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sabato 29 ottobre 2022

Semplificazione, parola d'ordine nella P.A

 

“Contro il superficiale dominio dell'ovvio”.


Perché questa frase?

Sembra una banalità scrivere un a frase del genere eppure molti fatti ricorrenti si reggono sull'ovvietà. Le incomprensioni nascono e si moltiplicano sulle questioni che sembrano scontate.

Anche nei rapporti semplici come andare in una struttura pubblica, per chi conosce i meccanismi, ogni azione dovrebbe essere assodata, ma non è così.

E mi spiego:

Chi lavora in un ambiente pubblico o privato e ha acquisito dimestichezza con spazi e tecniche che determinano le caratteristiche aziendali dà per scontato che anche chi vi accede per richiedere i servizi sia al corrente dei meccanismi gestionali erogati.

Non è così!

Spesso chi richiede, se pur con una certa frequenza, determinati servizi ha altro per la testa e si affida alle basilari indicazioni ricevute. Supponendo di conoscere le dinamiche si avventura, fa code, chiede informazioni ma quasi sempre trova qualche ostacolo burocratico da risolvere.

L'intoppo è in agguato.

Come nel caso di una visita medica specialistica fissata attraverso il CUP (centro unico di prenotazione del presidio sanitario regionale) con tanto di data, ora e indicazioni per raggiungere lo studio dello specialista.

Senza addentrarci nella dinamica perversa dei fatti subiti diciamo che la realtà ha superato i confini dell'ovvio.

In base all'appuntamento, così come strutturato da protocollo, l'attesa e la relativa visita avrebbe dovuto esaurirsi in non più di qualche ora invece … .

La pratica amministrativa è stata farraginosa. Non mi dilungo. Testimonio solamente che quanto si sarebbe dovuto espletare in 2 ore al massimo, tra gli invii ai vari sportelli per le vidimazioni e la richiesta di esami clinici non contemplati neppure dal medico di base, l'ovvia visita medica specialistica è rimandata. 




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