Ogni cosa è illuminata. Luci e ombre svelano il carattere della superficie ma per sondarne le profondità serve una attenta analisi e la dovuta attenzione per ogni singola situazione esperienziale.
(ogni volta che scrivo “cosa” riemergono le sollecitazioni scolastiche e l'esortazione specifica dei docenti a definire in maniera appropriata e non generica i soggetti. Ma, per economia, specie in questa era che brucia e invita a bruciare tempi e tappe, capita spesso di doverla usare ricorrendo e sperando anche nella libertà poetica e deduttiva dei lettori).
La "cosa" che più turba e che ha caratterizzato questo ultimo periodo ha una definizione scientifica che è entrata nel lessico quotidiano di ognuno e si identifica con la terminologia “sars-covid-19” e successive varianti.
I nuovi infettati sembrano essere una enormità e i numeri trasbordando dai media contaminano e amplificano le paure di chiunque.
Cinese; inglese; brasiliana; scozzese... ad ogni nuova scoperta di varianti è associata la nazione in cui si sono manifestati e scoperti i nuovi ceppi. Sembra che non se ne esca più tanta è l'enfasi statistica dei casi.
Intanto i soliti predatori ingrassano sulla salute pubblica. (faccendieri compresi)
Le case farmaceutiche e i laboratori che hanno studiato e trattato gli antidoti /che pare non abbiano nessuna certezza di garanzia, tant'è che pretendono la sottoscrizione di una liberatoria/, dettano leggi e priorità in quanto a prezzi, somministrazione e distribuzione delle dosi.
Lontani dal pensiero di Albert Sabin il medico che scoprì e donò il vaccino per combattere la poliomielite all'umanità senza imprimere nessun marchio per esclusivi arricchimenti.
Lasciamo per il momento alla enorme squadra di tecnici la gestione di questa “cosa” che riguarda tutti.
Ragioniamo un attimo sulla sorte e sulle modifiche che questa situazione è riuscita ad imporre e determinare i comportamenti individuali e sociali e che, volenti o no, siamo costretti a subirla.
Subiamo la possibilità dell'esposizione al virus. E subiamo le determinazioni che i politici e i tecnici chiamati al capezzale della pandemia per gestirne effetti e salute pubblica. e noi, nel nostro piccolo privato dobbiamo proteggerci dall'eventuale contagio.
Già si era impossessato di noi un altro virus, subdolo, misto di apatia ed egoismo che non abbiamo saputo riconoscere e arginare. Persino gli abbracci erano mirati alla soddisfazione del proprio ego. E i baci alla soddisfazione della libido che non è mai in difficoltà.
In sintesi le esperienze e i rapporti interpersonali erano già in bilico da un pezzo e questo momento così drammatico li ha amplificati. Si ha paura di abbracciare gli affetti in carne e ossa e non si possono celebrare come consuetudine i sacramenti.
Tanto altro ancora potremmo elencare ma risulterebbe una inutile quanto effimera esercitazione di scrittura creativa.
Da pittore affido il mio sentire poetico alla simbologia conosciuta e scarabocchiata anche sui muri e alle cromie che illuminano i miei pensieri trasformandoli in lavoro creativo.
"io sono vita" abbraccio essenziale- |
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