La chioma maestosa della vecchia quercia trasmette quiete e serenità. Da sempre la ricordo lì. Piantata saldamente al terreno, con radici forti sembra proteggere in un abbraccio silente l’antico casolare di campagna. Rassicurante, sembrava in attesa degli ospiti, ed io tra questi, che, come sempre, arrivavamo negli afosi giorni d’estate.
Anni '60, '70. '80, '90.Lei, la quercia, immutata nella sua struttura maestosa è
rimasta ad attendere paziente che tutto tornasse nei solchi della
ragionevolezza. Non ha seguito le mode del momento e neppure ha conosciuto le
canzoni, i sommovimenti sociali, le lotte politiche, ma poi perché i confronti
e le richieste sociali che si trasferiscono attraverso i parlamentari nelle
Camere devono essere intese lotte e battaglie non l’ho mai capito.
E lì, in quell’angolo incontaminato ancora di meno capivo i
motivi che spingevano a intraprendere crociate assurde fuori da ogni idea di
fratellanza e pace.
È trascorso un secolo dall’ultima volta. Il ritorno è stato
quasi casuale ma una volta sotto la sua chioma ogni cosa ha ripreso il ritmo
consueto: respiro, battito del cuore, e, principalmente: serenità. Ecco, questo
è il mio stato mentale e fisico quando sono a contatto con la natura a differenza
dei botanici e dei salutisti attenti alle proprietà benefiche della quercia e
del suo impiego. In tempi di fame e carestia, le ghiande erano fonte di sostentamento.
I contadini traevano la farina dopo aver trattato le ghiande e anche,
tostandole, una polvere buona per il caffè.
Tra i molteplici impieghi della quercia è pratica diffusa fin dall'antichità l’utilizzo degli estratti per scopi medicamentosi. Le proprietà sono note sia alla medicina popolare che alla scienza ufficiali: la quercia è un antidiarroico, antiemorragico, analgesico, astringente, febbrifugo, antisettico. E inoltre viene usata per favorire la sudorazione, facilitare le cicatrizzazioni e per regolare l'intestino e le secrezioni sebacee.
Beh, pare che non le manchi niente per essere apprezzata e
valorizzata.
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