giovedì 18 febbraio 2010

verso il futuro, tra pubblicità e consumismo


Pubblicità: termometro dell’ego contemporaneo

La pubblicità testimonia, in maniera impietosa, la realtà contemporanea.

L’egoismo umano porta a disfarsi dei fardelli inutili, frenanti per la realizzazione del benessere personale. Ogni ostacolo, economico, fisico o mentale deve essere rimosso. Non c’è spazio per i sentimentalismi. Familiari inclusi!

E se fino a qualche decennio addietro, gli anziani, erano ritenuti un valore aggiunto oltre che risorsa e saggezza per la famiglia, oggi, i genitori vecchi per casa, sono ritenuti soggetti invadenti, specie se ammalati.
Affidiamo, quindi, le persone che ci hanno seguito amorevolmente per tutta la vita, affrontando in silenzio sacrifici e ostacoli di varia natura pur di appianare la strada a noi. Noi che per ricompensarli abbiamo istituito l’esercito delle badanti straniere. Così abbiamo tacitato la coscienza e risposto all’amore di chi ci ha dato la vita!

Non siamo in grado di superare nessuna difficoltà. Siamo diventati codardi e la paura di soffrire ci rende cinici. Anche il matrimonio non ha la durata d’un tempo; eppure, oggi le nuove coppie dovrebbero essere rodate, vista la libertà dei costumi. Molte coppie convivono prima di arrivare a fare il fatidico passo che li conduce all’altare. Allora come si spiega la separazione imminente?

L’altro giorno mi è giunta voce che una ragazza al ritorno del viaggio di nozze è tornata dalla mamma in lacrime: si sentiva violentata, incompresa, non pronta a formare famiglia… così ha riferito alla mamma.

i valori della famiglia negli spot pubblicitari


Non credo di fare pubblicità se per introdurre un concetto prendo in considerazione alcuni spot coca cola.
avanzi. ©archivio M.Iannino
avanzi
pubblicitari di una ben nota bevanda: la

Nei detti spot, esaurienti dal punto di vista commerciale, si vuole tracciare in tre episodi brevissimi la nascita, l’evoluzione e l’aggressione del mercato nazionale prima, e mondiale poi, della bevanda.

La storia sublimata inizia col mostrare il farmacista che scopre la formula e la immette sul mercato americano fino a raggiungere i consumatori nel resto del mondo che penetra nelle case e siede a tavola insieme a interi gruppi familiari, nonni compresi. E fin qui nulla di anomalo.

L’anomalia si evidenzia nell'ultimo blocco pubblicitario che non vede a tavola un nucleo analogo a quello degli anni precedenti gli anni 60. Ma andiamo per gradi: il primo spot magnifica la nascita della formula segreta e la gioiosa accoglienza nei saloon americani; il secondo lo sconfinamento oltreoceano della bevanda, che allieta la famiglia italiana composta da nonni, padre madre e figli.

Il terzo spot è l’impietosa apologia dei modelli correnti: i nonni sono gli unici assenti dalla tavola! mentre, ahi noi, la coca continua a esserci.

... e pensare che non conosciamo alcuni elementi della formula alchemica che riesce persino a svitare i bulloni arrugginiti ma non tiene insieme le famiglie (purtroppo questo non dipende dalla sua formula ma dalla mentalità che ci siamo costruiti!)

mercoledì 17 febbraio 2010

bassi profili nella politica regionale calabrese


Fin quando il gioco delle parti determina e regola le mosse della politica sarà difficile raggiungere altezze intellettuali invidiabili.

Gli schieramenti politici che si contendono la guida del Paese non dialogano per migliorare la società cui sono chiamati a emancipare ma litigano. Protesi nella ricerca di scandali, che possano inchiodare i nemici e metterli alla berlina, sembra sottovalutino i veri problemi del Paese.

Possibile che davanti a emergenze ambientali vere come quelle di Maierato, Catanzaro e altre zone colpite dagli smottamenti causati dalle recenti piogge, la mancanza di lavoro e gli atavici saccheggi culturali ancora in atto, le analisi dei politici, vertano sulle cose che bollono nella pentola degli avversari?
Oggi, per esempio, mi sono imbattuto in alcuni manifesti che credevo, d’acchito, si riferissero alle sagre carnascialesche, ma osservando meglio ho notato in basso il logo del PdL e, sotto le maschere, un titolo beffardo: “Le primarie di pulcinella” in Calabria.

C’è da chiedersi: quanto sono attendibili questi signori che sprecano energie economiche e intellettive in simili operazioni?

Da cittadino gradirei conoscere i programmi degli schieramenti e magari le vite dei politici candidati alla guida della regione piuttosto che assistere a puerili litigi; conoscenze legittime, non per curiosare nelle vite delle persone ma per operare una scelta vicina alle esigenze mie e dei calabresi. Chiedo troppo?

a scuola d'arroganza, negare e attaccare sempre


Showman, giornalisti, imprenditori, politici e pseudo-intellettuali.


Deve esserci per forza una scuola, una scuola di pensiero attuativo con tanto di teoria e pratica destabilizzante.
Ne abbiamo contezza ogni minuto della giornata!

È sufficiente accendere la tv, aprire un quotidiano o accedere in internet per essere investiti da una sequela di volgarità e violenze verbali che, in alcuni momenti, rasentano lo scontro fisico.

Il corso di studio è frequentato da diligenti allievi, espressione di tutte le estrazioni sociali e culturali che, una volta indottrinati, invadono i palinsesti e si calano nei panni di scaltri disturbatori scientifici.

I corsi di studio, stando a quanto emerge, mirano a preparare tracotanti teorizzatori della verità monca, personaggi che attaccano l’avversario per non essere attaccati secondo la teoria che chi mena prima vince due volte!

Siamo pieni di spazzatura mediatica! Spazzatura prodotta dai sistemi sociali in sfacelo, dalle cordate di pensiero che teorizza l’opulenza personale a tutti i costi.

Si teorizza e si mettono in pratica piani mirati all'impinguamento dei conti personali di faccendieri e funzionari privi di scrupoli, attraverso metodi ormai noti, e ogni volta che si scoperchia un pentolone del malaffare lo stupore invade tutti.

Il colpevole nega, nega fino all'ultimo anche quando è beccato con le mani e il muso sporco di “marmellata” perché ha unto, oppure è stato contaminato dall'avidità dei faccendieri, beh, a quel punto ritorna bambino e dice: no! Io non c’entro. Non l’ho sottratta io la confettura che serviva alla collettività per superare crisi reali. E di fronte a prove schiaccianti si tenta la carta ideologica: i soldi servivano a mantenere gli apparati del partito… come se ciò rendesse meno grave i fatti.

Una cosa, ancora non sono riusciti a superare: la fase puerile dell’accusare l’altro; ma con un po’ d’impegno riusciranno a porre rimedio anche all'infantilismo mentale che, comunque, non condiziona l’arrogante presenza nei talk show nazionali. Anzi!


martedì 16 febbraio 2010

didattica creativa


Le poetiche visive non si concretizzano per abbellire anonime pareti ma, per un’intima esigenza di dialogo.

©archivio M.Iannino
libertà 

L’azione creativa nasce dal gioco. Un gioco non competitivo e conflittuale ma propositivo in cui la finzione visiva è sospesa in un’area fantastica e rimane lì, entro i confini giocosi dell’invenzione, a suggerire percorsi mentali dinamici e realizzare luoghi gratuiti in cui rifugiarsi, riflettere. Riflettere sulla vera essenza dell’uomo, analizzarne i controsensi; rileggere percorsi assodati, superare freni inibitori e dogmi comandati dalle culture dominanti; valutare il tutto in assenza d’indicazioni prestabilite così da aggiungere nuovi strumenti all’insegna della pura creazione.

La sospensione temporale, l’assenza di regole e la libertà d’azione pongono la mente in stato di quiete e convogliano le energie verso attività ri/creative. La ri/creazione fatta per puro diletto, quindi, lontana da coercizioni o volontà conflittuali indirizzate a primeggiare, è magia; punto d’incontro con le forze vitali universali.

In virtù di ciò la trasmissione giocosa di competenze pittoriche deve avvenire lentamente “senza regole”; senza aspettarsi il “bel dipinto” ma giocando e osando con materia e colori. A tal proposito, è istruttivo osservare i bambini poco scolarizzati: il loro approccio col medium è corposamente fabulatorio, usano pasta cromatica spessa e non si pongono il problema se accostandola sullo strato fresco si contamina o si sporca, loro seguono le storie mutevoli che hanno in testa e mentre stendono il colore dialogano. Ecco, ai bambini si deve lasciare ampia libertà d’azione e non si deve invadere il loro campo fabulatorio dettato dal puro piacere del fare.
Davanti ai bambini dobbiamo sempre tenere bene in mente che l’azione ludica non scaturisce dalla necessità funzionale di cosa sarà o a chi servirà il manufatto ma dall’esigenza creativa intrinseca dell’uomo che unisce sensibilità e estro fabulatorio.
Anche per gli adulti, il gioco pittorico, privo di regole, ha il fine gratuito della soddisfazione intellettuale. La stessa gioiosa soddisfazione dei bambini alle prese con i castelli di sabbia.
E gli Artisti sono eterni bambini, sempre pronti a ricominciare; disincantati e fortificati dagli ostacoli eretti dall’orda barbarica incontrata nel corso degli anni.

(da:appunti di grafia creativa, di Mario Iannino, 2005, editoriale progetto 2000 CS)

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