Mitizzare qualcuno o qualcosa. A volte capita.
Ma ammettere che certe persone siano predisposte, forse perché differenti per educazione, cultura e sensibilità rispetto ad altri che operano nello stesso campo, è giusto. Non è testimoniando i pregi che si mitizza qualcuno o qualcosa.
Le differenze, semmai, saranno setacciate nelle pieghe del tempo investigando tra i pensieri e le azioni tempestive date all'uopo. Analizzare, con onestà, i problemi risolti restando in equilibrio sul filo della ragione che scandaglia i fatti e non dell' ipotetico potenzialmente ovvio in cui si scivola per “conseguenza” nell'imminenza smania risolutiva.
Di certo non si richiedono doti di super eroi a quanti svolgono funzioni pubbliche. Ma coerenza!
Persone chiamate per essere guide, maestri di vita quali docenti, ministri, deputati, artisti e gente della cultura devono essere d'esempio.
E genitori. Che oberati da una serie di falsi problemi perdono di vista la realtà mescolandosi nella inutile fiumana anonima di semplici compagni di strada di figli della generazione Z pronti ad annuire. Dire sì è importante per la crescita dei ragazzi ché corroborante per la loro l'autostima ma si deve anche saper dire di NO all'occorrenza per arginare megalomanie inappropriate.
Le tristi notizie di cronaca, eccessivamente e inutilmente amplificate e gettate in pasto al perverso voyeurismo mediatico, purtroppo, sottolineano l'allarme del secolo! Dicono alle menti di quanti ancora sperano nelle potenzialità umane che qualcosa si è rotto! E questo qualcosa non si ripara con dei decreti legge o delle ore rieducative nelle scuole sotto la super visione degli psicologi.
Manca la serenità necessaria che induce all'accettazione delle proprie pecche, dei propri sani limiti! Manca ormai da troppo tempo la visione comune del bene sociale dettato e condizionato dalla sacra libertà altrui. Accompagnare i giovani alla crescita è principalmente educare all'amore. Accettare le differenze nel rispetto reciproco di sé e l'altro.
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