Carissima Giorgia, è da tempo che desidero scriverti e adesso lo faccio per chiederti, al di là dei giochi delle parti che la politica fa per mantenere alto il rituale propagandistico e dare sfogo agli elettori nichilisti, se davvero ritieni che il male maggiore dell'Italia siano i percettori del reddito di cittadinanza.
Faccio questa domanda a te e al tuo comitato elettorale che ancora oggi dopo la vittoria ottenuta governate il Paese e ad ogni occasione pigiate il tasto sui giovani e meno giovani che, secondo voi, preferiscono rimanere a casa stravaccati sul divano o a chattare sui social piuttosto che andare a lavorare.
Ebbene, chiedo, dove? Dove andare a prestare la propria opera? In quale luogo di lavoro che sia degno di questo nome?
Tutti sanno e anche voi che insistete sulla vagabondaggine dei senzalavoro che i datori di lavoro chiedono “esperienza” altrimenti, tuttalpiù, genuflettendosi i cercatori disperati sono costretti ad accettare vessazioni da quanti sfacciatamente offrono stage non remunerati! A fronte di prestazioni, le più svariate, che durano tutta la giornata.
Inutile ricordare che non si richiede professionalità vera e voglia di apprendere anche a fronte di studi effettuati nel settore di riferimento dai richiedenti.
Tra i giovani e quanti tenuti fuori dal mondo del lavoro c'è diffidenza nella bontà politica delle vostre affermazioni. D'altronde adesso governate! Fate, allora. Senza parlare! Ma fate in modo che vi siano sbocchi per quanti vogliono sentirsi vivi, autonomi, realizzati nel lavoro!
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