personaggio caro al teatro di strada, "pupo" sicilano |
E noi? Noi siamo rimasti infantili. Privi del complesso di sudditanza, non perché l'abbiamo superato grazie alla nostra emancipazione latina che basa la conoscenza istituzionale sul pensiero filosofico dei classici, aspettiamo fiduciosi l'eroe senza macchia e senza paura che sappia guidarci e risolvere i problemi. Che sia un millantatore e che quanto è accaduto sia anche colpa sua poco importa!
Contano i premi e le medaglie
conquistate sul campo e i consensi elargiti dietro le quinte al
riparo dalle tende che nascondono i pupari dagli occhi ingenui dei
bambini.
Le gesta di Orlando cantate nelle
piazze dai burattinai infiammano i cuori dei puri e catturano le
menti ballerine di quanti non hanno forza e memoria del recentissimo
passato. E mentre si osanna il nuovo salvatore della patria si
dimenticano gli accordi fatti sottobanco per favorire gli interessi
di pochi, ignorando volutamente che il POPOLO, del quale sono piene
le bocche e le agende, è la totalità dei cittadini. Se poi si ha la
presunzione di proiettare uno sguardo nel futuro prossimo e si vuole
stilare un'agenda che tenga conto delle esigenze sociali ci si
accorge che la parola popolo include anche la parola NAZIONE, quindi
neonati, vecchi, morti, embrioni e future nascite.
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