Qualche luce si accende. Inizia a sentirsi l’aria del Natale.
Però è ancora presto per appendere le calze al camino. Anche se
il tempo trascorso è stato forse, a memoria d’uomo, uno dei più drammatici si
continua a sperare. Si spera che qualcosa cambi nella società e nella buona
amministrazione della cosa pubblica. Già, la cosa pubblica.
Ciononostante aspettiamo con ansia la nascita del Salvatore.
E vorremmo trovare, idealmente, le calze piene di?
I desideri si moltiplicano almeno per tre, quattro,
otto e anche più per ogni uno. Anche per quelli che non credono più a babbo
natale e alla befana.
Sono lontani i tempi delle calze colme di caramelle fatte in
casa e carbone. Straripanti di buoni propositi e speranze. Sembra che oggi le
dita le incrociamo per questioni futili. Badiamo all’immediato. Alla necessità
effimera che ci assilla e brucia ogni altra possibilità comunitaria.
Non è retorica!
Ho, comunque, anch’io appeso ipotetiche calze sulla trave
del camino (che non posseggo! Ma ho ancora tanto cammino da percorrere perciò
mi accingo a fare l’albero, allestirlo coi migliori propositi aspettandomi
attenzioni da chi mi sta accanto, familiari, amici e, in primis, da chi sta
formando la nuova giunta regionale.)
Buona vita a tutti. E che il nuovo anno porti davvero un po’
di serenità
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