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venerdì 9 settembre 2016

Mors tua vita mea


La tua morte è la mia vita!

Sembra essere il pensiero imperante contemporaneo che domina tutti. Politici. Imprenditori. E gente comune. Il sociale non esiste. E quello che è mio non si tocca!

I confini territoriali sono ritenuti in assoluto off limits. Siano essi geografici o commerciali. Non possono sfuggire al controllo autoctono dei capi branco. Il territorio deve essere protetto da chiunque possa comprometterne la stabilità e la supremazia del capo.

È davvero misero colui o colei che alza scudi, muri fisici e barriere ideologiche all'imprevisto. Al nuovo. Alle nuove esigenze delle singole persone e dei popoli oppressi da fame e miseria.

Ho incontrato uomini e donne di diverse razze. Alcuni di questi, nobili nell'animo, portano con loro la propria cultura con estrema dignità. Propongono mercanzie o servigi accompagnandole col sorriso. E anche davanti ai ripetuti dinieghi continuano a mostrare solarità positiva.

Altri mendicano. Altri ancora infrangono le leggi. E c'è persino chi, i motivi li lasciamo dibattere agli studiosi scientifici che si interessano di comportamento e ai politici che dovrebbero evitarne i fenomeni, dissacra l'altro, violenta le donne e non accetta la cultura occidentale e i relativi progressi fatti nel porre la donna al centro della vita sociale. E festeggiarne opportunamente i ruoli di mamme e di lavoratrici instancabili.

domenica 2 ottobre 2011

impacchettamenti, celare per evidenziare


Sotto le lenzuola o dietro i vetri offuscati

Chi c'è sotto il lenzuolo?

©archivio M.Iannino
Difficile dirlo! Nessuno mai si è soffermato per conoscere la storia del monumento impacchettato, neanche i cittadini che lo ospitano da decenni. E nonostante la piazza porti il suo nome ben pochi si chiedono chi è e che cosa ha fatto per meritare di essere posto sul piedistallo litoide a grandezza naturale.

Che sia questo uno dei motivi che hanno spinto J. Christo a impacchettare piazze, ponti, palazzi e monumenti?
Cioè stimolare la curiosità della gente distratta da altri problemi, falsi problemi ed in questo concordo col maestro Ermanno Olmi quando afferma che abbiamo perso l'intelletto e il senso delle parole.
Secondo alcuni “clandestino” è sinonimo di paura, delinquenza, reato; perciò alcuni parlamentari hanno ritenuto opportuno trattare il debole, che per sopravvivere è costretto a esplorare territori ostili, alla pari di un delinquente comune e fare una legge ad hoc. (legge bossi-fini).

Fermarlo, quindi, imprigionarlo, schedarlo e rispedirlo a morire dove è partito.
E il popolo che fa? Il popolo davanti a simili idiozie sta zitto perché impaurito dalle notizie diramate dai mass media asserviti.

La gente comune è disorientata dalla propaganda di regime, dalle parole dette per coprire la verità e dalle menzognere sfilate a favore di chi detiene il potere.

Un tempo era più semplice!
L'oppresso sfilava per dissentire e fare sentire la sua voce con la speranza di porre fine o mitigare i soprusi e l'opposizione suggeriva alternative, vigilava sulle azioni del governo.

Adesso è chi governa che arma di bandiere le sue truppe cammellate e invade le piazze.
courtesy Mario Iannino©
Mediterraneo 2013, op. polimaterica Courtesy Mario Iannino©

Chiedo: ma se lavora bene, mettendo al primo posto il bene comune, la socialità e il welfare, quindi i deboli, gli anziani, i bambini, i disabili, gli emarginati, disoccupati e studenti, che motivo ha, chi governa, di andare in piazza?

Osserviamo bene. Cerchiamo di ricordare cosa c'è sotto il lenzuolo.

Togliamo la patina che offusca il vetro della memoria e guardiamo oltre, forse troveremo risposte differenti, più consone alla sacralità dell'uomo.

sabato 21 agosto 2010

ancora clandestini

Clandestini.


Sulle rotte della tratta umana le strategie cambiano, si evolvono. Adesso i clandestini sono fatti imbarcare dagli scafisti in barche di lusso per non dare nell’occhio e sfuggire ai controlli delle guardie costiere.
I viaggi delle speranze si ripetono immutati nel tempo. Gente disperata affronta incognite spaventose pur di sfuggire al destino ineluttabile della terra d’origine.
Ragazzi, ma con esperienze da grandi, insieme a bambini e ragazze, scendono dalla passerella con andamenti incerti. Corpi provati da stenti esultano alla visione delle coste italiche, ignari della loro precarissima quanto breve sosta sul territorio italiano, ormai sotto le leggi del “respingimento” adottati dal governo senza sconti a richiedenti politici o perseguitati di vario genere.

Questi i nuovi crocefissi! i deboli che tendono mani e lanciano grida di aiuto inascoltati. Queste le moderne icone da pubblicare!

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