuro Berlusconi avrà le sue buone ragioni per non dimettersi, ragioni di Stato o politiche, ma anche se fossero personali, a questo punto, ha poca importanza; l’errore, se proprio è sfuggito a qualcuno ed è necessario trovarne l’origine, consiste nell’eccessiva continua tracotanza dei dirigenti che hanno trattato l’opinione pubblica da massa ignorante.
Da circa due anni i parlamentari di governo hanno eretto un muro di gomma e legiferato con continui decreti piuttosto che dibattere in parlamento i provvedimenti legislativi da adottare per affrontare emergenze e quotidianità. La maggioranza, di fatto si è dimostrata arrogante e per niente liberale, persino negli atteggiamenti con la stampa ritenuta “nemica”, vedi caso annozero e per ultimo il recalcitrante puledro La Russa che, occhi sgranati e narici sbuffanti, pesta i piedi a un incolpevole inviato che gli sta dietro per raccogliere notizie.

Insomma, se proprio dobbiamo tirare le somme quest’ultimo lasso di tempo non è stato positivo dal punto di vista democratico, interpersonale e neanche mediatico.

Volendo contestualizzare la vita quotidiana attuale con la ricorrenza dell'unità d'Italia e quanto si prefiguravano i padri risorgimentali, c'è ben poco di realizzato.
Abbiamo mortificato l'idea rivoluzionaria e seppellito coi fatti 150 anni di storia. Non male come epilogo!

martedì 15 febbraio 2011

perché Sanremo è Sanremo, 61° festival della canzone italiana

Non tutto è perduto! se è vero che alcuni degli uomini più ricchi del mondo hanno tenuto il necessario e devoluto in beneficenza il superfluo dei rispettivi imperi finanziari, allora qualche speranza rimane a confortare chi soffre la fame.
Alcuni di loro, i magnati buoni, hanno liquidato la notizia con disarmante spontaneità, ritenendosi fortunati rispetto al resto del mondo e quindi in dovere di aiutare i meno fortunati e quanti ne hanno bisogno.

Altri, fanno opere di beneficenza senza esporsi. Lasciano gli oboli senza salire sul carro dell’eroe caritatevole coronato da ghirlande o pergamene, ringraziato e osannato ma in pace con se stessi.

Chissà se anche i nostri lavoratori dello spettacolo sanremese, certo non le maestranze da 1000euro (anche se a volte i poveri sono più solidali e magnanimi dei benestanti) devolveranno qualcosa a chi sta peggio.

Secondo indiscrezioni Gianni Morandi dovrebbe percepire tra gli 800mila e unmilione di euro;
150mila euro a testa le soubret Elisabetta Canalis e Belen Rodriguez, mentre Paolo Bizzarri e Luca Kessisoglu 400 mila euro a testa. Totale duemilioni di euro destinati ai cachet per la squadra “artistica” anche se le indiscrezioni lasciano intendere che le pupe del festival sono state scelte più per avvenenza che per preparazione artistica.

E non è finita qui! La convenzione della rai col comune di Sanremo è pari a novemilioni di euro annui per cinque anni dei quali l’amministrazione comunale spende circa il 25% per l’ospitalità e il 75% rimane nelle casse della cittadina ligure.

40mila euro per i Big; 16 mila per i giovani e ancora, la rai, concede un parziale rimborso spese a ogni artista in gara.

L’edizione di quest’anno ha raccolto pubblicità oltre i 41milioni di euro. Un’interuzione pubblicitaria nelle cinque serate del 61° festival della canzone italiana costa 8.666 euro al secondo.

Anche le strutture locali sono rinvigorite dall’ossigeno festivaliero con punte di tre milioni in più, sempre nella settimana della kermesse, al casinò e 4milioni il giro d’affari stimato per le strutture ricettive.

lunedì 14 febbraio 2011

Elisabetta Canalis avrebbe detto no alla piazza

Un tipico esempio di sano disinteresse per i problemi della gente comune è dato dall’ex velina Elisabetta Canalis che lo condensa in poche battute a Sanremo: “Io non ci sarei mai andata…”

Che dire, si commenta da sé! d’altronde una che deve fama e ricchezza, nonché status di compagna del fascinoso George Clooney e che vive negli States però viene a intascarsi i soldi degli abbonati rai italiani, cosa ci si poteva aspettare se non questo tipo di filosofia di vita?

Finalmente dopo tante battute, risolini e prese in giro, i cittadini stanchi dicono di no a modelli artificiosi lontani dalle realtà popolane. Dicono di no alla mercificazione esponenziale gridata ai quattro venti senza pudore del corpo delle donne e degli uomini. Urlano basta a devianze, vissute fino a qualche tempo addietro con pudore, e chi le commetteva non le sbandierava perché sapeva di fare azioni poco gradite che andavano contro, non la morale comune o il senso del pudore bacchettone ma, un ordine precostituito dalle leggi dello Stato pensate e scritte per la tutela dei deboli contro le schiavitù e le tirannie dei potenti o dei soldi.

Fare l’amore è la cosa più bella che due persone possano fare insieme, non per scalate di potere sociali e neanche per vincere facilmente posti al sole ma semplicemente per soddisfare piaceri naturali comuni negli esseri viventi.
La sessualità è forza, passione, tensione emotiva offerta e corrisposta; è la prosecuzione catartica delle affinità elettive che si congiungono nella donazione per eccellenza, energie vitali protese per regalarsi l’un l’altro intensi attimi d’infinito.

Comunque, ognuno è libero di vivere la propria sessualità come più gli aggrada! L’importante che le azioni dei singoli non interferiscano negativamente con gli interessi della collettività. Altrimenti diverrebbe legittima ogni nefandezza, anche la violenza sui minori, giacché qualcuno gode così.
Ecco, cara Elisabetta, per queste cose appena accennate la gente ieri è scesa in piazza, 230 piazze in Italia e una sessantina nel resto del mondo a sostegno della dignità degli esseri umani. Ma forse tu eri intenta a provare le entrate sul palco di Sanremo e ti è sfuggito qualcosa.

domenica 13 febbraio 2011

le performance di Vittorio Sgarbi

prossimamente: Sgarbi e l’happening delle donne che amano Silvio.


Nell’Italia democratica, in virtù della pluralità e della enorme pazienza degli italiani impegnati seriamente nei campi del lavoro, della cultura e dell’arte, che rifuggono platee facili o scorciatoie artificiose come la mercificazione del corpo, magari reso ancora più bello e attraente dal silicone e dal bisturi del chirurgo plastico, c’è spazio per tutti, anche per le provocazioni studiate e urlate strategicamente nei talk show, nei tg o nelle trasmissioni spazzatura, ottimi trampolini di lancio per le olgiatine (belle ragazze in difficoltà che per uscirne si sacrificavano a fronte di cospicui guadagni con uomini facoltosi) prima della carriera politica, secondo quanto emerso dall’indignazione corale degli italiani, per acquisire visibilità alcuni personaggi hanno fatto e continuano a fare tutto ciò che ritengono favorevole alla loro ascesa.

E non solo. Ormai da qualche decennio, i telespettatori che pagano il canone rai e quanti s’interessano di cultura e arte, sono costretti a subire un personaggio singolare che ha fatto della violenza verbale uno stile mediatico ben remunerato, asservito e pronto al mutuo soccorso di chi foraggia con incarichi ad hoc il suo ruolo di cavalier servente.

Eppure è persona colta, di quella cultura nozionistica pallosa, trita e ritrita ancorata a schemi passati ma che per lui è, ancora oggi, l’unica forma d’arte ammissibile che denota potenzialità artistiche nei contemporanei.

Insomma un urlatore che ama lo scontro verbale.

Forse è per questo suo modello mentale che Sgarbi, visto il successo delle manifestazioni odierne, si fa accompagnatore delle “nobildonne” e, simile al cicisbeo settecentesco, propone una "contromanifestazione" festosa dedicata all’amore e invita le donne che amano Berlusconi a scendere in piazza, suffragato dalla ministra dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, che mette nero su bianco il suo personalissimo pensiero sulle manifestazioni delle donne che oggi si sono trovate numerose come non mai nelle piazze per contestare l’imbarbarimento della cultura e della politica, come "minoritarie e radical-chic".
E ancora dalla Daniela Santanché. Che accusa le manifestanti di volere alimentare l'odio delle donne contro altre donne, una sorta di "Eva contro Eva".

Sgarbi, me lo immagino, novello cicisbeo che apre il corteo della "contromanifestazione" di donne che amano Berlusconi. da un lato la ministra dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, e dall’altro Daniela Sntanchè seguita dalla Minetti e poi giù giù con Ruby, e tutte le papygirl.
… ma quanto sono ignorante! Un critico d'arte e tante artiste che si radunano in un luogo pubblico si chiama happening!

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