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martedì 16 febbraio 2010

didattica creativa


Le poetiche visive non si concretizzano per abbellire anonime pareti ma, per un’intima esigenza di dialogo.

©archivio M.Iannino
libertà 

L’azione creativa nasce dal gioco. Un gioco non competitivo e conflittuale ma propositivo in cui la finzione visiva è sospesa in un’area fantastica e rimane lì, entro i confini giocosi dell’invenzione, a suggerire percorsi mentali dinamici e realizzare luoghi gratuiti in cui rifugiarsi, riflettere. Riflettere sulla vera essenza dell’uomo, analizzarne i controsensi; rileggere percorsi assodati, superare freni inibitori e dogmi comandati dalle culture dominanti; valutare il tutto in assenza d’indicazioni prestabilite così da aggiungere nuovi strumenti all’insegna della pura creazione.

La sospensione temporale, l’assenza di regole e la libertà d’azione pongono la mente in stato di quiete e convogliano le energie verso attività ri/creative. La ri/creazione fatta per puro diletto, quindi, lontana da coercizioni o volontà conflittuali indirizzate a primeggiare, è magia; punto d’incontro con le forze vitali universali.

In virtù di ciò la trasmissione giocosa di competenze pittoriche deve avvenire lentamente “senza regole”; senza aspettarsi il “bel dipinto” ma giocando e osando con materia e colori. A tal proposito, è istruttivo osservare i bambini poco scolarizzati: il loro approccio col medium è corposamente fabulatorio, usano pasta cromatica spessa e non si pongono il problema se accostandola sullo strato fresco si contamina o si sporca, loro seguono le storie mutevoli che hanno in testa e mentre stendono il colore dialogano. Ecco, ai bambini si deve lasciare ampia libertà d’azione e non si deve invadere il loro campo fabulatorio dettato dal puro piacere del fare.
Davanti ai bambini dobbiamo sempre tenere bene in mente che l’azione ludica non scaturisce dalla necessità funzionale di cosa sarà o a chi servirà il manufatto ma dall’esigenza creativa intrinseca dell’uomo che unisce sensibilità e estro fabulatorio.
Anche per gli adulti, il gioco pittorico, privo di regole, ha il fine gratuito della soddisfazione intellettuale. La stessa gioiosa soddisfazione dei bambini alle prese con i castelli di sabbia.
E gli Artisti sono eterni bambini, sempre pronti a ricominciare; disincantati e fortificati dagli ostacoli eretti dall’orda barbarica incontrata nel corso degli anni.

(da:appunti di grafia creativa, di Mario Iannino, 2005, editoriale progetto 2000 CS)

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