Silenzio. Un silenzio assordante durato decenni, adesso,
potrebbe essere interrotto e il quartiere corvo di Catanzaro avere nuovi input
socializzanti.
Chi vive il quartiere fin dalla sua prima urbanizzazione conosce selva e fauna, problemi strutturali e ambientali. esigenze e aspettative di quanti vi abitano stabilmente e degli avventori occasionali che lo intendono un dormitorio. Sa dell’apatia dei residenti cresciuta negli anni e fortificatasi nelle decisioni politico-amministrative che si sono susseguite dal 1980 in poi.
Nel 1980 c’era fermento politico e in quel clima nacquero le
cooperative edilizie che attraverso il credito agevolato si costituirono per
erigere case popolari nella campagna argillosa dell’agro tra il quartiere S. Maria
e Marina di Catanzaro, denominato “corvo”.
Non c’era nulla se non argilla, alberi di ulivi e cicorie
con le immancabili lumache, che resero noti gli abitanti di S. Maria come “i
vermiturari” per il commercio che seppero praticare dei prelibati molluschi. E poi
arrivammo noi suffragati dalle promesse avveniristiche della nuova Catanzaro:
la Catanzaro 2! Degnamente urbanizzata con i servizi necessari, quindi, sportelli
postali e bancari, librerie, parchi giochi, negozi e quant’altro. Inutile ricordare
le desolanti attese mancate.
Ben vengano quindi, anche se con estremo ritardo, tutte le
iniziative che interagendo con il territorio e le esigenze di chi lo vive riescono
a renderlo più gradevole. Ma, per evitare ulteriori illusioni è d’obbligo porci
alcune riflessioni:
La nuova destinazione dell’immobile comunale, adibito, un tempo,
ad asilo nido e scuola materna , risponde alle esigenze del quartiere?
Il centro sociale, inteso come servizio al territorio, può essere destinato ad esclusive tematiche che, se pur alte intellettualmente, non trovano riscontri in una buona fetta di residenti? E ancora, qual è stato il criterio con cui è stato affidato l’immobile e a chi? visto che la notizia, anche se avrebbe dovuto essere di dominio pubblico, è stata resa nota a giochi fatti? gli interrogativi sarebbero ancora molti. e anche se nessuno si prenderà la briga di rispondere, ancora uno, il più importante, forse, lo pongo:
Non dovrebbe, o per lo meno, sarebbe indicato, vista l’età
dei residenti, ospitare un punto d’ascolto, medico, psicologico, insomma un
consultorio sanitario attento alle donne e ai giovani? Gli spazi non mancano!
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