Quando il bisogno primario è
impellente il resto è irrilevante.
Dove per bisogno primario s'intende la
necessità di sopravvivere, la sopravvivenza impone atti estremi che
esulano dalle farneticanti teorie sovraniste e spocchiosi
nazionalismi urlati nelle piazze e cavalcati per scopi elettorali.
L'unione degli stati europei è,
citando le parole del presidente Mattarella, il più bel sogno
che abbiamo potuto realizzare negli ultimi anni. È vero, si deve
fare meglio questa unione. Si deve valorizzare e attuare il concetto
di solidarietà per una società più equa. Una società composta da
persone e non metta al primo posto nella scala dei valori i mercati e
l'economia in generale.
Una unione d'intenti che, oltre ad
abbattere i confini geografici, abbatta con determinazione le
disparità sociali tra i popoli e sappia accogliere quanti
necessitano di una mano tesa per riuscire a sopravvivere e tirarsi
fuori dall'inferno delle guerre e dagli interessi dei grandi signori
che affamano i territori occupati dalla loro ingombrante presenza.
Africa. Calabria. Italia. Venezuela.
In una parola: World. Dappertutto c'è qualcosa da aggiustare.
Vediamo il bicchiere mezzo pieno e collaboriamo insieme a chi soffre.
Non diamo ascolto ai rumori elettorali. Lasciamoci trasportare
dall'empatia, ragioniamo col sentimento che spinge alla fraternità e
accogliamo chi è nelle condizioni peggiori delle nostre.
Enfatizzare sul bicchiere mezzo vuoto
non porta a niente se non al terrore di vedere mostri anche laddove
non ci sono.
Ascoltiamo e facciamo nostre le
parole di Papa Francesco. Lanciamo salvagenti ai migranti e
abbracciamoli. Anche noi siamo stati migranti.
Togliamo il cappio dal collo dei
bisognosi, siamo tutti esseri umani con le medesime sacrosante
necessità.
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