martedì 13 aprile 2010
insediamento Scopelliti, presidenza regione Calabria
È previsto per domani, mercoledì 14, l’insediamento ufficiale del nuovo presidente della regione Calabria, Giuseppe Scopelliti.
L’insediamento è previsto per le ore 12,00, nel palazzo ''Alemanni'', a Catanzaro, sede della presidenza della giunta regionale della Calabria, dopo lo scambio dei saluti con il presidente uscente Agazio Loiero. E, in settimana, si presume ci sia l’assegnazione delle deleghe agli assessori che dovranno gestire la macchina esecutiva degli organismi politici regionali calabrese.
Emergency, chi ha interesse a eliminare l'ospedale in Afghanistan?
Emergency fa paura a qualcuno:
"I nostri registri parlano in modo inequivocabile, dichiara Gino Strada: il 34% dei feriti dai bombardamenti sono bambini sotto i 14 anni".
"Noi siamo medici e infermieri, non siamo dalla parte di nessuno".
"Noi siamo tra i più duri contro il terrorismo, contro qualsiasi forma di terrorismo, compreso quella forma di terrorismo di massa che si definisce con altre parole come "guerra". Posso tranquillizzare il ministro Frattini - ha concluso il chirurgo - che i tre non hanno nulla a che fare con questa storia".
"Qualcuno ha infilato le armi nel nostro ospedale di Lashkar-gah, ma certamente non i nostri internazionali" arrestati dalle autorità afghane.
"Nessuna accusa formale è stata ancora formulata" contro i tre cooperanti italiani di Emergency ha ribadito Strada sottolineando che per i tre ancora non è stato nominato un avvocato difensore.
Alla luce dei fatti, Emergency si mobilita per chiedere la liberazione dei tre operatori italiani arrestati sabato in Afghanistan con l'accusa di aver partecipato a un complotto per uccidere il governatore della provincia di Helmand, Goulab Mangal.
questi i fatti finora riscontrati che inducono Maso Notarianni e non solo di affermare che si possa parlare a tutti gli effetti di sequestro, dal momento che i tempi di un fermo legale sono scaduti. Infatti, sono trascorse le 72 ore di fermo senza che vi sia stato un fermo restrittivo o qualsiasi altra comunicazione e non ci risultano notifiche a nessuna procura afgana.
Secondo Notarianni, è lecito esigere la liberazione del personale di Emergency, perciò chiede formalmente al governo italiano disi attivarsi.
Emergency, dal canto suo, si sta preparando per una mobilitazione nazionale per sabato prossimo a Roma.
"Il nostro appello sul sito sta riscuotendo un successo clamoroso, da ieri sera continuiamo a registrare oltre 1.500 accessi contemporanei ogni minuto". annuncia Notarianni.
E, Cecilia Strada, presidente di Emergency ha dichiarato:
"Spero in una svolta rapida delle indagini, noi di Emergency chiediamo il rispetto della legge e della Costituzione da parte delle autorità afghane".
Mentre, per il ministro Frattini, le accuse di Emergency, che parla di sequestro dei suoi volontari, "hanno il sapore di una polemica politica. Sono frasi che non aiutano innanzitutto i nostri connazionali. Se cominciamo a parlare di sequestro trasformiamo in una vicenda politica quella che è una investigazione alle prime battute, che vogliamo seguire garantendo i pieni diritti dei nostri connazionali".
Cauto invece il governo afghano che ha smentito le indiscrezioni apparse sul 'Times' relative a una presunta confessione dei tre operatori. "I tre uomini sono stati arrestati nel corso di un'operazione congiunta" ha detto il portavoce del ministero dell'Interno Zamarai Bashary ad aki adnkronos international, limitandosi a sottolineare che "adesso sono in corso gli interrogatori. Stiamo cercando di capire come queste armi siano arrivate lì''.
Dal canto suo il ministro degli Esteri ha sottolineato: "Mi sembra che ci sia stata una notizia erronea data da un giornale e non una marcia indietro degli afghani. Gli afghani hanno detto di non aver mai collegato gli italiani ai terroristi". "C'è un giornale - ha aggiunto il ministro da Tirana - che lo aveva dato per scontato; si tratta di un caso di cattiva informazione resa all'intero mondo."
Intanto, il portavoce del governatorato di Helmand, Daoud Ahmadi, in un'intervista ad Aki, ribadisce che "pistole, giubotti esplosivi, radio e altro equipaggiamento sono stati trovati in un magazzino dell'ospedale di Emergency supervisionato indirettamente dagli italiani".
Sabato, riferendo dell'arresto dei nove, era stato lo stesso Ahmadi ad accennare a sospetti "contatti" tra il gruppo e "la leadership dei Talebani", da cui i tre italiani e i sei afghani coinvolti, aveva precisato, sono sospettati di aver ricevuto 500mila dollari.
E' stata invece smentita, dai diretti interessati, l'ipotesi che i tre operatori abbiano legami con i talebani. "Perché mai dovremmo pagare 500mila dollari a un 'farangi' (straniero) quando abbiamo centinaia di persone pronte per il 'fidayin' (attacco suicida)?", si è chiesto Abdul Khaliq Akhund, comandante talebano locale, in un'intervista telefonica. Akhund proviene dal distretto di Nawzad, nell'Helmand, ed è stato comandante dei talebani nei distretti di Nawzad e Musa Qala.
"Sull'ospedale di Emergency non abbiamo alcuna opinione, né positiva né negativa - ha affermato - Ci sono molte organizzazioni che lavorano sul posto, a prescindere dall'agenda delle forze di occupazione. La Croce Rossa e l'ospedale di Emergency sono solo alcune di queste", ha sottolineato il comandante Akhund, precisando che "i talebani rispettano il loro lavoro". "Il comandante dei credenti, il mullah Omar, apprezza il lavoro della Croce Rossa. Questo significa forse che i talebani sono in collusione con la Croce Rossa?", ha aggiunto Akhund.
Sulla vicenda al momento nessuna iniziativa è stata presa dalla Procura di Roma . La questione è all'esame del procuratore aggiunto Pietro Saviotti che dirige il pool antiterrorismo della capitale il quale si è incontrato oggi con i carabinieri del Ros per fare un primo punto della situazione.
L'ufficio del pubblico ministero della capitale è pronto ad aprire un fascicolo nel caso che le accuse mosse ai tre fermati risultino fondate o, come afferma Gino Strada, si tratti di una operazione di guerra preventiva.
domenica 11 aprile 2010
Gino Strada: avventuriero di pace in Afghanistan
"deve far riflettere Gino Strada e la sua organizzazione, che forse da umanitario fa un po' troppa politica". "Il governo italiano deve accertare la verità'", "mi auguro che la verità dia ragione a Gino Strada, ma ho delle perplessità".
Dal canto suo, Gino Strada, fondatore di Emergency ha detto: è iniziata una guerra preventiva per togliere di mezzo un testimone scomodo. I nostri medici sono stati rapiti dalla polizia del governo Karzai. Governo difeso dalla coalizione internazionale della quale fa parte anche l'Italia. Si tratta di un'aggressione grottesca e ingiustificata che non trova una spiegazione - ha ribadito Strada - Le accuse mosse al nostro personale sono approssimative e grottesche.
E, ancora, ha spiegato Strada durante una conferenza a Milano: è scattata una guerra ad un ospedale. La cosa non mi sorprende perché la logica della guerra è diversa dalla nostra. Nella guerra un ospedale è qualche cosa di strano e di anomalo perché cura e cerca di salvare le vite invece di distruggerle.
Gino Strada ha testimoniato che in Afghanistan sono state eseguite in questi anni 60 mila visite ambulatoriali e ci sono stati 10 mila ricoveri.
''Abbiamo curato feriti grazie al rispetto delle convenzioni internazionali. Fino a poco tempo fa i trattati venivano rispettati. Oggi tutto questo non è possibile. Dopo i bombardamenti non e' stato neppure possibile aprire un corridoio umanitario''.
pedofilia, shock tra i fedeli e nella società laica
Oggi è di scena la pedofilia. Giornalisti della carta stampata, del web e delle televisioni spulciano i casi denunciati dalle vittime e tentano di fare il punto della situazione.
Lo scandalo maggiore è scoppiato in seguito alle denunce di alcune persone nei confronti dei loro ex educatori in abiti talari: i preti!
Non c’è alcun dubbio: sono episodi destabilizzanti che generano non poche perplessità nei fedeli praticanti e no.
Gli interrogativi si moltiplicano.
L’opinione pubblica s’interroga e interroga gli alti prelati della Chiesa che avrebbero dovuto vigilare e intervenire con solerzia così come intervengono nei turni elettorali per appoggiare questo o quel rappresentante che a loro modo d’intendere è vicino ai dettami del vangelo o nell’appoggiare una campagna scientifica, insomma, intervenire nelle problematiche dello Stato laico e a volte determinarne i cambiamenti reali della società.
È altresì vero che chiunque osserva altre religioni o possiede formazioni culturali e politiche differenti ha la possibilità di cavalcare l’onda del malumore che simili notizie suscitano.
I detrattori amplificano e precisano i fatti, solleticano morbosità e ottusi estremismi per guidare subdole ribellioni e alimentare il fuoco dissacratorio che accomuna gli arrabbiati; quelli che sono sempre contro tutto e tutti, e teorizzare, nel momento in cui la notizia diventa di dominio pubblico, la sacralità della libera espressione dei fatti.
Detto ciò, rimangono da chiarire alcuni aspetti importanti. Difformità culturali che ci trasciniamo dietro da millenni e che ancora non abbiamo avuto il coraggio di esternare ed epurare dalle false nozioni che anche alcuni “preti” hanno divulgato ma non attuato nella pratica del vivere quotidiano.
Insediamento ufficiale dei nuovi eletti al Consiglio Regionale della Calabria
Finalmente la matassa è stata dipanata definitivamente dall’ufficio circoscrizionale della Corte d’Appello di Catanzaro che sabato mattina ha dichiarato la legittimità giuridica di Giuseppe Scopelliti, candidato del centrodestra, alla presidenza della Regione Calabria.
La comunicazione ufficiale della proclamazione, inviata dal presidente dell’ufficio circoscrizionale della C.d’A. di Catanzaro Fortunato Rosario Barone, al Consiglio regionale della Calabria, pone fine alle innumerevoli incertezze causate dalla nuova legge elettorale regionale.
Se non vi saranno altri intoppi, Giuseppe Scopelliti s’insedierà tra martedì e mercoledì della prossima settimana dopo essersi sentito con il presidente uscente Agazio Loiero.
Oltre alla nota che ha ufficializzato la carica del presidente Scopelliti, l’ufficio centrale circoscrizionale della Corte d’appello di Catanzaro ha assegnato i seggi del nuovo Consiglio regionale della Calabria eletto nella consultazione del 28 e 29 marzo con il calcolo dei resti; e probabilmente, lunedì 12 ci sarà la proclamazione ufficiale dei nuovi componenti del Consiglio regionale della Calabria.
E, nello specifico:
PDL (15 eletti)
CATANZARO: Pietro Aiello, Mario Magno e Domenico Tallini;
COSENZA: Giuseppe Gentile, Giuseppe Caputo, Gianpaolo Chiappetta, Francesco Morelli e Fausto Orsomarso;
REGGIO CALABRIA: Alessandro Nicolò, Giovanni Nucera, Antonio Stefano Caridi, Luigi Fedele e Santi Zappalà;
VIBO VALENTIA: Nazzareno Salerno;
CROTONE: Salvatore Pacenza.
SCOPELLITI PRESIDENTE (6)
CATANZARO: Claudio Parente;
COSENZA: Salvatore Magarò;
REGGIO CALABRIA: Giovanni Emanuele Bilardi e Candeloro Imbalzano;
VIBO VALENTIA: Alfonsino Grillo;
CROTONE: Francesco Pugliano.
UDC (6)
CATANZARO: Francesco Talarico;
COSENZA: Michele Trematerra e Gianluca Gallo;
REGGIO CALABRIA: Pasquale Maria Tripodi;
VIBO VALENTIA: Francescantonio Stillitani;
CROTONE: Alfonso Dattolo.
INSIEME PER LA CALABRIA (2)
COSENZA: Giulio Serra;
REGGIO CALABRIA: Antonio Rappoccio.
PD (10)
CATANZARO: Pietro Amato e Antonio Scalzo;
COSENZA: Nicola Adamo, Carlo Guccione, Mario Maiolo e Sandro Principe;
REGGIO CALABRIA: Giuseppe Bova e Demetrio Battaglia;
VIBO VALENTIA: Bruno Censore;
CROTONE: Francesco Sulla.
AUTONOMIA E DIRITTI - LOIERO PRESIDENTE (4)
CATANZARO: Vincenzo Antonio Ciconte;
COSENZA: Mario Franchino e Rosario Francesco Antonio Mirabelli;
VIBO VALENTIA: Ottavio Gaetano Bruni.
RIFONDAZIONE - COMUNISTI ITALIANI (2)
COSENZA: Ferdinando Aiello;
REGGIO CALABRIA: Antonino De Gaetano.
IDV (3)
CROTONE Emilio De Masi;
COSENZA: Domenico Talarico;
REGGIO CALABRIA: Giuseppe Giordano.
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