lunedì 24 settembre 2018

La casta e gli altri

Vitalizi. Sì o No?

È davvero commovente il daffare che si stanno prendendo i 700 ex deputati che si sentono toccati nelle tasche dalla nuova determinazione voluta dal governo corrente. C'era da aspettarselo?
Se si pensa alla condizione di solidarietà che dovrebbero avere gli ex che hanno governato negli anni trascorsi, dalla prima legislatura fino all'altro ieri, la risposta dovrebbe essere la naturale conseguenza politica di un bel grosso e convinto Sì.

Secondo quanto si legge e si sente in tv e nelle strade pare che a mettere le mani dentro le tasche faccia sempre male a qualcuno.

Intanto c'è da dire che tutto questo allarmismo non è stato seminato quando si è trattato di maciullare i cittadini comuni e neppure c'è stata una opposizione seriamente determinata dalla conquista sociale dei deboli.
Le prese di posizione dure sembrano essere prerogative dei poteri forti. Di quella che qualcuno definì “casta”. Di quel gruppo di gente che non ha vergogna e si nasconde dietro il fantomatico e debole “diritto acquisito” come si gli altri cittadini non avessero perso diritti acquisiti. E la legge che porta il nome della prof.ssa Fornero voluta dal governo Monti ne è la prova. Snza parlare dei diritti dei lavoratori e dell'abolizione dell'art. 18 dello statuto che ne tutelava la dignità dei lavoratori.

Indubbiamente ci sono stati errori e abusi. Non è, però, eliminando il concetto di uguaglianza e tutela sanciti dai legislatori che si ottengono risultati consoni.
Buon senso e solidarietà dovrebbero guidare le azioni di chi governa e guida le nazioni.

mercoledì 19 settembre 2018

Jazz a Soverato in ricordo di Sal Nistico

Sotto il cielo stellato, tra le vecchie mura di una azienda diventate attrazione culturale nella città di Soverato, si è svolto un evento jazz in memoria di Sal Nistico.

Sal Nistico è stato un originale saxofonista jazz nato in America da genitori calabresi. Emigrante curioso e creativo seppe farsi strada tra i musicisti jazz americani coi quali interagì egregiamente. E Soverato, attraverso l'intuizione del prof. Giuseppe Nisticò dedica una serata inaugurale alla nascente associazione omaggiandone le radici e l'arte della musica jazz che il musicista interpretò e lascia traccia.

In coda al concerto tenuto da eminenti maestri, alcuni di quali hanno suonato con Sal Nistico, un giovane Sal si è esibito al pianoforte e chiuso in maniera eccelsa insieme al maestro Colasazza la serata jazz.




lunedì 20 agosto 2018

In memoria di Sal Nistico

Il vecchio sax di Sal Nistico è in primo piano sul palco allestito nell'ex area comac di Soverato.
Dopo le presentazioni di rito e un breve excursus sulla figura del musicista calabro-americano le note calde e avvolgenti catturano gli astanti.

Il jazz, si sa, è improvvisazione (ma non troppo), gioco di sonorità per certi versi improbabili liberati dal dialogo manieristico tra i musicisti che prediligono alle parole la voce degli strumenti così da liberare ed elargire emozioni in note.
Percussioni, fiati, corde pizzicate e martelletti sollecitati dalle sapienti dita dei maestri dialogano tra loro. Suscitano emozioni e strappano applausi sentiti. E poi la voce melodiosa della cantante Rachel Gould, che potrei, cadendo nel non senso delle dispute partigiane, paragonarla alle grandi stelle del jazz e non solo per testimoniare l'estensione vocale e l'armonia canora che diventa anch'essa strumento musicale integrante della band.

La band jazz è composta da veri talenti. Musicisti che hanno suonato insieme a lui e altri chiamati per l'occasione.
Il tributo al sassofonista italoamericano Sal Nistico voluto dal prof. Giuseppe Nisticò, cattura come le sirene di Ulisse quanti sono in ascolto.
Due ore di sano e allegro quanto ispirato jazz sono volate via piacevolmente.
Claudio Colasazza e Sal Nisticò

Infine, il duo composto da Claudio Colasazza e Salvatore Nisticò, maestro e allievo, in armonia con le linee guida dell'associazione appena nata, siedono al pianoforte.
L'esperienza e l'amore per la musica si fondono. Il maestro guida l'allievo. L'adrenalina annulla il timore dell'esibizione in Sal, se ma i ci fosse, ma dopo le esecuzioni magistrali dei maestri Mario Raja, Pietro Tonolo, Mauro Zazzarini, Claudio Colasazza e David Howard, tutto può accadere.

L'appuntamento è per il prossimo anno. Per ricordare Sal Nistico e scoprire nuovi talenti. Perché lo scopo dell'associazione è di promuovere la cultura della musica jazz, fare formazione e lanciare giovani talenti.

domenica 19 agosto 2018

L'Associazione Sal Nistico promuove talenti

Migrazioni.


Partiamo dal presupposto che nessuno andrebbe via dalla propria terra se avesse la possibilità di crescere in armonia con la bellezza delle donne e degli uomini che hanno tracciato la storia e quindi la cultura tout court dei luoghi natii.

Alcuni vanno via dai propri paesi per necessità, si integrano nel tessuto sociale d'accoglienza, studiano e alimentano le proprie passioni fino a farle assurgere, coi linguaggi sublimi e universali dell'arte, a simboli di armonia e bellezza universale.

Altri scelgono di viaggiare per toccare con mano esperienze di vita differenti. E le differenze, anche le più insignificanti, sia nel primo che nel secondo caso alimentano i pensieri creativi e fortificano le menti “curiose”.
Le opportunità non mancano!

Ma ci deve essere qualcuno a ricordare la bellezza e farsene paladino nella propria e altrui realtà sociali e culturali.

La Calabria ha partorito figli che sono dovuti emigrare per necessità e non solo.
Ne ho conosciuti molti personalmente e alcuni per elezione per avere amato la loro arte. Tra questi Domingo Notaro, mio compaesano, costretto a varcare l'oceano da bambino insieme alla famiglia e approdare in Argentina dove “Domenico” si trasforma in “Domingo”.
Notaro lì espanse la sua sensibilità artistica e trasformò l'angoscia dell'abbandono forzato in poesia. Pittore, scultore, poeta, Domingo continua a farsi chiamare così. Il suo nome è un tatuaggio che gli è rimasto impresso nell'animo e che forse gli brucia ancora oggi dentro. Domingo oggi vive a Roma. Ha esposto a Parigi, Bruxelles ed al Metropolitan Art Space di Tokio, ma non dimentica il suo paese d'origine: Palermiti dove ritorna ogni anno per trascorrere l'estate.

Sal Nistico, virtuoso del sax e stimato jazzista, nasce a NY nel '38 da una famiglia calabrese costretta a migrare negli states.
Nella nuova realtà sociale il cognome Nisticò perde l'accento. Sal Nistico conosce musicisti eccezionali e suona insieme a loro in locali divenuti templi del jazz.
Salvatore, alla nascita, in ossequio alla tradizione in uso nelle famiglie calabresi “rinnova il nonno paterno” prendendone il nome ed è la prima generazione nata oltre oceano, a NY, ma con radici saldamente ancorate al territorio delle preserre calabre e precisamente a Cardinale. D'altronde niente è definitivamente scritto e immutabile nei destini degli uomini. La vita riserva sorprese. Sal si trasferisce in Europa. Conosce Rachel Gould e la sposa. Vive a Berna fino alla sua morte avvenuta nel 1991.

In questi giorni, per opera del prof. Pino Nisticò, originario anche lui di Cardinale, accademico, ex presidente della regione Calabria, già parlamentare italiano e europeo e attuale presidente dell'EBRI, è stata costituita la “Sal Nistico International Jazz Association” con lo scopo di ricordare l'eclettica figura di Salvatore Nistico quale originale e versatile sassofonista bianco capace di passare dal rhythm and blues alle sonorità della bebop e big band con forti componenti e ispirazioni afroamericane.

Due artisti diversi per quanto concerne l'indirizzo espressivo.
Ma la cultura, l'arte in tutte le sue accezioni, in sintesi, voglio intendere che la bellezza non ha bandiere e confini e che la sua universalità è patrimonio della collettività intera. Anche se i luoghi a volte diventano sprono per le menti creative e le aiutano ad abbandonare ipotetiche pastoie mentali ad osare e volare alto. Il risultato finale, il lavoro degli artisti appartiene a tutte le genti del mondo.

Nel peregrinare umano può succedere che la sofferenza fisica e lo struggimento interiore, quando mediate dai linguaggi sublimi dell'arte, siano elevati a poetiche superlative e diventino, pur nella loro astrazione, riferimenti concreti, cibo intellettivo per i sofisti, sublimi prodotti simili a laiche preghiere indirizzate al tempio dell'amore e dell'arte.
Perché tutto ciò accada è necessario meditare, studiare, lavorare incessantemente.

domenica 22 luglio 2018

A te che mi hai dato la vita

Pioveva a dirotto, quel giorno, tanti anni fa. Ma lo ricordo come se fosse ieri. La strada si era trasformata in un fiume in piena e i gradini laterali in piccole ma potenti cascate.
Inutile aspettare che smettesse di piovere. Il cielo nero oscurato dalle nuvole piene d'acqua prometteva pioggia per chi sa quante ore ancora.
Si era fatto tardi e non potevo indugiare ulteriormente.
Coraggio! Mi dico. Apro lo sportello della macchina e poggio il piede all'esterno. Non avverto subito l'asfalto della strada. L'acqua mi cattura la caviglia e sale in un attimo sino al polpaccio.
Ormai è fatta. Non posso tirarmi indietro, e poi, mi aspetta. Attende la mia “buonanotte”.

La trovo seduta in mezzo al letto più minuta e piccola del solito. Il solito sorriso sulle labbra celava le sofferenze subite negli ultimi tempi.
Ma non intendo parlare di questo. Mi piace ricordare la sua forza d'animo. L'amore che elargiva incondizionatamente in famiglia. Ai figli e anche agli estranei. Voglio ricordare il suo sorriso buono impresso dentro di me. Le rughe. Gli occhi vispi pieni di vita e la mente sveglia di una donna che lottò fin da bambina per vincere le avversità della vita, quelli imposti dal fato e quelli eretti dalla cattiveria umana. Ostacoli che seppe superare egregiamente! Ma ormai era giunta al capolinea. Ne era consapevole. E per non sacrificare i figli carichi di problemi volle andare in quella casa che si prendeva cura dei malati anziani. Non era un ospizio. Era una struttura residenziale sanitaria ben organizzata che accoglieva anche anziani in ottima salute ma soli. Le stanze ospitavano al massimo due persone e ognuna si creava la propria intimità con gli effetti personali che riponeva sul mobiletto per ricreare l'atmosfera domestica di sempre.

Mamma notò subito i miei pantaloni bagnati fino al ginocchio. “Sei tutto bagnato figlio. Vai. Vai a casa ad asciugarti se no prendi un malanno. Tanto io sono all'asciutto. Sto bene. Non ti preoccupare. Vai tranquillo. Baciami i bambini e abbracciamo tua moglie. ...”. Mi disse col solito sorriso.

Rimasi. Parlammo un po' fino all'arrivo dell'infermiera per la terapia. Buonanotte mamma. Vengo domani. Buonanotte figlio mio. Ma durante la notte il cuore non resse. Ci lasciò all'improvviso proprio quando speravamo di riportarla a casa visti i risultati positivi che la fisiatra ci elencava. Tutti traguardi dettati dalla sua ferrea volontà nel fare gli esercizi di deambulazione e la dimestichezza con la protesi che padroneggiava disinvoltamente.

La trovai sul letto con la protesi. Guardai il suo viso sereno. Le diedi l'ultimo saluto mentre un pensiero saettava nella mia testa: “ Tu eri senza una gamba e pensavi alle mie che erano bagnate...”
Ciao mamma.

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