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sabato 1 luglio 2017

us Catanzaro, Noto come Ceravolo?

I colori della squadra del cuore hanno un grande valore affettivo. Per alcuni è una questione di orgoglio ritrovarsi sotto la stessa bandiera. I tifosi sono una forza inarrestabile e quando idolatrano qualcuno, presidente o calciatore, questo qualcuno è messo sul podio del vincente. Non contano gli errori del passato. Conta il presente. Conta se il nuovo condottiero mostra i muscoli e il portafoglio. Conta la dimostrazione carnale dell'appartenenza. Dopodiché tutto gli è consentito.

Il Catanzaro ha una sua storia. Un passato eroico dal punto di vista calcistico e tra i suoi condottieri alcuni nomi sono legati inscindibilmente ai colori giallorossi: Nicola Ceravolo, il presidentissimo, e Massimo Palanca o rey.
I tifosi, anche i più giovani, conoscono i due personaggi. La passione del presidente e la sua tenacia che portò l'u.s. Catanzaro per la prima volta in seria A e l'abilità di “Massimè pari 'na molla” nel fare goal dai calci d'angolo e non solo da lì.
Tanto per ricordane qualcuno che ha inorgoglito i tifosi. E come non ricordare Seghedoni, Spelta, Mammì nello spareggio col Bari a Napoli per la seria A. Banelli, Silipo. Maldera.

Belle stagioni rese indimenticabili da uno sport pulito e chi si spendeva non mirava alla politica ma alla passione per la squadra e all'appartenenza campanilistica dell'intera regione.

Oggi, dopo amare vicissitudini e contestazioni alla dirigenza, una cordata di imprenditori catanzaresi con i Noto in testa, coinvolti dalla paziente regia del sindaco Abramo, prendono in mano le sorti dell'uesse catanzaro.
Il gruppo Noto e gli imprenditori che l'affiancano sono nelle possibilità economiche di riportare la squadra agli antichi splendori. Non è un sogno ma una possibile realtà come quella che ha visto la famiglia Noto, sotto la guida del padre, Leonetto, trasformarsi nel breve tempo da artigiani a commercianti e imprenditori di successo.

lunedì 13 dicembre 2010

Catanzaro dalle stelle alle stalle, e se...

Ricordo che partimmo da Catanzaro per Napoli di sera per essere lì e trovare in tutta tranquillità dei posti buoni per vedere lo spareggio Catanzaro Bari. Ricordo il goal di Angelo Mammì all’80° minuto e la grande festa organizzata per la promozione in serie A. la città era animata da un’insolita frenesia e la gente era euforica. per la prima volta nella storia del calcio calabrese una squadra calcava i campi della serie A, si scontrava con le grandi squadre e le batteva riempiendo d’orgoglio i calabresi, specie quelli emigrati a Torino, Milano ecc.

È trascorsa un’infinità di tempo da quel magico 27 giugno del ’71 ma le prodezze di Spelta, Mammì, Silipo, Maldera, Pellizzaro; Arbitrio Palanca Braca… guidati da Seghedoni, rimangono ben impresse nel cuore di tutti i tifosi giallorossi, anche se, purtroppo, siamo arrivati alle soglie di un amaro epilogo. Certo, duole il cuore, ricordare le serpentine di Gori, il piccoletto che faceva girare la testa ai grandi; Bui, lo stesso Mammì, un emerito sconosciuto che diventa l’eroe di una regione intera; indubbiamente è con profonda nostalgia che guardiamo alle gloriose partite di serie B e A… Peccato che sia finita così!

E se pensassimo a un azionariato della tifoseria piuttosto che sperare in avventurieri? Sì, una sorta di raccolta fondi tipo porta a porta di quanti hanno a cuore le sorti della squadra con tanto di sponsor e tanta voglia di affrontare una scommessa particolare (ma non è altrettanto particolare che una piccola squadra come il Chievo sia rinata grazie alla politica dei piccoli passi?).

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