giovedì 20 febbraio 2014

Ucraina, Yanukovich MACELLAIO

MACELLAI!

2miliardi, tanto valgono le vite vittime del macellaio Yanukovich che per averli da Putin mette a ferro e fuoco i cittadini dissidenti ucraini.

Cecchini appostati sui palazzi per sparare sui manifestanti che a loro volta si sono adeguati alla guerriglia urbana.

La lotta è impari e le vittime, secondo i media, sono per la maggior parte tra i manifestanti civili.

Una carneficina impostata sui soldi di Putin e Yanukovich per evitare la bancarotta ucraina e avere gas e aiuti russi ammazza i suoi compatrioti.

Dirsi indignati per la carneficina voluta dal regime è poco.

mercoledì 19 febbraio 2014

Kiev, guerriglia urbana e solidarietà

Sullo schermo scorrono scene apocalittiche: razzi, fuochi d'artificio, molotov lanciati ad altezza d'uomo oltre le barricate.

La protesta prosegue cruenta in Ucraina.

La giornata di Kiev è iniziata all'alba con un susseguirsi ininterrotto di esplosioni e lacrimogeni. Le truppe antisommossa sono entrate in Piazza Maidan lanciando granate e smantellando le barricate dei manifestanti,i quali, a loro volta, hanno lanciato bombe incendiarie addosso agli agenti.

Morti e feriti da entrambi i fronti. Uomini, comunque, che sorretti da una idea o da spirito di sacrificio perché comandati, si fronteggiano.

La guerriglia dura ormai da giorni e le autorità ucraine invece di raccogliere le voci della comunità internazionale, Papa Francesco compreso, si lanciano in un'operazione di antiterrorismo in tutto il Paese.

L’annuncio diffuso dallo Sbu, i servizi di sicurezza di Kiev, suona come un’ulteriore irrigidimento rispetto all’escalation di violenze delle ultime ore non solo nella capitale ma in molte città del paese.
Scontri anche nel nord dell'Ucraina, a Leopoli, roccaforte dei nazionalisti e anche a Ternopil e Ivano-Frankivsk.

Ma io ho ancora negli occhi torce umane, uomini che si rotolano a terra per spegnere le fiamme avviluppate ai vestiti. Ho nella mente un uomo terrorizzato che corre lontano dalle barricate e va verso un altro uomo che lo ripara col suo scudo.

Uomini, comunque, che lottano per un ideale. Uccidono! Si fanno uccidere per concretizzare un sogno e abbattere un “niet”.

Lo streaming fa bene alla democrazia: Grillo batte Renzi

Se avessi assistito ad un derby avrei potuto scrivere: Grillo batte Renzi di misura. E se poi fossi anche stato
un tifoso avrei anche potuto dire: non c'è storia! Grillo lo ha messo nell'angolino, in castigo.

Ma non ho assistito ad un derby e neanche ad uno show. Uno dei tanti che ci hanno abituato i politici e i giornalisti. Ma veniamo ai fatti:

lo streaming tra la rappresentanza del movimento 5 stelle e l'incaricato per formare il governo ci ha fatto assistere alla disfatta dialettica e politica dell'arrampicatore Matteo. E questa volta nessuno ha detto #staitranquillo.

Questa volta Grillo gli ha detto chiaro in faccia che non si fida. Non ha nessuna fiducia in chi è vecchio dentro. In chi usa metodi della vecchia politica. In chi usa le parole come un sonnifero per addormentare i cittadini e cullare i sogni con false promesse.

L'incontro, per volere di Grillo, è durato pochissimi minuti.

Beppe Grillo ha, contrariamente a quanto ci ha abituati, ha dato molto tempo ai giornalisti. Ha spiegato con dovizia di particolari, anzi ribadito, la volontà politica dei 5 stelle. E cioè di mandare a casa un sistema decotto e corrotto.

Il tempo se l'è preso tutto, tant'è che un commesso si è dovuto avvicinare a lui per dirgli che il tempo era scaduto.

Questa volta Grillo ha fatto bene a soffermarsi e spiegare chiaramente il perchè dei loro dissensi. E tra queste motivazioni, come si fa a non essere d'accordo, ha ricordato i cavilli e le furbizie che si adottano al varo di una legge che, magari, ha come tema un problema caro ai cittadini ma che è intasato e infestato con la cocciniglia dei “brogli politici”.

Ha ricordato il taglio degli stipendi dei politici e il deposito creato col taglio delle diarie dei cinquestelle messo a disposizione delle piccole e medie imprese. E ancora, il finanziamento pubblico ai partiti e le ingegnerie linguistiche per aggirare le leggi e le volontà dei cittadini.

Insomma è difficile, dopo queste delucidazioni pubbliche, dargli torto. Anzi, credo che abbia acquisito crediti. Non perché ha parlato da populista alla pancia di chi sta male. Ma perché ha detto la verità.

Umori a Sanremo 2014, fuori e dentro il festival

SANREMO 2014.

Come d'obbligo, nel periodo della canzone italiana, non si può non parlare di Sanremo e di quanto gli gira attorno.

Pif è stato, come al solito, molto simpatico e con la sua aria disincantata ha fatto del passe un tormentone esilarante.

“Ce l'ho e posso andare ovunque. Vedi c'ho il pass e posso stare con un piede fuori e uno dentro”.

Il suo Sanremo è stato, tra il serio e il faceto, chiarificatore. Ha finalmente fatto capire che sanremo si scrive tuttoattaccato che non è il santo patrono della città dei fiori e che è la contrazione linguistica di san Romolo, patrono di Sanremo.
Per il resto calma piatta. La Littizzetto, noiosa come le sue prevedibili battute. E Fazio... sarebbe tempo che si mettesse da parte e fare largo a qualcuno di talento: le sue scenette con la Casta, neanche per le recite della scuola materna le avrebbero proposte...

Sì! il prefesival è stato migliore del festival. (e Pif non mi ha dato niente in cambio per scrivere queste sensazioni se non la sua leggera pungente sagacia).

Ah dimenticavo la jella, purtroppo, l'effetto collaterale del festival induce astenia. Si perché senza dubbio Fazio avrà pensato al malocchio degli invidiosi quando all'inizio non si è aperto il sipario.
Ed eccolo pronto, come un pesce fuor d'acqua, a spiegare quanto avrebbero dovuto narrare le immagini che non si sono viste sullo schermo delle quinte per colpa del sipario che non s'alzava.

E poi, che dire di quei due lavoratori disperati che sono andati a rovinargli l'inizio del festival?
Per lui e quelli come lui lo show continua al di là di ogni catastrofe...

beh, sì; tutto è perfettibile ma, vuoi, per le congetture tutte italiane, nulla sembra portarci verso la “bellezza” declamata dallo scolaretto Fabio.

E sempre facendo ricorso ad uno sforzo mnemonico non indifferente vedo riaffiorare il Grillo urlante che sul red carpet gesticola e mima che vuole un gelato. Qualcuno prodigalmente glielo dà e giù a prendersela con la RAI quale male maggiore per l'Italia.

È vero. Molte cose le fa con superficialità. Perlomeno questo sembra a noi dall'esterno. Ma lui, il Grillo, ce l'ha con i partiti che la lottizzano e fanno dell'azienda pubblica orticello per curare i propri interessi e sistemare le clientele.

martedì 18 febbraio 2014

Guerra e pace

ECOSISTEMI, polimaterico e sovrapittura, 2014



Veleni ed ecoballe. Dalla terra dei fuochi a Battaglina. Tra indolenze e affari. lo scempio continua tra terra, cielo e mare...

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