I colori cangianti autunnali inducono alla quiete. E Giorgia prende spunto. Anche lei, superata e messa in cantina la fase post-vendemmia, dopo avere tesaurizzato il raccolto, attende quieta. Non parla più neanche coi cronisti che, per mestiere, la inseguono.
Ha ottenuto una vittoria netta! Lei e la sua coalizione.
Sembra che il patriottismo abbaia prevalso tra quel misero 40% ch'è andato a votare.
Patria. Onore. Orgoglio. Famiglia! Queste in sintesi le motivazioni perorate e fatte proprie dal corpo elettorale che ha dato in mano a Giorgia le redini del Paese.
Nel frattempo, viste le prime uscite pubbliche, sembra che nulla sia cambiato. Le accuse reciproche volano tra le parti. Non si vede, appunto, una unità d'intenti tra gli eletti.
La corsa alle poltrone importanti e di peso induce i concorrenti a tessere miserevoli trattative sotterranee individuali e di clan.
A parte le ecumeniche uscite istituzionali che impongono cliché dottrinali, ai piani bassi nel sottobosco si tessono accordi anche nei bar e qualcuno pensa a come spendere le armi del ricatto.
Ce la farà Giorgia a mantenere dritta la barra del timone? Sarà indomita? Determinata, con lo sguardo fisso sull'obiettivo comune per traghettare gli italiani in una Europa solidale?
Aspettiamo pazientemente l'apertura delle botti … anche se conosciamo già la nature dei vitigni ...
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