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venerdì 1 maggio 2015

Expo 2015, contraddizioni in fiera

"energia per la vita"
Oggi non è il solito primo maggio, giorno che, nonostante le innumerevoli e incomprensibili contraddizioni per quanto concerne il mondo del lavoro, i sindacati si auto-celebrano nelle piazze toccate dalle tragedie sociali portandovi slogan triti e ritriti, musica e popolo, oggi, dicevo, è anche il giorno dell'inaugurazione della fiera mondiale “expo 2015” in Milano. Il tema della fiera “nutrire il pianeta, energia per la vita” è ambizioso, anzi ambiguo per chi contesta gli sponsor e la giostra mediatica che questi alimentano. È chiaro che le multinazionali presenti, i fatti lo dimostrano, pensano in primo luogo ai loro guadagni e, dopo, se rimane qualche briciola la usano per sgravi fiscali donandola a qualche onlus.



Oltre 140 i Paesi partecipanti. Dall'Afghanistan allo Zimbabwe. Paesi industrializzati e paesi emergenti accomunati da cospicue sacche di povertà generate dalle assurde politiche economiche globalizzanti. Anche il Nepal partecipa con un suo spazio, concluso dai lavoratori italiani dopo il rientro forzato dei nepalesi costretti dal recentissimo immane terremoto. A tal proposito c'è da dire che la solidarietà degli italiani è scattata immediatamente e attraverso i media le esortazioni a mandare euromessaggini non si contano più. Il rastrellamento è iniziato dal basso, come sempre.
Le grandi multinazionali e il chilometro zero, i big player del food and beverage globale e le nicchie dello Slow Food, i movimenti contrari all'Ogm e gli scienziati che invece lo sostengono si sono mossi?
Secondo alcuni questa impostazione dovrebbe garantire ricchezza. Per altri il rischio è quello di una contraddizione latente dove c'è spazio per tutto e il contrario di tutto. D'altronde il risultato lo viviamo tutti i giorni sulla nostra pelle!
Nel primo giorno dell'Expo, con il suo intervento da Roma Papa Francesco ha espresso un punto di vista molto netto sui temi della nutrizione del pianeta e del rapporto con il prossimo. Il Santo Padre ha adoperato una espressione precisa: «Globalizzare la solidarietà». E ha poi ricordato «i volti degli uomini e delle donne che hanno fame».
Parole che rimarranno certamente parole.
Parole come quelle dette da Renzi che non perde occasione per agitare e ridicolizzare le opposizioni e quanti non la pensano come lui.
Ma che lo scrivo a fare.
Immergiamoci nel risveglio della natura che non tradisce mai. Anche quest'anno sono sbocciati i papaveri.

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