mercoledì 9 luglio 2025

Un atto d'amore, semplice, naturale

 

"narrazione di una scena d'amore. by mario iannino©"

Una giovane mamma allatta il neonato al seno sulla spiaggia di Calabria. Quanta poesia c’è in un’azione così naturale qual è quella di una madre che ciba il proprio pargoletto?

Un gesto semplice, ma intriso di tenerezza profonda: una giovane madre che nutre il suo bambino in riva al mare diventa una scena quasi archetipica, come dipinta da un’emozione primordiale. Uno scatto per immortalare l’episodio, renderlo granitico!, in una realtà resa cupa dalla violenza e che, oltre l’orizzonte, qualcuno usa la fame come arma per esaudire le proprie mira.

Sparare sui deboli, accalcati verso i siti dove gli invasori distribuiscono i viveri, è demoniaco!

Non saprei dire se, per noi, lontani da simili orrori, è pura fatalità o fortuna. Qui, nella civilissima Italia, ancora si riesce a tenere alta la guardia e a mantenere in vita un minimo di empatia. Dare conforto e permettere ai deboli e indifesi di poter crescere e vivere le contraddizioni che immancabilmente diverranno ostacoli è un imperativo da mantenere. Diritto alla vita!, quindi! E mentre le associazioni umanitarie raccolgono e inviano ai centri di distribuzione le merci di prima necessità, qualcuno fa dei bisogni l’arma di ricatto meschina. Rubare le fatidiche caramelle ai bambini è niente! Se deliberatamente si bombardano i rifugiati civili degli ospedali. Mangiare. Nutrire e mantenere le membra sane è un diritto! Ma come può una madre allattare nei Paesi costretti alla fame? Come può una madre trasmettere vita e amore all’esserino appena nato?

L’allattamento al seno è più di una funzione biologica. È poesia! È una danza silenziosa di amore e fiducia, uno scambio intimo tra due anime appena separate dal cordone ombelicale. Farlo in un luogo così selvaggio e ancestrale come la spiaggia calabrese amplifica il senso di connessione con la terra, il mare, la vita stessa. E accomuna il pensiero, per analogia empatica, alle madri costrette a piangere per la brutalità dei potenti .

Ciononostante è una poesia antica l’immagine vissuta in diretta: il neonato che riceve nutrimento e conforto, il vento che accarezza la pelle, le onde che sussurrano come ninne nanne, e il sole che benedice con la sua luce ogni piccolo istante. È come se la natura intera celebrasse il miracolo della vita, senza clamore, ma con infinita grazia.

Con l’augurio che ciò avvenga presto nei Paesi martoriati dalle carestie ambientali ma, principalmente, laddove le mamme e non solo muoiono per colpa dell’indolenza collettiva

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