sabato 20 gennaio 2018

Tasse, necessarie giuste o no ?

Oneri di sistema.


Ci sono quasi quaranta euro di oneri di sistema. Qualsiasi contratto faccia questi li deve pagare! Risponde con garbo l'impiegata dell'enel. E a nulla vale la mia replica: “guardi che la casa non è vissuta. È una casetta al mare...”.
Cosa sono questi oneri di sistema? Chiedo.
Sono delle imposte per l'energia alternativa. L'eolico e il solare. Risponde garbatamente l'impiegata.
Insomma non c'è niente da fare. Queste settanta euro a bimestre devono essere pagate! D'altronde è una residenza secondaria...
Già, una seconda casa!
Ma ma possibile che non ci sia alternativa? A me sembra un abuso. Un mettere le mani in tasca dei contribuenti data anche la crisi che attanaglia le famiglie.
No! l'unica alternativa sarebbe quella di fare la disdetta a fine estate e riattivare l'utenza al momento in cui si riutilizza la casa. Risparmia 250 € circa. ...
Io facci così. Dice una signora in sala d'attesa che ha assistito al colloquio.

Assurdo!

giovedì 18 gennaio 2018

Benedetta Follia. Di e con Carlo Verdone.

Carlo Verdone ci offre a metà gennaio 2018 una versione della “sovversione delle convenzionali etichette sociali”.
Film da lui diretto e che ha come protagonista principale da lui interpretato, Guglielmo, che allo scoccare del venticinquesimo anniversario di matrimonio, si scontra col cambio indeciso di sessualità della moglie Lidia.
Lei vuole andare a vivere e farsi una vita con la nuova compagna, commessa nel negozio di arte sacra di Guglielmo.
Nel sostituire la commessa, Guglielmo viene a scontarsi con Luna, che fa di tutto per avere il posto.
Trattasi di una ragazza che poco aveva a che fare con modi garbati, cultura e intellettualità; una ragazza che per accaparrarsi un mezzo stipendio lavorava in discoteca dedicandosi alla lap dance.
Una storia comica e divertente che rivive come al solito nell’arte  della mimica facciale e dei modi di dire romani tipici dei personaggi interpretati da Verdone.
Una storia “di persone” che devono relazionarsi con qualsiasi tipo di persona;  una storia che enuclea le diversità di ognuno e le fa da anello concatenabile ad un altro di qualsiasi tipo e natura.
Guglielmo ad esempio deve venire a contatto con Luna e l’aiuta facendo tesoro di ciò che negli anni ha imparato; così come fa lei, riuscendo in tal modo a completarsi.
E oltre ciò che la comicità vuol trasmettere, “Benedetta follia” mi è piaciuto proprio per il messaggio serio, che divertendo, il regista, nonché brillante attore, ci ha voluto trasmettere.

lunedì 15 gennaio 2018

Ouija 2014/ 2016.

Ouija rappresenta una serie di film scaturiti da un gioco tuttora in commercio: la tavola ouija che metterebbe i giocatori in contatto con gli spiriti.
Le regole del gioco sono tre: non giocare mai soli, non giocare in un cimitero, salutare sempre.
A prescindere dalle svariate versioni emerse a galla negli anni, quella del 2014 mette in luce il “peccato” nell’aver violato la prima regola, mentre quella del 2016 la seconda.
La versione del 2016 si rivela essere il prequel del film del 2014, in quanto quest’ultimo prende le mosse dal ritrovamento in soffitta della tavola ouija appartenente ad una famiglia vissuta in anni precedenti nella casa; una madre che per vivere faceva la medium e per dar voce agli spiriti ed enfatizzare il tutto si serviva della figlia piccola che successivamente sarà posseduta dagli spiriti costringendo la madre a cucirle la bocca.
Versioni differenti e modalità horror differente.
Versione 2016: horror= ansia continua e assidua, orrido ed effetti speciali; versione 2014: possibilità di sfuggire e stroncare momentaneamente l’azione, meno effetti speciali, paradossalmente più azioni, meno ansia.
Ho avuto la possibilità di vedere entrambe le versioni ma in senso temporale “invertito”: prima 2016 e poi 2014.
Credevo che la versione 2014 fosse una copia di ciò che avevo già visto, e invece ho dovuto ricredermi notevolmente, in quanto ho apprezzato molto di più questa.
La valutazione ovviamente è personale, ho letto valutazioni di gran lunga più propense alla versione successiva, ma come ho detto sopra, credo dipenda dalla valutazione soggettiva che più ci attira e più ci evoca l’horror.

domenica 14 gennaio 2018

Pro "Mariottide", la miniserie.

La miniserie  “Mariottide”, di Maccio Capatonda (Marcello Macchia) con la principale collaborazione di Herbert Ballerina (Luigi Luciano),  evoca per allegorie una società ridotta all’osso: in particolare di una famiglia, quella di Mariottide e il figlio Fernandello.
Mariottide: uno squattrinato con alcuna ambizione di vita se non quella di mandare avanti la baracca e un figlio ritardato a carico.
Uno humor sottile e basilare allo stesso tempo, per certi versi quasi demenziale, che esamina il tenore di vita di una famiglia disagiata che cerca di sostentarsi con ogni mezzo.
Una serie di venti puntate, ciascuna di 11/14 minuti, che con assoluta leggerezza e comicità tratta temi di disagio collettivo.
Di certo Mariottide e Fernandello non saranno gli unici a vivere di stenti e problemi nel tirare avanti alla giornata, il mondo ne è colmo; come anche di approfittatori e manipolatori, o di chi semplicemente schernisce patemi d’animo, problemi e patologie altrui.
Una miniserie comica con un messaggio finale molto interessante.
Dalla ventesima puntata infatti emerge la fase “dell’ignoranza d’oro” di Fernandello che lo fa vivere bene e in pace con sé stesso e col mondo, e che altrimenti da cultore delle scienze,diplomato e laureato si sarebbe oltremodo scontrato con la scontentezza ,l’infelicità e la frustrazione eterna.
Serie con la straordinaria partecipazione di Nino Frassica, e per fare qualche altro nome: Ale e Franz, Federico Russo, Giuliano Sangiorgi.
Divertente e con allegorie da prendere al volo, con la netta convinzione che nella vita basta solo non essere scettici nei confronti altrui e aprire le proprie porte all’altro per restare piacevolmente sorpresi, proprio come è successo a me con Mariottide.

venerdì 12 gennaio 2018

Commercianti brava gente

Al danno la beffa! Non c'è altro da dire.
Sembra una presa per il culo l'avviso messo in cima al contenitore delle buste di plastica dei supermercati.

“Gentile cliente … Siamo costretti, nostro malgrado ad applicare obbligatoriamente il costo di 3 centesimi ad ogni sacchetto per alimenti sfusi …”.
Nel decreto si indica una cifra da 1 a 5. e qualcuno obietterà che ci va di lusso. Solo 3 centesimi! E loro, poverini, costretti a non eludere le leggi ed evitare anche sanzioni amministrative si adeguano.

Tre centesimi non sono niente in confronto alle grandi cifre ma se li sommi per 5 varietà e per almeno 4 volte la settimana... .

Ora, non voglio malignare, ma da quando Renzi, e dopo di lui Gentiloni, un ex presidente della legacoop è chiamato a fare il ministro delle politiche sociali e del lavoro non è che le cose in questi campi siano migliarate. Anzi! Le gaffes e le determinazioni prese dimostrano le inefficienze e la cattiva visione dei problemi sociali.
Vogliamo ricordare qualcosa?
Abolizione dell'art.18 dello statuto dei lavoratori.
Tutele crescenti. Jobs act. Insomma una serie di decisioni che hanno annientato anni di conquiste democratiche per i lavoratori e maggiore tutela per i predatori che dopo avere fagocitato con ingordigia gli aiuti di Stato hanno pensato bene di chiudere le fabbriche e quanto offriva la minima dignità connaturata al lavoro per delocalizzare altrove i posti di lavoro.
Persino l'impiego nei call center contribuiscono a fare la storia contemporanea della fame di lavoro in Italia. E chi ha una cuffia cerca di tenersela ben stretta e incollata all'orecchio.
Che dire? La classe politica è ben lontana dalla realtà e dai bisogni degli italiani.

Il 4 marzo si avvicina. Meditiamo...

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