venerdì 9 marzo 2012

BNL del Senato, prestiti al 1,57%

©M.Iannino, giochi, tm su cellulosa 80x60, 2012
Quando in Italia si stava bene e le aziende guadagnavano, esistevano circoli ricreativi aziendali (cral) che offrivano servizi invidiabili ai dipendenti associati e spaziavano dall'assistenza medica, quindi dentisti, oculisti e specialistica varia, fino alla beneficenza per i poveri e ai regali per la befana ai figli dei dipendenti in servizio e anche ai pensionati; ma il tempo delle vacche grasse è finito! Ce ne siamo accorti quando persino le aziende statali hanno iniziato a tagliare i privilegi ai dipendenti. Niente più viaggi gratis, impianto e traffico telefonico gratuito, ridimensionamento delle spese sanitarie etc etc.
Anche le banche si sono adeguate. Hanno aumentato le spese di commissione, la tenuta conto e non erogano prestiti se non a tassi altissimi solo dopo avere preso visione della solidità lavorativa presente e futura del cliente. A far eccezione è la filiale della banca nazionale del lavoro del Senato. Infatti, questa eroga muti ai senatori al tasso variabile del 1,57%! a divulgare la notizia è stato l'on.le Barbato dell'IdV dopo essersi presentato (con telecamera nascosta al direttore della filiale) motivando la richiesta del mutuo per l'acquisto di una casa.

Probabilmente la notizia farà alzare ulteriormente la stizza tra i cittadini che non arrivano a fine mese o che si sono visti negare un prestito in banca. Ma l'osservazione più consona alla notizia appena appresa nei confronti della classe politica e delle lobby bancarie, preservando il beneficio del dubbio su un'ipotetica “dimenticanza” delle ABI nell'innalzare anche lì i tassi d'interesse (perché al cittadino non entra niente in tasca nell'immediatezza), l'osservazione, dicevamo, potrebbe essere la seguente: come mai ancora una volta i privilegi dei politici rimangono tali nonostante agli italiani si chiedono sacrifici?

giovedì 8 marzo 2012

il coraggio di sbagliare: Elsa Fornero

festa della donna e declinazioni strumentali





Questa donna mi piace sempre di più!

Elsa Fornero dice chiaramente quello che pensa e, a mio parere, l'analisi sulla condizione delle donne in Italia e la relativa strumentalizzazione dell'intero universo femminile è azzeccata in pieno!
“Troppe declinazioni, per i gusti di Elsa Fornero: donne e finanza, donne e potere, donne e media, donne e immagine. «Troppa enfasi, questo significa che l'Italia sulle donnenon è un Paese maturo. In un Paese normale le donne non dovrebbero reclamare i diritti. Dovremmo essere allo stadio nel quale le donne lavorano, magari con una certa flessibilità, perché questa è la normale vita di un adulto». Il lavoro dovrebbe essere espressionedella propria personalità.”



domenica 4 marzo 2012

tav e gay, le mezze ore di Lucia Annunziata

Mezz'ora in più a disposizione della Annunziata su rai 3 per liberare cazzate inutili sui gay, anche se, ad essere sinceri la prima mezz'ora è stata proficua perché l'ospite è stato coraggioso ed ha detto come stanno davvero le cose sull'alta velocità. Non sto a ripetere quanto è stato detto, chi vuole può documentarsi sul web, ma una cosa è certa: se i politici che hanno trattato la questione alta velocità per le merci che parte da Lisbona e arriva a Kiev, quindi unisce l'Europa da una parte all'altra, avessero avuto lo stesso coraggio nel parlare e eliminareil politichese con la gente, magari incontrandola prima e sviscerare insieme le problematiche che la struttura avrebbe causato nell'impatto con l'ambiente, a quest'ora non saremmo di fronte a scontri ideologici, ambientali e politici per la tratta ferroviaria che tutto sommato interessa la Val Susa in minima parte.
Ma, ripeto non è di questo che voglio parlare!

Voglio gridare il mio dissenso su come sono strumentalizzati certi argomenti. Argomenti delicatissimi che toccano il privato, (si parla tanto di privacy, diritto alla vita, all'amore e poi pretendiamo che gli altri sbandierino ai 4 venti sentimenti, ritenuti dagli ignoranti, morbosi o contro-natura). Con quale diritto si pretende o si sussurra una confessione pubblica da chi non lo ha fatto quando era in vita.
Non si può iniziare un tema definendolo “il caso Dalla” nel giorno dei suoi funerali con due rappresentanti gay in collegamento da piazza Maggiore in Bologna sorvolando due ordini di motivi fondamentali:
  1. Lucio Dalla è stato un grande Poeta e un eccelso Musicista; una persona sensibile amata per la sua arte!
  2. Poco importa dove lo portasse la sua passione intima. Lui l'ha vissuta con dignità!
Non è facendo coming out che si risolvono i problemi sociali e culturali dell'essere gay. E neanche facendo leggi punitive per chi sfotte i gay. Solo la crescita culturale collettiva elimina i pregiudizi nei confronti dell'altro, il “diverso” ma poi diverso da chi?

giovedì 1 marzo 2012

Lucio Dalla ora è un Angelo

È morto Lucio Dalla!

Tra qualche giorno, il 4 di Marzo, avrebbe compiuto 69 anni. La sua data di nascita, appunto “4 marzo 1943”, diventata una canzone, ebbe un certo successo negli anni settanta.
Chi, tra i suoi estimatori, non ricorda la valenza interpretativa del cantautore e la sua esibizione col violino nelle prime uscite di “4/3/43”?
Le sue canzoni, elegantemente curate nei testi e nelle musiche, sono un corollario poetico a testimonianza della sua arte.
Lucio Dalla suonava molti strumenti ma amava definirsi un virtuoso del flauto. Di lui rimangono le cose fatte, incise nel vinile e nei file di ultima generazione ma non vedremo più le sue improvvisazioni jazzistiche dal vivo. Il suo corpo inanimato è stato trovato questa mattina nel suo letto d'albergo a Montreaux, in Svizzera, chiamato per esibirsi e proseguire per una serie di concerti.

Ora, senza condizionale, la tournée la continua con gli Angeli e chissà se potrà mettere in pratica quello che immaginava di fare:

Se io fossi un angelo
chissà cosa farei
alto, biondo, invisibile
che bello che sarei
e che coraggio avrei
sfruttandomi al massimo
è chiaro che volerei
zingaro libero
tutto il mondo girerei

andrei in Afganistan
e più giù in Sudafrica
a parlare con l'America
e se non mi abbattono
anche coi russi parlerei
angelo se io fossi un angelo
con lo sguardo biblico li fisserei
vi do due ore, due ore al massimo
poi sulla testa vi piscerei
sulle vostre belle fabbriche
di missili, di missili
se io fossi un angelo, non starei nelle processioni
nelle scatole dei presepi
...

A disposizione della politica del welfare

Nel leggere l'articolo di Ferrarella Luigi che sul Corriere della sera titola “-NDRANGHETA IL CONSIGLIERE REGIONALE PDL DA 14 MILA VOTI AL GIUDICE: CLIENTELISMO NECESSARIO- Politici in Calabria? «A disposizione»”
si rimane di sasso!, principalmente per due aspetti peculiari che lasciano intendere una pochezza di pensiero infinita associata ad una disarmante ignoranza dei legali che dovrebbero tutelare la difesa del consigliere in questione: Franco Morelli.
Cito testualmente: “mettersi a disposizione” è la condizione stessa del poter fare politica in Calabria”. Secondo il Ferrarella queste sono le parole che avrebbe detto al giudice Franco Morelli quando è stato tratto in arresto. Ma la stessa frase non potrebbe essere intesa come “spirito di sevizio cristiano di una politica al servizio, appunto, dei cittadini e in special modo dei deboli?” anche perché i 14.000 voti hanno una provenienza geografica diversa, cioè, sono stati ottenuti nella circoscrizione di Cosenza prima della “conoscenza coi Lampada” (o no?). E ancora, quanta ingenuità nell'istanza di libertà affidata ai difensori Lo Giudice e Sammarco che, indubbiamente lascerebbe basito chiunque uno stralcio simile, figuriamoci un giudice che deve decidere della libertà di un presunto malavitoso:
«La mentalità elettoralistica-clientelare è diventata cultura, costume e inevitabilmente anche modo di governare», è la premessa dell'istanza dei difensori di Morelli. E quindi, per chi come Morelli «vive ed opera in questo difficilissimo ambiente, mettersi a disposizione è quasi d'obbligo, senza grandi possibilità di crearsi una difesa che lo garantisca da immorali e infedeli strumentalizzazioni. Il mettersi a disposizione è condizione quasi fisiologica dell'attività politica svolta in Calabria, con la conseguenza di affidarsi supinamente alla lealtà dell'interlocutore».
L' argomento, sviluppato in questi termini, sembra lasciare basito il gip Giuseppe Gennari che scrive nelle motivazioni del no alla scarcerazione: «Il tenore della richiesta difensiva stupisce. Il mettersi a disposizione, in un contesto ambientale come quello reggino, vuol dire accettare lucidamente la possibilità di farsi asservire da interessi criminali mafiosi». Rischio che in Morelli è divenuto «scelta consapevole» perché, «quando le concessioni governative vengono magari sollecitate per imprese in cui lui stesso è socio dei Lampada, gli abusi diventano possibili corruzioni»
Anche se la difesa chiarisce che “Morelli sarebbe entrato in società con i Lampada solo per fini di beneficenza, mettendo per iscritto che i profitti di due delle tre società delle macchinette sarebbero dovuti essere destinati ad opere di bene, ovviamente non è sufficiente. Tant'è che il gip valuta in questi termini:
«di ciò l'unica prova è una bozza di un atto di destinazione del luglio 2010, e cioè di pochi giorni dopo l' esecuzione della misura cautelare a carico dei Valle» (alleati e parenti dei Lampada), «quando le partecipazioni scottano e Morelli deve disfarsene in fretta.”
Se è corretto quanto scritto dal giornalista del corriere, i dubbi si amplificano e i due avvocati difensori si arrampicano sugli specchi. Ma, ripeto, qualcosa non convince! Troppa ingenuità negli attori principali della vicenda e non ritengo che lo siano. Ritengo, invece che:
METTERSI A DISPOSIZIONE NON SEMPRE SIGNIFICA “ASSECONDARE IL MALAFFARE”! ne essere servili.

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