"catazzharu, fhora e portu" scultura di Giuseppe Rito: il cavatore. |
Maldestro, imbranato, privo di esperienza: cantàru. Nei dialetti locali si riesce a condensare una serie di definizioni e in catanzarese apostrofare una persona ingenua che non conosce la vita si riduce a: cantàru. Se poi il soggetto è “comu l'ovu a lu fhocu” chè un caso disperato e col passare del tempo “chjjù sta e chjjià ntosta” e sé indisponente si aggiune “gnolla, cioè mmerda”: sì nu cantaru e mmerda!
Le sfumature sono innumerevoli e variano da rione a rione.
"czlido, lungomare" |
A Marina di Catanzaro si dice: mbromu e mara.
A Gagliano: cacummbaru.
E poi ci sono quegli aggettivi qualificativi che rimangono invariati ovunque come:
“Pregugghjiari e trafhacceri” sono definiti e apostrofati le persone inaffidabili. Persone che con estrema scioltezza di linguaggio e pensiero sbeffeggiano chiunque ma solo dietro le spalle. Avete presente quei personaggi che davanti sorridono, ammiccano dimostrano empatia e complicità e poi, una volta girate le spalle, appunto, girate le spalle deridono gli interlocutori appena lasciati convinti di essere tenuti in considerazione? Ecco, appunto, nel dialetto catanzarese sono definiti trafhacceri, trahacceri.
I pregugghjiari sono quelli dai comportamenti gemellati. Promettono ma non mantengono! Millantano amicizie e influenze quasi sempre inesistenti e, anche se ci fossero sarebbero trascurabili: conoscenze limitate giusto al tempo di un caffè al bar per farsi vedere insieme.
A “mal'erva on mora mai”: l'erba cattiva è indistruttibile, inestirpabile.
I “tagghja tagghja” , cioè le male lingue, come l'erba cattiva contaminano le menti:
Parlare dietro le spalle è facile! Nessuno che possa smentire le dicerie nate dalle fantasiose letture dei mediocri analisti che basano e cementano i credo nei sentito dire che gonfiano i post tenendo ben conto delle simpatie e delle antipatie che i soggetti presi di mira suggeriscono. Attenzione! Sarebbe riduttivo pensare ad una semplice pettegola attività di paese. Non lo è! È piuttosto una questione di simpatia personale legata all'appartenenza e sudditanza.
La forza dei mediocri sta nella delazione e spesso nell’oblio degli antagonisti.
“Ammuciara”: nascondere la verità contrapponendo fumose dialettiche malsane al lavoro propositivo e minimizzandone il valore culturale di chi propone il dialogo.
Succulenti. Gustosi, i “fhicundiani” sono una “lisciotteria”
I fichi d’india, in Calabria, si gustano e si apprezzano senza spine e, gli esegeti, tolta la buccia eliminano anche i semi che si insinuano tra i denti.
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