giovedì 4 maggio 2017

A Catanzaro, una speranza di cambiamento?


Figura del tutto nuova nel panorama politico Catanzarese è Nicola Fiorita, professore universitario all’UNICAL, promotore di una nuova era, oserei dire, oltre che di un nuovo movimento denominato “Cambiavento”.
C’è bisogno che il vento cambi a Catanzaro, suppongo che questo voglia intendere il nome dato al movimento nella città conosciuta per l’appunto per il Vento incessante. Ma è necessario che esso cambi rotta e porti una ventata di ottimismo e di benessere economico.
Passeggiando per le vie della città, purtroppo, assistiamo impotenti a un profondo declino, dovuto soprattutto allo spopolamento. Le saracinesche si abbassano, le luci di taluni negozi si spengono insieme ai nostri sorrisi.
La Catanzaro fervida e piena di gente è ormai un lontano ricordo. Corso Mazzini si popola soltanto grazie alla promozione di eventi sporadici e raramente nei weekend.
I quartieri, a loro volta, versano in situazioni di disagio e paiono talora come enti a se stanti, distaccati e disconnessi dalla città.
Il quartiere sicuramente più attivo è Catanzaro lido, la cosiddetta Marina. Diversamente dal centro città, la Marina permette discrete e vaste scelte di attività commerciali, ristoranti, pub. Proprio qui, inoltre, si svolge la movida notturna.
A me ricorda un po’ la Catanzaro dei miei anni, non eccessivi ma neanche tanto recenti, in cui ero ai primi anni di liceo.
Cosa ci si aspetta da Cambiavento? Beh, senza dubbio uno slancio per TUTTA la città, da nord a sud, una vicinanza attiva ai problemi e alle proposte dei cittadini e, personalmente, anche una rivalutazione degli artisti locali. Perché, per chi non lo sapesse, Catanzaro ha anche i suoi valenti artisti locali che, ahimè, raramente sono stati inseriti in iniziative culturali e ricreative importanti.
Sta a noi cogliere l’invito per poter cambiare. Ma il cambiamento, si sa, comporta coraggio.

Non sei un 18 e neanche un 30 e lode.


Dopo aver conseguito il diploma, c’è chi sceglie di intraprendere uno slancio nel mondo lavorativo, e c’è chi decide di continuare gli studi. Entrambe le scelte possono sembrare controverse, ma ognuno sceglie la via da percorrere.

Io, ho scelto di continuare gli studi nella mia città, con alcune difficoltà, proseguendo in ogni caso il mio percorso a testa alta, consapevole di studiare per me stessa, e non per compiacere gli altri, tantomeno per ricevere elogi.

Ad ogni modo, il mio pensiero è rivolto a coloro i quali si catalogano in un numero, il cosiddetto voto d’esame. Così, chi viene valutato da 18, si sente piccolo, e crede erroneamente di essere un 18 nella vita quotidiana. Chi viene valutato da 30 e lode, crede di essere il migliore, per fortuna non in tutti i casi, aggiungo!

Non sei un 18 e neanche un 30 e lode. Sei il risultato di una preparazione più o meno lacunosa, più o meno distinta. A volte può andar bene e altre volte può andar peggio.
La tensione può giocarti brutti scherzi o, al contrario, la convinzione può farti apparire preparatissimo. Ma chi può dirlo?

Sei tu, con le tue ansie, i tuoi sentimenti, la tua determinazione, a forgiarti per il futuro. Sei TU e nessun altro. Perciò, ti dico che non sei un 18 e neanche un 30 e lode, sei tu e tanto basta!

E, fatti scivolare addosso le critiche distruttive e i pettegolezzi. Non devi dimostrare niente a nessuno, se non a te stesso. Perché tu, ti devi tutto il bene del mondo!

mercoledì 3 maggio 2017

Prima di te. L'amore di un Labrador.


Ricordo ancora quando, 10 anni fa, mio fratello portò a casa un batuffolino color miele, che volle chiamare Vasco. Sì, Vasco, come il Rocker di Zocca, suo idolo da sempre.

Già il nome fu la preparazione per un cucciolo di Labrador, inizialmente dormiglione, diventato, dopo pochi giorni passati insieme, un diavoletto dall’animo buono.

Come succede a molti ragazzi, all’età di 15 anni avevo il terrore dei cani, spesso additati dai più come esseri orribili e bestiali. Ma capii che si sbagliavano!

I cani, sono il “prodotto” dell’educazione impartita loro dai padroni. Così, si potrebbe discutere circa un Chihuahua aggressivo e un Pitbull docile, giusto per fare qualche esempio.

I cuccioli mordicchiano solo ed esclusivamente per conoscere e per “farsi i dentini” così come i neonati, non è sintomo di un’anima aggressiva, tutt’altro.

Ma torniamo a me. Fino all’età di 15 anni non avevo mai voluto interagire con dei cuccioli, avevo paura, come accade a molti, che mi mordessero o che fossero imprevedibili. In realtà i cuccioli sono imprevedibili, ma in senso positivo. Saltano, corrono e mordicchiano un po’ ovunque, ma così come accade alle anime ancora “da plasmare”, si lasciano guidare dai propri educatori. In poco tempo imparano cosa significhi “NO, non si fa” ; “è pronta la pappa” oppure “Usciamo!”

In questi 10 anni ho imparato a non giudicare ciò che non conosco e soprattutto a non aver paura degli animali. Ovviamente bisogna prestare molta attenzione e soprattutto non bisogna mai stuzzicare qualsiasi essere vivente, poiché potrebbe innervosirsi e reagire male.

Prima di conoscere il mio Labrador, non avevo idea potesse esistere un’amicizia senza secondi fini o qualcuno che dimostrasse profondo affetto anche dopo un’incomprensione.

Prima di te, amico speciale, avevo il terrore dei cani. Adesso, invece, ho il terrore delle persone che non ti piacciono. Perché so bene che se qualcuno non ti piace, ha l’animo cupo. Altrimenti, a te, piace chiunque.

E spesso sei un po’ testardo, vorresti avvicinarti a tutta la gente che incontri, quando esci per passeggiare.

Ma non tutti amano gli animali... Forse perché dimenticano che un cane potrebbe essere più umano di un uomo, così come un uomo potrebbe dimostrarsi aggressivo e bestiale più di un animale. 

Abbracci susseguenti.

Stasera che il tuo corpo lo stringe un’altra
Tu sorridi con meno spensieratezza e
Meno voglia, di chi la voglia te l’ha rubata.
Erano i pochi pensieri di un tempo
A non farti dubitare della fine,
Ma l’imperfezione è uomo 
Ed è donna
E l’idea del non perfetto rompe
Discorsi, affetti, effetti sorpresa, voglia di fare,
Di perseverare, di andare avanti.
Si ha solo voglia di rompere e staccare
Come quando i bambini spargono i giocattoli
Per la stanza e poi non hanno voglia di mettere a posto
Dopo che si sono scocciati e ancor prima soddisfatti, divertiti.
E penso che dopo che i sogni li hai persi
Vinca la razionalità, e così visto che
Il tuo corpo lo stringe un’altra
Tu non t’immergerai nel suo abbraccio
Come in un tuffo nel mare ad occhi chiusi
Ma li terrai aperti e sognerai  soltanto il necessario.
Sarà che le carezze sui graffi
Si sentono di più
E i segni ti permettono di amare meglio.
Però,amici, tenete a mente che quando chiudete una porta
Non dovete lasciar fuori le chiavi,
Semmai, chiudetevi dentro e tenete le chiavi
Ma non sperate che chiudendo la porta senza mandate
Colui che avete perso ritornerà.
Se trova fuori le chiavi e vi chiude dentro
Avrete perso la libertà.
E adesso che,
Stasera il tuo corpo lo abbraccia un’altra
Tu ricorda tutto come fosse un film
In bianco e nero o a colori,
ma sii distaccato da ciò che ricordi,vedi e senti,
 come un ascoltatore imparziale.
Gonfia i polmoni d’aria
Respira e vivi.

(Scritta per i singoli che hanno vinto e le coppie che hanno perso, purtroppo e per fortuna senza esperienza personale. A tutti gli abbandoni, a tutti gli addii.)

lunedì 1 maggio 2017

R/Esisti.

Mano nella mano io non smetto
Di guardarti senza farmi accorgere.
Hai l’aria stanca di chi ha dormito poco
In tutto questo tempo
E forse ha sognato troppo ad occhi aperti.
Chi sogna troppo ne ricava meno
In una realtà esiliata dai sogni morbidi.
Bisognerebbe resistere al potere tiranno
Del tempo
E non lasciargliela vinta neppure un momento
Se non amministra bene il nostro diritto
Di vivere in pace.
Ma non è tanto il tempo il punto cruciale,
Siamo noi che dobbiamo resistere
Contro noi stessi e le nostre ire, le nostre passioni,
Le nostre emozioni più traditrici.
E allora tu che ti accorgi di lottare contro te stessa
(R) Esisti.

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